POLITICA

Chiorazzo: segnali di nervosismo per una normale richiesta di trasparenza

Bardi rispetti i compiti di controllo delle Istituzioni Democratiche

Al presidente Bardi – incomprensibilmente – sfugge che il Consiglio Regionale ha compiti di controllo.

Nel ribadirgli che non rinuncio ad esercitarli, voglio rassicurarlo sul fatto che appena dovessero emergere elementi di illecito, in questo cosa o in altri, che vadano dalla Sanità all’Ambiente o altro ancora, non esiterei – contemporaneamente alla segnalazione agli organi regionali – a formalizzarne la denuncia nelle sedi competenti.

Anche se, a quanto emerge dalle notizie di questi giorni, sembra proprio che non ne abbiano bisogno e stiano procedendo autonomamente a fare chiarezza. Ma anche  per questo è necessario che siano forniti tutti gli elementi e non solo auspici e rassicurazioni.

La logica paternalistica del “tranquilli ci penso io” nelle Istituzioni Democratiche, è una colpa grave per chi la predica e per chi l’accetta.

Allo stesso modo, ribadisco, la Politica non può fermarsi ad attendere i tempi spesso fisiologicamente non brevi della Giustizia per capire se qualcosa non ha funzionato perché ha la necessità di garantire continuità l’azione e di andare avanti.

Per questo il controllo sull’azione della Regione degli enti sottoposti e in generale su tutto ciò che utilizza risorse frutto del lavoro dei cittadini deve essere stringente immediato e puntuale con l’obiettivo di arrivare prima delle pronunce dei tribunali ed esserne autonoma.

La richiesta di rendere trasparenti iter e documentazione va proprio in questo senso. Per me che sono sempre stato un garantista e sempre lo sarò è anche chiaro che ci possono essere azioni e comportamenti che, pur non configurando violazioni penali, siano censurabili per una pubblica amministrazione e vadano corrette.

Se c’è qualcosa di anomalo, è l’insofferenza che si registra intorno a questa iniziativa. A iniziare dalla novità nella procedura di presentazione degli accessi agli atti che, per la prima volta, non ha consentito di protocollare la richiesta a mano, cosa prevista dai regolamenti, imponendo l’invio di una PEC.  Uno zelo mai visto e sintomatico.

Il “generale” Bardi deve convincersi che nella funzione di Presidente di questa Regione è egualmente a capo di una catena di comando e come tale ne’ è il responsabile, seguendo ed osservando le regole democratiche a fondamento delle istituzioni Repubblicane, senza tentazioni a delegare o scaricare responsabilità su ufficiali di complemento o (cosa ancor più grave) su qualche sottufficiale.

Pulsante per tornare all'inizio