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Enel & StartUp storie di successo

L’innovazione digitale in Italia vale qualcosa come 31 miliardi di euro ed è uno dei pochi settori che continuano a crescere, mentre il resto dell’economia è in gran parte stagnante.

Lo dice l’ultimo rapporto di Assistel, l’associazione delle imprese dell’information technology. Il rapporto osserva anche che protagonisti della rivoluzione high-tech sono soprattutto le grande imprese, mentre quelle piccole e medie spesso restano indietro.

Ma i grandi gruppi possono dare un notevole impulso all’innovazione anche favorendo la nascita e la crescita di nuove iniziative imprenditoriali. Lo dimostra il caso dell’Enel.

Il 27 novembre, il giorno dopo la presentazione del nuovo piano strategico triennale da parte dell’amministratore delegato Francesco Starace – un piano da 28,7 miliardi centrato proprio sull’innovazione, a partire dalla digitalizzazione della rete, e sulla sostenibilità – l’Enel ha organizzato a Milano un incontro sul tema della ‘Energy Revolution’ per illustrare il contributo che il gruppo sta dando alla nascita e alla crescita di startup innovative.

L’incontro si è tenuto a Le Village, l’acceleratore d’impresa inaugurato lo scorso maggio a Milano per iniziativa di Crédit Agricole in partnership con Enel e altre corporation.

“Questo di Milano”, ha affermato Carlo Tamburi, direttore Italia del gruppo Enel, “è uno dei tre hub dell’innovazione che abbiamo in Italia; gli altri due sono a Pisa e a Catania.

A questi si aggiungono altri sette hub all’estero, nei poli mondiali dell’innovazione, dove andiamo a cercare i nuovi talenti imprenditoriali, da Tel Aviv a Boston, da Mosca alla Silicon Valley, da Rio de Janeiro a Santiago del Cile”.

L’innovazione e la sostenibilità sono i due grandi fattori di successo del gruppo Enel, che negli ultimi cinque anni ha raddoppiato la sua capitalizzazione e che oggi è la prima utility del mondo per base clienti (350 milioni), la prima in sostenibilità e la prima in reti digitali.

“Siamo un’azienda rivolta completamente verso il futuro, l’opposto dell’Enel di 15 anni fa”, ha aggiunto Tamburi. E innovazione significa anche sostegno alle nuove iniziative imprenditoriali.

“C’è un enorme bisogno di imprenditorialità, di persone che abbiano voglia di rischiare. Per aiutare le startup noi non investiamo in equity, che non è il nostro lavoro, ma compriamo da loro prodotti e servizi. In questo modo abbiamo supportato 80 progetti in Italia e 17 di questi li abbiamo portati all’estero”.

È questo il modo giusto di sostenere le giovani imprese innovative, come ha rimarcato Ernesto Ciorra, chief innovation officer dell’Enel: “Si dice spesso che non ci sono i soldi, ma le startup digitali in genere non hanno bisogno di tanti soldi per partire.

Piuttosto hanno bisogno di un partner industriale su cui possano fare affidamento e che li sostenga nella crescita”. Entrare in contatto con Enel per una startup è molto facile, assicura Ciorra: “Non servono raccomandazioni, non bisogna essere amici o parenti di qualcuno in azienda.

Abbiamo un sito, Openinnovability.enel.com, in cui chiunque abbia qualcosa di innovativo da proporre può presentarcelo, senza alcuna formalità. Ci sono startup con cui stiamo collaborando in modo proficuo e che sono entrate in contatto con noi semplicemente tramite uno scambio di messaggi su Linkedin”.

All’incontro milanese sono stati presentate alcune storie significative. Come quella di Ulijan Sharka, un giovane albanese arrivato in Italia a 16 anni da clandestino nel 2008, che ha fondato una startup digitale, iGenius, considerata tra le più promettenti nel suo settore.

L’ultima sua realizzazione è Crystal, uno strumento di business intelligence basato sull’intelligenza artificiale, che aiuta i manager a prendere decisioni fornendo consigli in modo molto naturale, come se si stessa parlando con un collega.

Ermes si occupa invece di sicurezza informatica; è stata fondata due anni fa da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino, guidati dall’italo-egiziano Hassan Metwalley, e si è finanziata raccogliendo 350mila euro con il crowdfunding.

Ha sviluppato un sistema basato sull’intelligenza artificiale per proteggere il browser durante la navigazione online, adottato da diverse aziende e presto anche dall’Enel.

Il gruppo Enel ha sostenuto anche la crescita di Nozomi, un’altra azienda italiana di cybersecurity con sede nella Silicon Valley, partita cinque anni fa con 150mila euro, e oggi diventata un colosso del settore.

Alcune delle startup presenti all’incontro al Village operano in settori strettamente connessi con l’attività del gruppo Enel.

È il caso di Aton, startup fondata e guidata da Ettore Uguzzoni, che si occupa di green storage, cioè di sistemi di accumulo per il fotovoltaico. O di M2D Technology, fondata a Catania da Davide Marano, che costruisce sistemi automatizzati (robot e droni) per monitorare i campi fotovoltaici.

In altri casi l’attività della startup non ha niente a che vedere con il gruppo dell’energia, ma è stata ugualmente ritenuta meritevole di sostegno.

Un esempio significativo l’ha portato Andrea Depalo, fondatore di Avanchair. La sua idea: costruire una sedia a rotelle ad alte competenze in grado di risolvere,grazie all’automazione, i problemi pratici che un disabile si trova ad affrontare nella vita quotidiana, come spostarsi dalla sedia al letto, salire in auto, eccetera.

Queste e altre storie di successo sono raccontate nel sito Enel Startup, energy to innovate (startup.enel.com).

 

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