CRONACA

Pensionamento anticipato: valido ancora per poco. Le soluzioni

Fissata nel 2021 la scadenza del periodo di sperimentazione del pensionamento prima dei 67 anni. Stiamo parlando di Quota 100, Ape Social e Opzione Donna, che erano entrate in vigore con il governo Conte I, in deroga alle regole della riforma Fornero del 2011.

L’attuale governo, infatti, a partire dal 2022 e salvo puntuali interventi legislativi, ha stabilito che vengano ripristinati i requisiti delle regole previste per la pensione di vecchiaia, e  dunque, il pensionamento a 67 anni di età. Così, se si volesse approfittare delle attuali possibilità di ottenimento del prepensionamento, le soluzioni alla mano sono le seguenti: 

1) Quota 100, permette di cessare l’attività lavorativa con 62 anni di età e 38 anni di contributi, ovvero ben cinque anni prima di quanto previsto dalla Legge Fornero (67 anni di età e almeno 20 anni di contributi). 

2) Opzione Donna, riservata esclusivamente alle lavoratrici che abbiano raggiunto un’età di almeno 58 anni (se dipendenti) e 59 anni (se autonome) con 35 anni di contributi. L’Inps liquiderà infatti la pensione solo con il sistema contributivo, pertanto questo canale d’uscita dal lavoro è possibile a patto di rinunciare a una fetta di pensione che ammonta al 20-25% di penalizzazione. 

3) ApE Sociale resta, invece, valido soltanto fino al termine del 2020; si tratta di un mezzo che consente a determinate fattispecie di lavoratori di andare in pensione a partire dai 63 anni, con un ammontare di un +30 o 36 anni di contributi, conformemente alla categoria in cui si rientra, e di ricevere un assegno mensile fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.

Esistono poi ulteriori deroghe alla tanto temuta Legge Fornero: si tratta delle soluzioni di pensionamento anticipato sia per coloro i quali hanno accumulato molti anni di contribuzione, che per chi ha svolto attività usuranti. In questo caso i requisiti richiesti sono di almeno 61 anni e 7 mesi.

Infine, avrete di certo sentito parlare delle cosiddette Finestre d’uscita, ovvero di periodi stabiliti e ‘a priori’ dalla legge, che consentono l’approvvigionamento della pensione, non a partire dal giorno successivo alla cessazione dell’attività lavorativa, come avviene per il pensionamento di vecchiaia, ma a distanza di alcuni mesi.

In genere, sono tre i mesi previsti per la pensione anticipata: se con Quota 100 diventano sei, in caso di dipendenti pubblici; per Opzione Donna si dovranno attendere addirittura 12 mesi, “con la possibilità che diventino 18, se si hanno contributi versati anche nella gestione autonomi” dice il testo di legge.

 

di Michela Castelluccio

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