Crisi idrica, Consiglio Regionale sospeso per mancanza di numero legale. Serve metodo, chiarezza e rispetto per la Basilicata
Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani

Ieri, durante la seduta del Consiglio Regionale della Basilicata dedicata alla crisi idrica, i lavori sono stati sospesi per mancanza di numero legale, nel pieno della discussione.
Non è un dettaglio tecnico, ma un segnale politico preoccupante: nel momento in cui la Basilicata avrebbe bisogno di compattezza e responsabilità, l’Aula si svuota.
Ringraziamo i consiglieri regionali rimasti fino alla fine, che con senso istituzionale hanno onorato il proprio ruolo.
Ma non basta. Quella di ieri è stata una mortificazione per tutti i lucani e le lucane: per chi lavora nei campi, per chi attende risposte, per chi chiede serietà a chi ha giurato di rappresentarli.
L’assenza, in certi momenti, è più eloquente di qualsiasi discorso.
Durante la seduta, il Presidente Bardi e l’Assessore Cicala hanno riconosciuto la gravità della situazione, confermando quanto il Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani sostiene da mesi:
una crisi strutturale, aggravata da carenze gestionali, mancanza di dati aggiornati e una regia poco chiara.
Peccato essersene accorti soltanto ora.
Perché la Basilicata vive questa emergenza da tempo, mentre la politica continua a inseguire le conseguenze invece di prevenirle.
La mancanza del numero legale non è solo una svista procedurale: è un problema di metodo, di priorità e di rispetto.
Il numero legale è la soglia minima della democrazia, non un fastidio del calendario.
Quando viene meno, non si interrompe solo una seduta: si interrompe la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
Se esiste un problema politico interno alla maggioranza, va affrontato con chiarezza.
La Basilicata non può restare ferma per mancanza di equilibrio.
Invitiamo tutti i consiglieri regionali, di ogni schieramento, a una verifica politica seria e pubblica.
E rivolgiamo un appello al Presidente Marcello Pittella, figura di esperienza e buon senso istituzionale:
aiuti a ristabilire un metodo di lavoro stabile e rispettoso delle emergenze reali.
Perché se una maggioranza non c’è più, è doveroso dirlo; se invece c’è, è tempo di dimostrarlo con i fatti — non con i comunicati.
Non è una questione di persone, ma di metodo.
Di rispetto delle istituzioni, di capacità di ascolto, di responsabilità verso un territorio che non può permettersi altri rinvii.
Le assenze, le passerelle e le improvvisazioni hanno già fatto abbastanza danni.
A chi ha definito il Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani “senza volto” o “solo un’e-mail”, rispondiamo così:
non siamo un disturbo, siamo la prova che il silenzio istituzionale non è più sostenibile.
Se bastano un’e-mail e qualche voce libera per mettere in difficoltà un intero sistema, allora quel sistema è fragile, autoreferenziale e privo di anticorpi civici.
Il problema non è chi parla: il problema è chi, potendo agire, sceglie di tacere.
E chi teme le idee, probabilmente non ha più argomenti.
Il Comitato non ha portavoce, non ha padrini politici e non cerca visibilità.
È un movimento civico vero, fondato su competenza, metodo e coraggio.
Un’idea che cammina, che unisce giovani, agricoltori e professionisti che non chiedono applausi ma decisioni.
E se oggi le nostre proposte e le nostre analisi entrano nel dibattito istituzionale, significa che abbiamo già vinto la battaglia più importante: quella delle idee.
Perché le idee, quando sono chiare e libere, non hanno bisogno di seggio: entrano da sole.
Noi non ci sediamo ai tavoli del “faremo”.
Ci siederemo — con rispetto ma con fermezza — solo a quelli del fare.
Perché ieri è mancato il numero legale, ma oggi non può mancare il coraggio di cambiare metodo.
E se le istituzioni iniziano a fare proprie le nostre parole, allora qualcosa si è già mosso:
la Basilicata ha ritrovato una voce — e quella voce non tornerà più al silenzio.
Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani