CULTURA E EVENTI

Alla Frick di New York i tesori del Santo Sepolcro

Il Tesoro del Santo Sepolcro in mostra per la prima volta negli Stati Uniti

(di Alessandra Baldini) – Opere straordinarie di arte sacra, provenienti dal cuore spirituale del Cristianesimo, approdano per la prima volta oltreoceano.

Dal 3 ottobre, la Frick Collection di New York ospita un nucleo eccezionale di oggetti liturgici e preziosi provenienti dal Tesoro del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La mostra, che da marzo si sposterà al Kimbell Art Museum di Fort Worth, in Texas, rappresenta un evento unico per la storia dell’arte e della devozione cristiana.

Questi manufatti, realizzati tra il XVI e il XIX secolo, raccontano un intreccio affascinante di fede, potere e diplomazia.

Sono doni sontuosi commissionati da papi, monarchi e casate nobiliari europee ai più raffinati orafi del tempo, destinati al luogo simbolo del Cristianesimo: il Santo Sepolcro. Un paradosso se si pensa che a custodirli siano stati, per secoli, i Francescani, ordine mendicante fondato da San Francesco d’Assisi, che predicava povertà e umiltà radicali.

Una collezione rimasta nell’ombra per secoli

Nonostante il loro valore artistico e storico, questi oggetti sono rimasti quasi sconosciuti fino agli anni Ottanta, quando furono riscoperti grazie alla ricerca dello storico dell’arte Alvar González-Palacios.

Lo studioso, di origini cubano-italiane e allievo di Roberto Longhi, riuscì a localizzare una collezione di arredi liturgici dimenticati seguendo documenti conservati negli archivi napoletani. Dopo molte esitazioni, i Francescani lo condussero in una stanza remota del Convento di San Salvatore a Gerusalemme. Ciò che trovò superò ogni aspettativa.

Gli oggetti, utilizzati per secoli solo durante le celebrazioni più solenni, erano rimasti “protetti nell’ombra”: la loro bellezza e il valore intrinseco – oro, argento, gemme preziose – li avrebbero facilmente resi bersaglio di furti, saccheggi o distruzioni, se non fossero stati conservati con discrezione.

Capolavori di arte sacra e artigianato europeo

La mostra alla Frick presenta circa 70 pezzi, ma a Gerusalemme il tesoro è ben più ampio. Tra le opere in esposizione si trovano calici incastonati di pietre preziose, ostensori, candelabri, paramenti sacri e torciere monumentali.

Alcuni di questi oggetti furono donati da Carlo II di Spagna, ma realizzati a Messina dai celebri orafi Pietro Juvarra e i suoi figli. Altri provengono da Napoli, come un crocifisso in oro decorato con lapislazzuli, rubini, smeraldi, granati, diamanti e quarzi.

Queste opere testimoniano una vera e propria “competizione diplomatica” tra le grandi corti europee, che attraverso le donazioni cercavano di affermare la propria influenza spirituale su Gerusalemme.

Un museo permanente a Gerusalemme in arrivo nel 2028

Tutti questi oggetti, dopo la tappa americana, faranno ritorno nella Città Vecchia, dove è in costruzione un nuovo museo promosso dal cardinale Pierbattista Pizzaballa, all’epoca Custode della Terra Santa. L’apertura è prevista per il 2028, e sarà la prima volta che il tesoro sarà visibile in maniera permanente al pubblico.

Una protezione maggiore grazie alla conoscenza

Alla domanda se, in un contesto instabile come quello attuale – segnato anche dalla guerra in corso a Gaza – questi oggetti non fossero più al sicuro restando nascosti, padre Stéphane Milovitch, responsabile dei beni culturali della Custodia di Terra Santa, ha risposto con fermezza:

“Ora che sono stati identificati, documentati, fotografati e inseriti in una banca dati, questi tesori saranno molto più protetti. In Europa, da dove provengono, la maggior parte non avrebbe resistito a secoli di guerre e saccheggi.”

Un lungo viaggio verso la luce

Dopo la prima esposizione al pubblico avvenuta nel 2013 a Versailles, alcuni dei pezzi hanno viaggiato in Europa: dal Museo Gulbenkian di Lisbona, al Gaias di Santiago de Compostela, fino al Museo Marino Marini di Firenze, con un focus sui doni della corte medicea. Ora è il turno dell’America, prima del ritorno a casa, a Gerusalemme.

ANSA

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