CULTURA E EVENTI

L’Italia dei terremoti a Matera: da venerdì 22 novembre

“Il tempo del dopo. Narrazioni, analisi e visioni del doposisma in italia”

A Matera, capitale europea della cultura per il 2019, dal 22 a 24 novembre

la prima rassegna multidisciplinare dedicata all’Italia fragile

Fra gli ospiti l’antropologo della restanza Vito Teti,

la storica dei terremoti Emanuela Guidoboni, i geologi Gianluca Valensise e Carlo Meletti dell’Invg,

l’archeologo Giuliano Volpe e Antonio Borri dell’Università di Perugia

“Il tempo del dopo. Narrazioni, analisi e visioni del doposisma in Italia” è il titolo della tre giorni di eventi in programma a Matera da venerdì 22 a domenica 24 novembre 2019.

La rassegna di incontri, proiezioni e seminari è promossa nel quadro delle iniziative di approfondimento legate alla grande mostra fotografica Terræ Motus. Geografie e storie dell’Italia fragile in corso fino al 20 gennaio 2020 a palazzo Acito, prodotta dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 e curata da Antonio Di Giacomo.

L’obiettivo che si vuole realizzare attraverso “Il tempo del dopo” – che di fatto è la prima rassegna multidisciplinare dedicata alle tematiche dell’Italia fragile – è superare i confini che separano le due culture e mettere in dialogo discipline e competenze umanistiche e scientifiche attorno alle problematiche del doposisma in Italia, soprattutto per richiamare l’attenzione sulla prevenzione del rischio sismico che non può essere sempre quella del giorno dopo come purtroppo è finora avvenuto.

Giornalisti, antropologi, sismologi, geologi, storici, scrittori, registi, fotografi, ingegneri e architetti – e fra questi l’antropologo della restanza Vito Teti, la storica dei terremoti Emanuela Guidoboni, i geologi Gianluca Valensise e Carlo Meletti dell’Invg, l’archeologo Giuliano Volpe, già presidente del Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici del Mibact,  e Antonio Borri, esperto di ingegneria sismica dell’Università di Perugia –  si ritroveranno così a riflettere insieme, attraverso un reciproco scambio di saperi, sui destini dell’Italia fragile nell’ultimo mezzo secolo di terremoti, sulla necessaria prevenzione del rischio sismico e la salvaguardia del patrimonio culturale.

A curare la rassegna “Il tempo del dopo” Antonio Di Giacomo, giornalista di Repubblica, e Antonello Fiore, presidente della Società italiana di geologia ambientale. Tutti gli appuntamenti sono con ingresso libero.

Il programma, giorno per giorno

Venerdì 22 novembre, Museo Ridola – ore 16.30-21.30

Incontro con ingresso libero*

“Cronache del doposisma. Oltre il racconto dell’emergenza le narrazioni dell’Italia fragile tra giornalismo, fotografia, ricerca e cinema documentario”

Dal terremoto del 23 novembre 1980 in Irpinia e Basilicata fino ai terremoti del 6 aprile 2009 a L’Aquila e del Centro Italia nel 2016/2017: giornalisti, scrittori, fotografi e sociologi a dialogo sullo stato della ricostruzione e sulle narrazioni a lungo termine di comunità e luoghi nel tempo del doposisma.

Ci si confronterà, inoltre, a fronte delle trasformazioni in quarant’anni di storia dell’informazione, a cominciare dalla rivoluzione del web, sulle modalità con le quali il doposisma è stato e viene raccontato dai media.

Interventi, testimonianze e contributi di: Flavia Amabile, giornalista e scrittrice (La Stampa); Pino Bruno, giornalista. Cronista dell’Ansa per il terremoto del 23 novembre 1980, fu il primo giornalista dell’agenzia a raggiungere Balvano; Alessandro Chiappanuvoli, scrittore e autore del volume “Sopra e sotto la polvere.

Tutte le tracce del terremoto” (Effequ edizioni, 2019); Linda Cittadini, giornalista e ideatrice del programma televisivo “Sibilla, le voci della ricostruzione” (Etv Marche); Mario Di Vito, giornalista e scrittore.

Autore del volume “Dopo. Storie da un terremoto negato” (Poiesis editrice, 2019); Simone Donati, fotografo e fondatore del collettivo TerraProject;Marco Giovagnoli, sociologo all’Università di Camerino e autore del volume “Piccolo dizionario sociale del terremoto” (Cromo edizioni, 2018); Federica Tourn, giornalista e curatrice con Stefano Stranges del progetto Anime Terremotate.

Coordina Antonio Di Giacomo, giornalista di Repubblica e curatore della mostra fotografica Terrae Motus. Nel corso dell’incontro è in programma la videoproiezione dei documentari “ArtQuake. L’arte salvata” di Andrea Calderone, coprodotto da SkyArte e Tiwi, e “Vista mare obbligatoria” di Marco Di Battista e Mario Di Vito, prodotto dallo Stato delle cose. 

Sabato 23 novembre 2019, Chiesa del Cristo Flagellato (ex ospedale di San Rocco)

ore 10.00-18.00. Seminario con ingresso libero*

La fragilità della bellezza. Riflessioni sull’Italia vulnerabile, la necessaria prevenzione del rischio sismico e la salvaguardia del patrimonio culturale

Nel giorno del 39° anniversario del devastante terremoto che il 23 novembre 1980 portò morte e distruzione in Irpinia e Basilicata un seminario che vedrà a confronto storici, sismologi, geologi, ingegneri, architetti, antropologi e giornalisti sull’ultimo mezzo secolo di eventi sismici nel Paese, fino ai terremoti del 6 aprile 2009 a L’Aquila e del 2016/2017 in Centro Italia.

Al centro della discussione la vulnerabilità dimenticata, a fronte dei terremoti storici che hanno colpito nei secoli il Paese, gli strumenti e le pratiche per la prevenzione del rischio sismico e la salvaguardia del patrimonio culturale.

Saluti e interventi di indirizzo: Antonello Fiore, presidente Società italiana di geologia ambientale (Sigea) Aurelia Sole, rettrice dell’Università della Basilicata Marta Ragozzino, direttrice del Polo museale della Basilicata Salvatore Adduce e Paolo Verri, presidente e direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Egidio Comodo, presidente Fondazione Inarcassa Leo De Finis, presidente Ordine Architetti provincia di Matera Gerardo Colangelo, presidente Ordine Geologi della Basilicata Giuseppe Sicolo, presidente Ordine Ingegneri Provincia di Matera.

Contributi di Emanuela Guidoboni Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e Centro Eedis, Bologna; Carlo Meletti Ingv, Roma; Gianluca Valensise Ingv, Roma; Roberto De Marco Sigea, Roma; Angelo Masi Università della Basilicata; Antonio Borri Università di Perugia; Giuliano Volpe Università di Foggia; Sergio Bianchi e Umberto Braccili Associazione vittime universitarie del sisma del 6 aprile 2009 a L’Aquila; Fabrizio T. Gizzi Ispc-Cnr a Tito, Potenza; Raffaello Fico Ufficio speciale ricostruzione Comuni del cratere sisma Abruzzo 2009; Antonio Conte Università della Basilicata; Antonio Di Giacomo curatore della mostra Terrae Motus e Vito Teti Università della Calabria.

Moderano il geologo Antonello Fiore e la giornalista Federica Tourn.

24 NOVEMBRE, Cinema Il Piccolo – 16.30-23.00

Proiezioni a ingresso libero con passaporto per Matera 2019

Sguardi sull’Italia fragile. Il cinema documentario e di finzione sul tempo del doposisma

Quattro sguardi dalla parte dell’Italia fragile, nel tentativo comune di restituire attenzione da parte di documentaristi e registi sulle vicende delle Italie colpite dai terremoti.

A partire dal documentario “La botta grossa” del regista umbro Sandro Baldoni che, all’indomani della scossa del 30 ottobre 2016, racconta alcune storie vissute da dentro il terremoto. Quattro storie di resilienza tutte al femminile, fra L’Aquila e il Centro Italia, invece, nel documentario “Io prometto” della giovane regista aquilana Cecilia Fasciani.

A fare il punto sulla sorte del patrimonio culturale e artistico colpito nell’ultimo mezzo secolo di terremoti provvede il documentario “ArtQuake. L’arte salvata” di Andrea Calderone, mettendo a fuoco anche l’utopia di Gibellina e l’avventura della collezione Terrae Motus di Lucio Amelio.

Una storia plausibile, infine, perché già avvenuta decine di volte altrove nel film “Il bene mio” di Pippo Mezzapesa che racconta la scelta di Elia, l’ultimo abitante di un paese terremotato che non vuole andarsene via. Una storia di “restanza” nell’accezione che gli ha dato l’antropologo Vito Teti, quando ci ricorda che “restare non è stata, per tanti, una scorciatoia, un atto di pigrizia, una scelta di comodità. Restare è stata un’avventura, un atto di incoscienza e, forse, di prodezza, una fatica e un dolore”.

IN PROGRAMMA:

Ore 16.30 – ARTQUAKE. L’ARTE SALVATA

(documentario, Italia 2018, 65 minuti)

Regia di Andrea Calderone

Ore 17.40 – IO PROMETTO

(documentario, Italia 2018, 68 minuti)

Regia di Cecilia Fasciani

Ore 19 – LA BOTTA GROSSA

(documentario, Italia 2017, 82 minuti)

Regia di Sandro Baldoni

(Premiato nel 2018 col Nastro d’argento per il miglior documentario italiano)

Ore 20.30 – IL BENE MIO

(film, Italia 2018, 94 minuti).

Regia di Pippo Mezzapesa

con Sergio Rubini e Teresa Saponangelo

Interviene la sceneggiatrice Antonella Gaeta

 

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