POLITICA

Basilicata, RASS senza quota sanitaria: SIFUS denuncia una grave ingiustizia sociale

COMUNICATO STAMPA SIFUS

Mancata erogazione della quota sanitaria nelle RASS e RASS 1 in Basilicata, SIFUS : una grave ingiustizia sociale .

Il SIFUS nazionale e regionale denuncia con forza la persistente mancata erogazione della quota sanitaria prevista in tutte le Regioni d’Italia tranne in Basilicata.
Nonostante la legge nazionale stabilisca chiaramente il riconoscimento di una quota sanitaria a carico del sistema pubblico, nella nostra regione ribadiscono i segretari del Sufus , rispettivamente del nazionale Maurizio Grosso e regionale Pina De Donato- tutto ciò resta lettera morta. Ancor più grave è il fatto che tale contributo non sia neppure richiedibile, a causa dell’assenza di una legge regionale sull’accreditamento di queste strutture.

Questa problematica è stata più volte portata all’attenzione della politica lucana nel corso degli ultimi dieci anni dall’ARSAAB – Associazione Regionale delle Strutture Socio Assistenziale della Basilicata, che rappresenta i gestori delle strutture socio-assistenziali. Strutture che, a differenza delle RSA, non sono mai state accreditate, pur svolgendo una funzione essenziale e insostituibile per il territorio.

Le RASS e le RASS1 accolgono anziani e persone con disabilità, spesso in totale assenza del supporto familiare, garantendo assistenza continua, cure sanitarie e alla persona, servizi di mensa e lavanderia, ma soprattutto umanità, attenzione e dignità. In una sanità pubblica sempre più ridotta all’osso, queste strutture rappresentano un vero e proprio presidio di sicurezza per le fasce più deboli della popolazione.

Il personale – operatori socio-sanitari, infermieri, addetti alle pulizie, cuochi – non svolge soltanto un lavoro, ma porta avanti quotidianamente una vera missione sociale, spesso in condizioni economiche e organizzative estremamente difficili.

Una regione che voglia dirsi civile e moralmente responsabile dovrebbe partire proprio dagli anziani, dalle loro fragilità e dalle spese che devono affrontare ogni mese. Le pensioni oscillano mediamente tra i 600 e i 1.000 euro: a voi le somme, considerando il costo delle rette interamente a carico delle famiglie.

E mentre cittadini e ospiti soffrono in silenzio, il governo regionale ha ritenuto opportuno ripristinare i vitalizi, dimostrando una preoccupante distanza dalla realtà sociale e dalla fragilità del sistema socio-assistenziale lucano.

Le strutture, ormai allo stremo, sono state costrette a chiedere l’aumento delle rette per far fronte ai costi di gestione e del personale. Ma ci si chiede:
cosa accadrebbe se dal 1° febbraio tutti i circa 500 ospiti venissero dimessi?
Il servizio sanitario regionale è davvero in grado di accoglierli, considerando le gravi carenze strutturali e di personale già esistenti?

Il SIFUS lancia un appello urgente alla politica regionale: è necessario un intervento immediato e concreto per sanare questa ingiustizia che dura da troppo tempo. In assenza di risposte tempestive, il sindacato metterà in campo ogni forma di lotta e di protesta, a tutela dei lavoratori, delle strutture e soprattutto degli ospiti più fragili.

La dignità delle persone non può più aspettare.

SIFUS –Nazionale
Regione Basilica
Maurizio Grosso
Pina De Donato

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