POLITICA

Usa 2020: al via l’Election day, la sfida Trump-Biden Volata finale verso la Casa Bianca

Al via la lunga giornata elettorale per le presidenziali americane. Seggi aperti a New York e in altri quattro stati della costa orientale degli Stati Uniti. Già scrutinate le schede di un minuscolo villaggio nel New Hampshire che ha votato per primo: 5 voti, tutti per Biden.

Trump promette battaglia legale per contestare i voti per posta che in alcuni Stati decisivi continueranno ad arrivare per giorni. Mediterebbe anche di autoproclamarsi vincitore se i primi dati lo daranno in testa in alcuni Stati chiave. Per Obama, il tycoon è un ‘dittatore da quattro soldi’.

“E’ l’Election Day. Vai a votare America!”. Così twitta Joe Biden mentre sulla costa orientale degli Stati Uniti hanno aperto i primi seggi in cinque Stati. Il candidato democratico alla Casa Bianca nel corso della giornata sarà ancora in campagna elettorale nello Stato chiave della Pennsylvania.

Al via la sfida – “Mi raccomando, portatevi il sacco a pelo…”. La battuta del giornalista televisivo rivolta ai colleghi che seguiranno la notte elettorale americana la dice lunga su come gli Stati Uniti abbiano vissuto la vigilia del voto.

Del resto mentre in tutto il Paese aprono i seggi – prima sulla costa orientale, poi man mano in tutti gli altri Stati fino alla West Coast – l’incertezza continua a regnare sovrana.

Una grande incertezza su come si chiuderà realmente questo Election Day del 2020, se alla fine della maratona notturna si avrà un vincitore ufficiale, oppure se bisognerà andare avanti per giorni, o addirittura settimane, per conoscere chi siederà nello Studio Ovale nei prossimi quattro anni.

Ma ad agitare il voto c’è anche lo spettro di disordini e violenze, con una Casa Bianca più che mai blindata e tensioni un po’ in tutto il Paese tra i militanti pro-Trump e chi protesta contro il presidente.

La tensione è alle stelle in Texas, roccaforte repubblicana che rischia di essere espugnata dopo oltre 40 anni dai democratici: qui un corteo di auto di fan del presidente ha circondato un bus di sostenitori di Biden tentando di mandarlo fuori strada. Sull’episodio indaga l’Fbi. Ma anche a New York e in altre città la vigilia del voto è stata caratterizzata da tafferugli, vandalismi e scontri con la polizia, con decine di arresti.

Ad alimentare il senso di disorientamento è soprattutto la strategia adottata da Donald Trump nella volata finale della sua campagna elettorale.

Il suo messaggio non potrebbe essere più chiaro: lui non ha alcuna intenzione di mollare e difficilmente si farà da parte nelle prossime ore, asserragliato in una Casa Bianca che è stata interamente recintata da una barriera anti-manifestanti.

Il presidente promette una lunga battaglia sul piano legale per contestare i voti per posta che in alcuni Stati decisivi come la Pennsylvania o il North Carolina continueranno ad arrivare per giorni e giorni. E, addirittura, mediterebbe una mossa clamorosa, della quale avrebbe già discusso con i suoi più fedeli consiglieri: autoproclamarsi vincitore se i primi dati lo daranno in testa in alcuni Stati chiave. Il podio nella East Room è già pronto e gli inviti sono già partiti, indirizzati ad almeno 400 persone.

“Questo presidente non ci ruberà le elezioni. E’ tempo che Donald Trump faccia le valige e se ne torni a casa. Abbiamo chiuso con il caos”, la reazione di Joe Biden che, dopo aver predicato per giorni prudenza, negli appelli finali al voto si è mostrato ottimista sull’esito dei risultati.

Lui li seguirà dallo studio nel seminterrato della sua residenza di Wilmington, in Delaware. Del resto anche gli ultimi sondaggi lo danno ancora saldamente in testa a livello nazionale, più di Hillary Clinton nel 2016. Anche se Trump ha recuperato qualcosa negli Stati chiave battuti a tappeto negli ultimi giorni, la maggior parte dei quali vedono Biden in vantaggio ma non di molto.

“I sondaggi della vigilia sono un bidone, una bufala, sono falsi. Siamo messi bene e vinceremo”, ha arringato il presidente nel corso della maratona dei dieci comizi tenuti nelle ultime 48 ore.

E che potrebbero non essere gli ultimi: perché in una situazione di stallo alla fine della nottata elettorale, la campagna di Trump potrebbe proseguire proprio a colpi di altri maxi raduni negli Stati in cui i legali della Casa Bianca sono pronti a contestare il voto. Intanto, nel caso di una sua nuova sorprendente vittoria, The Donald ha già ben in mente chi far fuori nella sua amministrazione.

E in cima alla lista c’è ormai Anthony Fauci, il virologo a capo dell’Istituto nazionale per le malattie infettive che il presidente aveva messo nella task force della Casa Bianca per la lotta alla pandemia.

Ma le critiche del superesperto sulla gestione della crisi sono state una costante spina nel fianco del presidente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso la recente intervista in cui Fauci ha promosso invece l’approccio alla pandemia proposto da Biden.

Quest’ultimo ha apprezzato l’endorsement: “Abbiamo bisogno di un presidente che ascolti gli esperti come Fauci. Teniamoci lui e licenziamo Trump!”.

(ANSA)

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