Contributivo consiglieri: Il capogruppo del Pd “Norma inopportuna, con rischi di legittimità e un peso futuro sul bilancio regionale”

La norma approvata dal Consiglio regionale presenta profili di inopportunità, rischi di legittimità e un impatto, seppur differito nel tempo, sul bilancio della Regione. È questa la posizione espressa dal capogruppo del Partito Democratico, Piero Lacorazza, che interviene sul provvedimento relativo al metodo contributivo per i consiglieri regionali.
“La mia assenza dal Consiglio regionale di oggi, programmata dalle ore 11.00 e anticipata già lunedì al presidente della IV Commissione, Morea, si sarebbe potuta notare meno se non fosse stato discusso e votato un provvedimento che riguarda direttamente lo status di noi consiglieri regionali”, spiega Lacorazza. “Un provvedimento che presenta rischi di legittimità e che, in ogni caso, carica di spesa il bilancio della Regione, anche se non nell’immediato, avrebbe meritato una strada autonoma, capace di rendere chiaro ed esplicito il merito della valutazione sul metodo contributivo”.
Il capogruppo Pd chiarisce poi la propria posizione personale rispetto agli effetti della norma, che si estende retroattivamente anche alla decima legislatura. “Non intendo in alcun modo accedere a questa possibilità”, sottolinea. “Così come non intendo utilizzare a fini personali le risorse derivanti dai tagli alle indennità, che negli anni sono state destinate a finalità sociali. Peraltro, ho mantenuto in essere il contratto di collaborazione dall’inizio della legislatura, nonostante il mutamento delle norme”.
Una scelta che Lacorazza definisce politica e personale, nel rispetto di chi ha opinioni diverse e intende compiere scelte differenti. Tuttavia, secondo il capogruppo dem, resta aperto un nodo che la politica non può eludere: “Il tema della funzionalità e degli strumenti da mettere a disposizione dell’attività dei gruppi consiliari, soprattutto per chi opera all’opposizione. È una questione che riguarda il ruolo del Consiglio e delle sue rappresentanze e che non va confusa né sovrapposta allo status dei consiglieri”.
Ribadendo di non voler attivare la leva contributiva per la decima legislatura né fruire dei risparmi derivanti dai tagli alle indennità, Lacorazza osserva come il vero punto di confronto non sia tanto il principio del metodo contributivo per il futuro, quanto l’opportunità politica e il rapporto di fiducia con gli elettori. “La legge non ha un’applicazione immediata e prevede 90 giorni dalla pubblicazione per continuare il confronto”, evidenzia. “Un confronto che deve guardare al futuro, sotto lo sguardo dei cittadini, e non alla retroattività o all’utilizzo personale dei risparmi”.
Un tempo che, conclude Lacorazza, intende utilizzare per proseguire un dibattito coerente con le ragioni del proprio impegno politico: “Quelle che mi hanno portato a essere parte di un partito, a candidarmi, a chiedere il voto di preferenza e, una volta eletto, a dedicarmi con responsabilità all’impegno istituzionale e politico”.
