CRONACA

ASPAT Basilicata: la Fisioterapia è la grande assente nelle Liste d’attesa

In Basilicata c’è un vuoto che pesa sul Sistema Sanitario Regionale: l’invisibilità della Fisioterapia. A sostenerlo è l’Aspat in una nota a firma della presidente Antonia Losacco.

Mentre il dibattito pubblico si concentra giustamente sulle liste di attesa della specialistica ambulatoriale, un ambito fondamentale per la salute delle persone, le prestazioni di Medicina Fisica e Riabilitazione (FKT) sembrano svanire nel nulla.

Se ne parla poco, e quando lo si fa – evidenzia l’associazione di rappresentanza di Centri Fkt e fisioterapia – sembra quasi di disturbare.

È come se la fisioterapia fosse un servizio minore, non riconosciuto tra le priorità dei Livelli Essenziali di Assistenza, eppure e’ una necessità fondamentale per chi affronta problemi di mobilità, per chi ha subìto infortuni, interventi chirurgici, traumi, convive con patologie croniche, dove la tempestività delle cure è decisiva per il recupero funzionale e per prevenire l’aggravamento delle condizioni che potrebbero diventare irreversibili.

Con l’adozione della DGR 473/2025 che riduce in maniera drastica e approssimativa l’accesso, con la DGR 513/2025 che ignora del tutto la fisioterapia e con la Nota dell’ Asp di Potenza  prot. n. 78975 che sospende l’erogazione delle prestazioni per conto del SSR alle strutture che hanno raggiunto il nuovo budget, il percorso di cura diventa una vera incognita!

Si allungheranno le Liste d’attesa, che sono già una realtà, ed esistono allo stesso modo in Fisioterapia, anche se restano frammentate, custodite informalmente nei registri dei singoli centri o di qualche distretto, perchè non vengono registrate nel sistema CUP regionale.

Nessuna visione d’insieme, nessun monitoraggio ufficiale, nessuna trasparenza. Questo vuoto informativo e informatico è la radice del problema: senza dati, come può la politica programmare interventi seri, efficaci e mirati?

Un politico regionale,  ha recentemente dichiarato che bisogna “concentrare le attività sulle prestazioni realmente necessarie, non su ciò che conviene ai bilanci privati”.

La verità è opposta! A reggere il sistema non è stata alcuna programmazione regionale, ma la disponibilità delle strutture private accreditate che nonostante budget limitati, molte di esse hanno continuato a garantire cure anche oltre il tetto di spesa assegnato e senza remunerazione, solo per senso di responsabilità verso i pazienti che le avevano scelte, un impegno che non nasce dal profitto, ma dalla serietà e dalla professionalità degli Operatori.

E’ evidente che – dice Losacco -questa non può essere la soluzione, un sistema sanitario deve basarsi su regole chiare, programmazione, appropriatezza, trasparenza e giusta retribuzione.

La contraddizione però è evidente, le risorse  non mancano, ci sono e se davvero si vuole garantire il diritto alla cura dei cittadini e valorizzare il ruolo del privato accreditato, la Basilicata ha davanti una sfida cruciale: non punire chi lavora bene, ma pianificare correttamente, rendere il sistema trasparente, adeguando il CUP agli obblighi previsti dal DL 73/2024 e utilizzare senza indugio le risorse finanziare previste nel DL n 95/2012 (Balduzzi), destinate ai contratti con l’ ospedalità privata, che quest’anno non sono state utilizzate e quindi totalmente ed immediatamente disponibili.

La domanda è semplice: perchè non vengono impiegate mentre i cittadini aspettano cure fondamentali? La Basilicata -conclude Losacco – deve utilizzare da subito le risorse disponibili, la salute non può aspettare e i cittadini non possono essere lasciati senza punti di riferimento certi.

Presidente Aspat Basilicata

Antonia Losacco

Pulsante per tornare all'inizio