CRONACA

Coronavirus: da balconi ad affacci sul mondo, è sfida green

ROMA, 9 APR – Non più ‘semplici’ balconi o giardini condominiali. Questi spazi concepiti come accessori ‘in più’ diventano ora “affacci sul mondo” in una progettazione di vita e di spazio cittadino in stile green.

Questa la sfida lanciata dal Green City Network e Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in partnership con Ecomondo-Key Energy che hanno realizzato un dossier ad hoc in occasione della web conference organizzata oggi dalle 16 alle 17.30 sul sito della Fondazione (@fondazionesvilupposostenibile).

A un mese dall’inizio delle misure di distanziamento sociale è sfida sul fronte uomo-cibo, stili di vita, rifiuti, energia, clima, mobilità sostenibile.

La crisi da Covid-19 apre anche una riflessione su come ripensare le abitazioni, non più dormitori ma spazi polifunzionali, e strutture urbanistiche che assicurino prossimità delle residenze ai servizi, alle strutture lavorative e ricreative, così da ridurre gli spostamenti in città, i pendolarismi casa-lavoro, e, si afferma nel dossier, “tutti quegli ingenti spostamenti giornalieri per attività di consumo, istruzione, tempo libero”.

Il dossier su ‘Pandemia e sfide green del nostro tempo’ esamina i cambiamenti nei consumi e negli stili di vita, le sfide dell’economia circolare della decarbonizzazione, della mobilità sostenibile e apre una riflessione sul futuro, appunto, dell’abitare.

In tal senso sotto la lente i servizi di prossimità alle abitazioni come formula per far respirare le città. In primo piano anche il recupero in casa di spazi attrezzati per lo smart working.

La Pandemia, evidenzia il dossier, “ha insegnato l’importanza di balconi, terrazzi, cortili e giardini anche condominiali, tutti gli spazi intermedi in generale che possono svolgere ruoli importanti, anche dal punto di vista ambientale, con il green building approach.

L’emergenza coronavirus ha fatto anche ripensare all’importanza dello spazio urbano, ad una struttura urbanistica che assicuri prossimità delle residenze ai servizi, alle strutture lavorative e ricreative, così da ridurre gli spostamenti da una zona all’altra della città e i pendolarismi”.

“Durante questa pandemia – sottolinea il presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Edo Ronchi – i consumi sono calati, l’attenzione sui consumi alimentari è cresciuta ma, dopo – si chiede Ronchi – avremo fatto qualche passo avanti per capire meglio le sfide del nostro tempo?”.

E ancora: “Le emissioni di gas serra stanno calando ma non dobbiamo trascurare la crisi climatica e le misure di decarbonizzazione perché dopo la crisi le emissioni torneranno a crescere se non si cambia”, dice Ronchi.

“Anche attenuata o passata l’emergenza – afferma l’ordinario della Sapienza Università di Roma e Coordinatore del Gruppo internazionale degli esperti del Green City Network, Fabrizio Tucci – rimarrà intaccato e mutato nella sua natura e nelle sue modalità il modo di vivere e ‘abitare’.

Potremmo usare questo periodo di forzata sperimentazione collettiva come occasione per decidere di produrre nuove forme e nuovi spazi”.

In particolare, sui consumi nel dossier si evidenzia che nel nel 2050 le città ospiteranno il 70% della popolazione mondiale ed è quindi il momento “per realizzare una analisi attenta delle diverse criticità determinate da alcuni modelli di produzione agricola e zootecnica.

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