POLITICA

Trerotola su emergenza clima

E’ emergenza. Su questo non ci sono dubbi. Dopo le recenti dichiarazioni del Presidente Mattarella in merito alla crisi mondiale del clima, non posso esimermi dal parlare di un tema che riguarda tutti noi. Oggi niente scuola o università per i ragazzi di tutto il mondo.

E’ una protesta senza bandiere, per far sentire la loro voce, soprattutto ai capi di stato e di governo, a cui chiedono impegni concreti contro i cambiamenti climatici.

La posta in gioco è il futuro. Quello di tutti noi. Il ‘Global Strike For Future’, che ha ricevuto l’adesione di una novantina di Paesi e più di 1.325 città, arriva oggi anche nella nostra regione.

Nonostante questo c’è ancora chi nega che questa sia realmente un’emergenza, ci scherza e minimizza gridando a un complotto delle sinistre mondiali. Non c’è da scherzare, c’è da agire. Io sono pronto.

Appoggio questo movimento e le sue finalità ed è mio preciso intento dedicare gran parte del mio impegno alla tutela dell’ambiente e della salute delle persone. Siamo una delle regioni con la più alta percentuale di produzione da rinnovabili, ma dobbiamo, e possiamo, fare di più.

Nel programma di Governo, ci sono indicazioni ed azioni puntuali per la tutela dell’ambiente. Innanzitutto tutti i processi di sviluppo regionali devono avvenire in un quadro di sostenibilità ambientale, di tutela e valorizzazione delle risorse naturali, di riduzione delle emissioni inquinanti, di riduzione e rivalorizzazione dei rifiuti, di contrasto ai cambiamenti climatici.

Adottare il punto di vista dello sviluppo sostenibile nelle politiche regionali rappresenta un valore in sé ma soprattutto un’occasione di crescita e di benessere sociale rappresentando un volano naturale nella creazione di opportunità di lavoro.

A partire dall’acqua, valorizzandola attraverso interventi per chiudere il “ciclo dell’acqua”, sostenendo gli investimenti per l’efficienza energetica (riqualificazione energetica degli edifici, geotermia a bassa entalpia, produzione energetica per autoconsumo, solare termico) e la produzione diffusa di energia da fonti rinnovabili (microimpianti, minidro, cogenerazione e trigenerazione).

In materia di gestione dei rifiuti è necessario continuare ad investire per il potenziamento e l’ammodernamento tecnologico del sistema impiantistico (impianti di compostaggio con recupero energetico, impianti di selezione, piattaforme per il recupero/ riciclaggio dei rifiuti).

E poi, questa forse la sfida più grande, occorre accompagnare la Basilicata nella transizione energetica verso la decarbonizzazione, sostenendo la bioeconomia.

In tale contesto un ruolo fondamentale può essere svolto dai cluster regionali di recente costituzione dove sono confluiti, in un rapporto sinergico, i grandi players pubblici di ricerca presenti in regione quali Enea, CNR, Università degli Studi della Basilicata e il sistema delle imprese che operano nel settore per fare sintesi sulle progettualità di sviluppo industriale e trasferimento tecnologico della specifica area di specializzazione.

Possiamo essere una regione pilota sui temi ambientali, per garantire non soltanto ai lucani un ambiente migliore nel quale vivere e crescere i propri figli, ma sapendo di aver contribuito, nel nostro piccolo, a vincere una sfida più grande.

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