CULTURA E EVENTI

Al via la nuova stagione 2025/2026 del Nuovo Teatro Comunale di Ruvo di Puglia

"Cosa sono le nuvole?": dal 16 novembre 14 spettacoli tra prosa e teatro per le nuove generazioni

Un caposaldo della commedia francese come Il malato immaginario di Molière; uno spettacolo che si ispira al teatro fliacico della Magna Grecia come Le tragicomiche (vita da eroi); la produzione per ragazzi Hamelin, insignita del Premio Eolo 2023 come miglior spettacolo per le nuove generazioni e, ancora, quella originale e multimediale K(-A-)OPremio Eolo Awards 2025 per l’uso creativo dei diversi linguaggi della scena e annoverata tra i best of Teatro Ragazzi 2024 dalla rivista specializzata Eolo: sono solo alcuni dei titoli che compongono la stagione 2025/2026 del Nuovo Teatro Comunale di Ruvo di Puglia che, dopo aver chiuso il triennio intitolato “Lo stato dell’Arte”, riparte il prossimo 16 novembre con una nuova visione, riassunta dal titolo Cosa sono le nuvole?”.

Una domanda ispiratrice di un punto di vista nuovo, secondo cui, utilizzando le parole del direttore artistico Michelangelo Campanale, «le nuvole sono evanescenti ma necessarie, portano lacqua, portano vita.

Come il teatro». Una visione che si interroga sul rapporto tra il teatro e il suo pubblico, in un viaggio che, attraverso il teatro greco e la commedia dell’arte – da cui tutto ha avuto inizio – approda al teatro contemporaneo e che nasce da una riflessone profonda: esiste una tradizione teatrale a Ruvo di Puglia?

Per rispondere a questa domanda è stato necessario cercare lontano, tra le radici del territorio, studiando i vasi magnogreci che la terra ha custodito e che sono esposti nei musei di tutto il mondo, a partire dal Museo Archeologico Nazionale Jatta, proprio a Ruvo di Puglia.

Su quei vasi è disegnata la nascita del teatro comico e tragicomico: le prime maschere, le prime forme di commedia che si sarebbero poi evolute nella commedia dell’arte e, da lì, nel teatro moderno.

Da questo punto di partenza — antico e vivo — nasce la stagione 2025-2026, che si pregia di ospitare artisti straordinari, compagnie provenienti da tutta Italia, capaci di raccontare, attraverso la propria drammaturgia, l’evoluzione del gesto, della maschera, della parola scenica.

Una riflessione che si fa ancora più densa di significato alla luce del recente e prestigioso riconoscimento di Centro di Produzione teatrale per l’Infanzia e l’Adolescenza che il teatro di Ruvo di Puglia ha ricevuto dal Ministero della Cultura. «Un riconoscimento importante – spiega Michelangelo Campanale – che rafforza la nostra visione pedagogica, etica e politica del teatro: un’arte che deve costruire democrazia, memoria, partecipazione».

PROSA 

Quattro gli spettacoli di prosa presenti all’interno della stagione: si parte domenica 30 novembre con Il malato immaginario ovvero le Molière imaginaire prodotto da Teatri di Bari, riscritto e diretto da Teresa Ludovico e interpretato da Augusto Masiello, Marco Manchisi, Sara Bevilacqua, Michele Cipriani, Piergiorgio Maria Savarese, Christian Di Filippo, Lucia Raffaella Mariani, Paolo Summaria.

Uno spettacolo fortemente corale e che, nella misura di un lavoro collettivo, vuol essere un omaggio al “popolo del teatro”. Una casa del sud, in un bianco e nero da pellicola neorealista, con qualche lampo di colore.

Una maschera, Pulcinella, espressione di quell’anima popolare, beffarda, liquida che pervade tutta l’opera di Molière; uno spirito che entra ed esce dai panni di una serva o di un fratello e che continuerà la sua recita anche quando si spegneranno le luci della ribalta.

Un malato brontolone accudito da una serva petulante e ficcanaso. Maschere farsesche in un mulinello a volte assordante, una danza grottesca di quel quotidiano stretto fra le pareti domestiche dove ogni sussurro si amplifica, dove covano intrighi, dove si fingono finzioni.

Secondo appuntamento con la prosa sarà quello di domenica 18 gennaio con Le Tragicomiche (vita da eroi), prodotto da Crest e I Nuovi Scalzi, testo e regia di Savino Maria Italiano con Lidia Ferrari, Giuseppe Marzio, Abril Milagros Gauna e Savino Maria Italiano.

Quattro guitti, fliaci, muovono emozioni e buffonerie, ripercorrendo i momenti salienti delle famose gesta eroiche del Pelide Achille e della sua ira funesta.

Ma questa non è una storia di guerra, è una storia di amori, di aspirazioni e di giovani, figli che si confrontano con una realtà in cui la giovinezza è spedita sul fronte, mentre i padri, padroni e potenti, possono continuare a imperare sicuri, nel castello delle proprie certezze.

Il testo è strutturato sullo schema delle “ballate”, ispirato a “La canzone di Achille” di Madeline Miller e ai canti omerici.

La presentazione del tema in chiave comica e il prologo affidato a quattro buffoni dichiara, in apertura, la natura dell’opera.

Ancora, domenica 15 febbraiosarà la volta de La Mandragola – Facettissima commedia dell’arte, una produzione Stivalaccio Teatro, regia e canovaccio di Michele Mori, interpretata da Pierdomenico Simone, Francesco Lunardi, Elisabetta Raimondi Lucchetti, Francesca Boldrin, Daniela Piccolo e Elia Zanella.

Una messa in scena che si rifà ai comici dell’arte, a quel teatro fatto con un piccolo praticabile e un fondale logoro, che lascia tanto spazio alla maestria degli attori.

A loro quindi l’arduo compito di far rivivere la commedia, andando a frugare nei vecchi bauli pieni di maschere, dialetti, duelli, canti, musiche e pantomime.

Un omaggio al testo di Machiavelli, o meglio, un “liberamente tratto da”, attraverso quel grande gioco che è la commedia dell’arte. Gli appuntamenti con la prosa termineranno, infine, domenica 12 aprile con Arlecchino, prodotto da Zaches Teatro – Teatro Metastasio di Prato e Teatro Fonderia Leopolda di Follonica: uno spettacolo dedicato al maestro Eugenio Allegri, ideato e progettato da Luana Gramegna e Francesco Givone, regia e drammaturgia di Luana Gramegna, con interpreti Gianluca Gabriele, Amalia Ruocco, Enrica Zampetti. In un Teatro ormai dismesso e fatiscente irrompono tre Pulcinella, tre goffi personaggi in cerca del loro re: Arlecchino.

I tre lo cercheranno disperatamente, convinti che, insieme a lui, troveranno anche la speranza per un futuro migliore e la forza per non soccombere all’oblio.

Forse così gli applausi della platea torneranno a riempire il teatro e, insieme ad Arlecchino scattante e trionfante, ammaliare di nuovo il pubblico con i loro lazzi.

I Pulcinella diventeranno così attori inconsapevoli di un microcosmo, ovvero di quel Teatro che si fa specchio di un’umanità in rovina che lotta per ritrovare la speranza e il profondo senso della sua esistenza.

TEATRO PER LE NUOVE GENERAZIONI

Cinque e tutte eccellenti le produzioni pensate specificamente per le nuove generazioni: ad inaugurare la stagione, in questo senso, sarà Hamelin, prodotto da Factory Compagnia Transadriatica, diretto da Tonio De Nitto.

Appuntamento domenica 14 dicembre alle 17.30 e alle 19.30 per uno spettacolo insignito del Premio Eolo 2023 come Miglior spettacolo per le nuove generazioni.

Una storia che prende spunto dall’enigma dei bambini scomparsi nella fiaba del Pifferaio magico. Il pifferaio, qui interpretato da Fabio Tinella, misterioso interprete di un teatro che si perde nella notte dei tempi giocando su diversi piani temporali, s’interroga sul ruolo dell’arte oggi.

La creazione di Factory, coinvolgendo adulti e bambini in modo diverso su quello che accade davanti ai loro occhi, anche attraverso delle cuffie, restituisce, in modo complesso e foriero di molteplici significati, una storia senza tempo ma di arcano spessore.

Domenica 4 gennaio alle 10 sarà invece la volta della Storia di Su, spettacolo prodotto dalla Compagnia del Sole con Patrizia Labianca, drammaturgia di Antonio Catalano e Patrizia Labianca. Storia di Su parla di tutto ciò che viene da un altrove che vuole ritornarci. Do dove arriva la pioggia? E le foglie? Ciò che cade a terra si fa male?

Come faccio a tirare su ciò che è giù? È un teatro di foglie e uova, dedicato a chi ha la testa tra le nuvole per morbide cadute.

È un viaggio gentile all’origine delle cose. La programmazione di teatro ragazzi prosegue due giorni dopo, martedì 6 gennaio alle 17.30 con La storia di Hansel e Gretel prodotto dal Crest, regia di Michelangelo Campanale.

In questi tempi, raccontare ai bimbi della società dei consumi questa favola, che prende avvio proprio dalla prosastica difficoltà di un padre e di una madre a sfamare i figli, può non essere un esercizio di stile.

Uno spettacolo sospeso tra realtà e favola, perché i bambini imparino a dare valore alle cose e soprattutto alla loro capacità di discernere e conquistarle, a superare la dipendenza passiva, quella dai genitori e quella dall’abbondanza.

Grande attesa, poi, per K–(A)–O, lo spettacolo della Fondazione Sipario ToscanaPremio Eolo Awards 2025 per l’uso creativo dei diversi linguaggi della scena e annoverato tra i best of Teatro Ragazzi 2024 dalla rivista online di teatro ragazzi Eolo.

Appuntamento domenica 8 febbraio alle 17.30 per un lavoro che pone al centro ci sono gli emoji, le faccine divertenti e colorate a cui viene delegata l’espressione dei sentimenti nella comunicazione digitale e il dubbio che il loro abuso impoverisca e nasconda le espressioni emotive reali.

Uno spettacolo che mette da parte le parole per affrontare il tema attualissimo della “comunicazione superficiale”, creata dalle nuove tecnologie e usata in particolare – ma non solo – dalle giovani generazioni. Gli appuntamenti con il teatro ragazzi terminano domenica 22 marzo alle 17.30 con La favola di Peter, produzione Principio Attivo Teatro e silviOmbre, con Silvio Gioia, regia e drammaturgia di Giuseppe Semeraro.

Uno spettacolo che ruota intorno alla suggestione, illusione e meraviglia della luce e delle ombre. Peter ha una gemella: l’ombra. Sono “venuti alla luce” assieme. Sono cresciuti assieme. Hanno giocato assieme. Peter muoveva l’ombra e l’ombra aveva sempre idee meravigliose da offrirgli. Poi Peter cresce, fa le cose che fanno i grandi, non ha più tempo di giocare.

L’ombra resta sempre lì, dietro di lui, in attesa di essere guardata di nuovo. In scena, un attore e la sua ombra su uno sfondo bianco che giocano e interagiscono creando numerosi personaggi e mondi immaginari. Un linguaggio visivo onirico, poetico e ironico che parla a tutte le età con il linguaggio magico delle ombre.

TEATRO DANZA

Da venerdì 13 a domenica 15 marzo (venerdì e sabato alle ore 19 e domenica alle ore 18), appuntamento con il teatro danza: in scena lo spettacolo Giulietta e Romeo – Il corpo di Shakespeare, una co-produzione La Luna nel LettoTeatri di Bari, Compagnia EleinaDregia, scene, luci e drammaturgia di Michelangelo Campanale, coreografie di Vito Leone Cassano.

In linea di continuità con la ricerca su Shakespeare, lo spettacolo è un manifesto poetico, una sintesi del linguaggio scenico di Campanale, della trama coreografica di Cassano e della fisicità degli interpreti della Compagnia EleinaD.

Un’opera fluida, in cui danza contemporanea, teatro fisico e scenografie in continuo movimento si intrecciano in un racconto scenico potente, evocativo e visionario.

Un laboratorio creativo che accoglie e valorizza l’energia dei giovani talenti, intesse un dialogo profondo tra passato e presente, tra le forme del teatro di tradizione e il linguaggio visivo contemporaneo, alla ricerca di nuove sintassi sceniche capaci di raccontare la complessità del nostro tempo.

SAGGI E FINALI DI LABORATORIO

Come già accaduto lo scorso anno, anche la stagione 2025/2026 sarà aperta da saggi e restituzioni di laboratori dedicati ai più piccoli e realizzati in collaborazione con l’associazione culturale Madimù: una scelta pensata per restituire centralità alle nuove generazioni e al ruolo fondamentale ricoperto da queste ultime nel loro percorso di scoperta del teatro come strumento di crescita, di educazione, di socialità.

Si parte domenica 16 novembre con Oz, saggio di teatro per i bambini dai 7 ai 10 anni, a cui seguirà, giovedì 20 novembre, il saggio di teatro per i preadolescenti dal titolo Miseria e Nobiltà.

Domenica 23 novembre, sarà la volta degli adolescenti con Donne al parlamento e, a seguire, del saggio di danza contemporanea dal titolo Anima Mundi. Spazio, poi, anche agli adulti partecipanti alle classi di teatro, con il saggio La Gatta Cenerentola, che andrà in scena nelle giornate del 19, 20 e 21 dicembre.

IL CINEMA IN TEATRO: BORN IN THE USA – Volume 2

Il secondo anno della rassegna cinematografica del venerdì sera del Nuovo Teatro Comunale di Ruvo di Puglia, curata da Paolo Gubello e Salvatore Marci, sarà dedicato alle opere prime di registi che hanno scommesso tutto il loro futuro con un primo passo rimasto nell’immaginario di generazioni di spettatori.

A grande richiesta, anche in questa stagione le serate di proiezione saranno anticipate dagli allievi dei laboratori annuali che presenteranno brevi momenti di avanspettacolo di impostazione teatrale a tema con il film proposto. Le serate si concluderanno poi con l’inevitabile dibattito post visione.

Un originale confronto a scatola chiusa, che tanto ha appassionato gli spettatori nella scorsa edizione.

Si parte venerdì 5 dicembrecon la proiezione di 12 angry man (La parola ai giurati) di Sidney Lumet.

Venerdì 30 gennaio sarà la volta di The Hunger (Miriam si sveglia a mezzanotte) di Tony Scott. Terza proiezione prevista per venerdì 27 febbraio con il film The duellist (I duellanti) di Ridley Scott, seguita, venerdì 27 marzo, da Stranger than paradise di Jim Jarmusch. La rassegna Born in the USA – Volume 2 si concluderà venerdì 17 aprile con la proiezione di Reservoir dogs (Le iene) di Quentin Tarantino.

EVENTI COLLATERALI

Tra gli eventi collaterali al cartellone del Nuovo Teatro Comunale di Ruvo di Puglia per la stagione 2025/2026, l’ormai consueto appuntamento di febbraio con il Veglione di Carnevale: appuntamento venerdì 13 febbraioalle 19 per un evento pensato per partecipanti dagli 11 ai 100 anni, che trasformerà il palcoscenico in un mondo incantato di maschere, musica e spettacolo, con sfilate di maschere e premi per i migliori costumi.

E ancora, dal 20 al 22 febbraio, il teatro di Ruvo di Puglia tornerà ad ospitare il Sonoro Sud, festival di musiche, storie e periferie ideato e diretto da Livio Minafra.

E ancora musica, domenica 19 aprile con il concerto dell’Antiqua World Jazz Ensemble composto da Roberto Manuzzi composizioni, sassofono, flauto dolce e fisarmonica, Rachele Amore voce, chitarra acustica e percussioni, Erica Ruggiero pianoforte e voce, Stefano Guarisco batteria, Raffaele Guandalini basso e contrabbasso, Davide La Rosa chitarra elettrica, Antonio Stragapede mandolino.

Le musiche originali di Roberto Manuzzi e le sue rielaborazioni di brani del XIII secolo di varie aree europee, in costante equilibrio tra jazz, folk e world music, sono eseguite da un numeroso ensemble formato da allievi e docenti del conservatorio, con alcune prestigiose partecipazioni esterne.

OPERA APERTA

Gli spettacoli di prosa del Nuovo Teatro Comunale di Ruvo di Puglia non si esauriscono con la rappresentazione scenica, ma grazie al progetto Opera Aperta curato dal gruppo degli Amici della Luna, iniziano prima e proseguono ben oltre il sipario.

A partire dalle due ore precedenti alla messa in scena, infatti, il teatro ospiterà incontri di riflessione capaci di aprire nuovi punti di vista e stimolare riflessioni e opinioni, per prepararsi collettivamente alla visione di alcuni degli spettacoli in cartellone.

Ma non è tutto: per chi aderisce al gruppo Amici della Luna tramite tesseramento, saranno proposte attività speciali come la partecipazione a prove aperte e collaudi delle nuove produzioni, uscite sul territorio per la visione di spettacoli programmati in altri cartelloni teatrali pugliesi o italiani e il coinvolgimento nella vita del teatro, attraverso attività di volta in volta individuate e proposte anche dagli stessi spettatori.

«Da 35 anni immaginiamo e costruiamo un teatro d’arte in cui il pubblico sia attivo, partecipe, critico – spiega Michelangelo Campanale, direttore artistico del Nuovo Teatro Comunale di Ruvo di Puglia –. la nostra missione non è vendere biglietti: è coltivare pensiero. Crediamo in un teatro che si rivolge a tutti: ai bambini/e, agli adolescenti, agli adulti/e e agli anziani/e. Un teatro che pone domande, che fa nascere dubbi, che apre visioni.

Un teatro che cresce insieme alla comunità e che, proprio per questo, ha bisogno di essere difeso. In un mondo che spesso dimentica le minoranze, noi ci ostiniamo a proteggerle. A cominciare dai bambini e alle bambine. Tutti, di ogni provenienza e colore.

La compagnia La luna nel letto – prosegue Campanale – ha da poco ottenuto il riconoscimento di Centro di Produzione teatrale per l’Infanzia e l’Adolescenza da parte del Ministero.

Un riconoscimento importante, che rafforza la nostra visione pedagogica, etica e politica del teatro: un’arte che deve costruire democrazia, memoria, partecipazione.  

Ringraziamo il nostro pubblico, che ci segue con passione: abbiamo raggiunto una media di 10.000 spettatori a stagione.

Ma il numero non è il nostro vanto. Il vanto è il legame. Il fatto che, insieme, ci scegliamo ogni volta. Questa stagione sarà un inno alla leggerezza pensosa delle nuvole. Uno sguardo verso il cielo e un passo fermo sulla scena. Un invito a guardare in alto, ma a restare uniti, qui, nel nostro teatro».

«Il Teatro Comunale di Ruvo è oggi un riferimento culturale riconosciuto, un luogo abitato, attraversato da artisti provenienti da tutto il mondo, ma anche da scolaresche, apprendisti, professionisti, cittadini in quasi tutte le ore del giorno, dalla mattina alla sera – dichiara Pasquale Chieco, sindaco di Ruvo di Puglia – Un luogo di incontro e di dibattito.

Un’esperienza artistica che è parte essenziale dell’intero panorama regionale ed è tra i principali animatori dell’ecosistema culturale ruvese che in questi anni è in pieno fermento e continua a produrre eccellenze in diversi campi e in diverse discipline.

Un teatro è un servizio pubblico, serve a coltivare una cittadinanza attiva e consapevole, ad affascinare le bambine e i bambini, a ispirare le ragazze e i ragazzi, a stimolare gli adulti, nutrimento costante per le comunità che fanno scelte e attivano azioni per ospitarne uno.

La fondamentale rilevanza di questo servizio pubblico noi Ruvesi la comprendiamo bene e per questo la nostra Amministrazione intende confermare e consolidare la sinergia con la Compagnia La luna nel letto e trovare nuovi modi per valorizzare una realtà che è un riferimento per il comprensorio, che parla a tutta la Regione e rappresenta un volano internazionale per il nome di Ruvo di Puglia».

«Siamo lieti che la conferenza stampa di presentazione della nuova stagione teatrale si tenga al Museo Nazionale Jatta – dichiara Francesco Longobardi, direttore delegato della Direzione regionale Musei nazionali Puglia –.

È un segno tangibile della sempre più viva comunione tra gli attori della vita culturale cittadina. La collaborazione fra museo e teatro, luoghi diversi ma ugualmente votati alla conoscenza e alla condivisione, testimonia la vitalità di una comunità che riconosce nella cultura il proprio linguaggio comune e la propria forza identitaria»

 

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