CRONACA

SLA in Basilicata: oltre 50 famiglie abbandonate

AISLA denuncia: “Senza fondi, senza risposte, senza dignità”

Mentre in tutta Italia si accendono luci verdi per dare voce e speranza a chi vive con la SLA, in Basilicata si fa strada un silenzio che pesa come un macigno. Oltre 50 famiglie, colpite dalla Sclerosi Laterale Amiotrofica, sono lasciate sole. Senza aiuti, senza certezze, senza nemmeno la considerazione dovuta da parte delle istituzioni.

A pochi giorni dalla XVIII Giornata Nazionale SLA, che ogni anno unisce il Paese in un abbraccio simbolico fatto di solidarietà e rispetto, nella nostra regione le promesse restano sulla carta. Il Fondo regionale per la SLA non è mai stato ripristinato.

Gli assegni di cura sono fermi a maggio 2025, lasciando le famiglie senza il minimo sostegno economico. Le cure domiciliari non hanno prospettive di rafforzamento. E i contatti istituzionali promessi, anche dopo incontri ufficiali, sono svaniti nel nulla.

“Non è solo burocrazia che rallenta – denuncia Pina Esposito, Segretario Nazionale AISLA – è un fallimento politico. Ogni giorno senza risposte è un colpo inferto alla dignità delle persone con SLA, e un peso insopportabile per chi se ne prende cura, giorno e notte”.

Da mesi AISLA chiede interventi chiari e immediati. Pec, lettere, solleciti: da febbraio ad oggi, l’Associazione non ha mai smesso di bussare alle porte delle istituzioni regionali. Dopo tanta insistenza, il 15 luglio scorso si era finalmente svolto un incontro con l’Assessorato alla Salute. In quell’occasione, la Regione Basilicata aveva dichiarato pubblicamente che “nessuna famiglia sarebbe stata lasciata sola”. Parole importanti, cariche di speranza. Ma che, ad oggi, restano solo parole.

Nel frattempo, nessuna misura concreta è stata adottata. Nessun fondo stanziato, nessun pagamento sbloccato, nessun passo avanti.

E così, proprio quando il resto del Paese si mobilita per riaffermare i diritti di chi convive con questa malattia spietata, in Basilicata la voce delle famiglie si perde in un vuoto che sa di abbandono. Non ci sono bandiere, né luci verdi che bastino a coprire il senso di tradimento che molti provano.

Il 4 settembre, AISLA ha inviato una nuova lettera ufficiale al Presidente della Regione, Vito Bardi. Le richieste sono chiare:

  • Il ripristino immediato del Fondo SLA, con stanziamenti certi e continuativi;

  • Lo sblocco degli assegni di cura arretrati;

  • L’attivazione urgente di un tavolo tecnico permanente, insieme ad AISLA, per garantire assistenza domiciliare dignitosa e continuativa.

Ma anche questo appello è caduto nel silenzio.

“La SLA non aspetta. E le famiglie non possono più aspettare”, conclude AISLA. “Chi ha il potere di agire, e sceglie di non farlo, si assume tutta la responsabilità di questa vergogna”.

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