CULTURA E EVENTI

Flëj ti Bir, il via alla seconda edizione del presepe vivente di San Costantino Albanese

Flëj ti Bir / Dormi, figlio mio –  la soave ninna nanna che parla di Gesù Bambino, scritta intorno alla metà del 1700, è anche il nome scelto per la rappresentazione del Presepe vivente Arbëresh di San Costantino Albanese (PZ), che ritorna forte del successo dello scorso anno.

L’appuntamento è per il prossimo 29 dicembre, a partire dalle ore 17.00. Ivi, la rappresentazione della natività in chiave arbëresh è la ricostruzione di un percorso identitario dell’intera comunità, che muove dal modo in cui gli spazi urbani vengono percepiti e vissuti.

Infatti, in questo particolare contesto, il percorso presepiale non si snoda in un comune centro storico, ma rivive nell’agglomerato relazionale più importante del paese: la gjitonia.

La gjitonia è il locus della cultura arbëresh e, se vogliamo afferrarne il significato, dobbiamo pensare ad un’immagine: la vista di un gruppo di case, i cui abitanti si sentono legati da un vincolo di vicinato come prolungamento della casa in strada.

Significanze, però, in parte deviate dal tempo e che solo una ricostruzione attenta e curata nei particolari può riportare in auge, così come avverrà a Shën Kostandini Arbëresh. Lungo le viuzze del paese, come in un susseguirsi di fotogrammi, i visitatori potranno scorgere lo spazio comune condiviso dagli antichi mestieri, tutti impreziositi dai pittoreschi costumi tradizionali; tra questi il fabbro, il calzolaio e il falegname.

Una forte dose centripeta, che cementa i gruppi e le famiglie nelle loro relazioni ed in rapporto alla società regionale,  è data dai riti gastronomici dell’uccisione del maiale (vrasje derkut, in Albanese) e della preparazione del pane.

Infine, immancabili anche nella tradizione presepiale arbëresh, sono il pastore, la lavandaia e le ricamatrici. Tutto questo, vissuto in un’atmosfera magica, contornata dalla magia della Valja, storica danza a saltelli, con cui si accompagnano gli sposi in chiesa, mentre i suonatori guidano il tragitto fino al luogo della Natività, in uno degli scorci più suggestivi dell’abitato.

Al dinamismo del quotidiano si contrappone l’immobilismo iconico dell’Adorazione di Gesù, in una suggestiva atmosfera di raccoglimento: “Flëj ti, Bir, te jeta ime /,  flëj ti, Bir, te zëmra ime, / Shpirti shëjt ea m’e qëllo, / flëj ti, Bir, e bën nino” .

“Siamo nuovamente qui, dopo il grande successo dello scorso anno ed è questo l’inveramento di un sogno” – ha affermato il Presidente della Proloco di San Costantino Albanese, Dina Iannibelli.

È lei, infatti, che, con il patrocinio del Comune, ha organizzato e diretto, già dalla sua prima edizione dello scorso anno, il Presepe Vivente  Flëj ti Bir,  vissuto quest’anno in maniera totalizzante da tutti gli abitanti.

La ben riuscita costruzione delle scene e del ruolo dei personaggi, ciascuno protagonista di ciò che vive, è stato uno degli aspetti più affascinanti del progetto –  sottolinea il Presidente Iannibelli  – ma ad oggi possiamo dirci fieri del lavoro svolto e della straordinaria possibilità di creare dei circuiti di comunicazione e di osmosi di idee ed esperienze.

Michela Castelluccio

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