Fondi ad Hamas, sequestrato un milione durante le perquisizioni

Sono state effettuate 17 perquisizioni dalla Digos, che hanno coinvolto anche le tre sedi dell’Associazione Benefica di Solidarietà con il Popolo Palestinese (ABSPP) a Genova, Milano e Roma.
Le perquisizioni sono state estese anche a Torino, Bologna, Bergamo, Firenze, Monza Brianza, Lodi e Sassuolo (Modena), nell’ambito di un’inchiesta sui finanziamenti destinati a Hamas. L’indagine ha portato all’arresto di Mohammed Hannoun, presidente dell’Associazione dei Palestinesi d’Italia, a Genova.
Secondo la procura, durante le operazioni sono stati sequestrati in totale oltre un milione e 80 mila euro in contante, trovati non solo nelle sedi dell’ABSPP, ma anche nelle abitazioni degli indagati.
Un caso particolare riguarda il sequestro di circa 560 mila euro, nascosti in un vano ricavato in un garage a Sassuolo.
Oltre al denaro, sono stati sequestrati anche vari dispositivi elettronici, tra cui computer e altri apparecchi, alcuni dei quali nascosti in un’intercapedine di una parete in un’abitazione della provincia di Lodi. Questi dispositivi saranno analizzati nei prossimi giorni.
Nella casa di uno degli indagati, dove sono stati trovati circa 6 mila euro in contante, è stata rinvenuta anche una bandiera di Hamas.
Materiale riconducibile all’organizzazione è stato scoperto anche in altri luoghi sottoposti a perquisizione. Tra gli oggetti sequestrati vi erano diversi opuscoli sul movimento islamista, oltre a una chiavetta USB contenente ‘anāshīd’, canti corali della tradizione islamica celebrativi di Hamas.
Un altro elemento significativo riguarda le dichiarazioni di Ra’Ed Hussny Mousa Dawoud, conosciuto come Abu Falastine, uno degli arrestati nell’inchiesta.
Il 7 ottobre 2023, in un colloquio con due interlocutori algerini, ha dichiarato: “Il 7 ottobre 2023 è stato l’inizio della liberazione. Ora siamo sulla strada della liberazione…”. Questo è solo uno degli elementi che, secondo l’accusa, confermerebbe la sua adesione a Hamas.
Inoltre, Abu Falastine ha raccontato di un incontro con l’ex leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che gli avrebbe detto di non partire per Gaza e rimanere in Italia, aggiungendo che anche se avesse inviato cento persone in Italia, nessuna sarebbe stata in grado di sostituirlo.
Le indagini hanno anche trovato una foto di Falastine con il leader dei Fratelli Musulmani, Al-Khardoui, nell’opuscolo ‘Hamas in Europe’, insieme a un video che mostrava i tunnel sotto Gaza, e un documento della sicurezza interna di Hamas in cui Falastine veniva indicato come punto di riferimento per l’organizzazione in Italia.
Falastine è stato anche coinvolto nell’organizzazione del trasporto di fondi in Palestina, con frequenti consegne in contante.
Tra i principali intermediari ci sono Adel Ibrahim Salameh Abu Rawa, che si occupava delle donazioni nel Nord Est, e che ha effettuato diverse consegne di ingenti somme di denaro.
Tra gli episodi più significativi: l’11 febbraio 2024 a Milano ha consegnato uno zaino con 180 mila euro, l’11 aprile 2024 ha portato 250 mila euro al casello di Lodi, e il 20 giugno dello stesso anno, altri 180 mila euro.
La somma totale raccolta è stata enorme, tanto che Mohammad Hannoun ha dichiarato che, durante un suo soggiorno in Gran Bretagna, ha gestito più fondi in otto mesi che altri in molti anni. “Sì,” ha confermato Abu Rawa, “senza contare quelli tramite POS e altre modalità, si è arrivati a quasi un milione e 900 mila euro.”
Intanto, emerge anche il nome di Mohamed Shahin, l’imam di Torino, coinvolto nelle indagini che hanno portato a nove misure cautelari e a un ammontare di sette milioni di euro destinati a Hamas tramite diverse associazioni.
Sebbene Shahin non sia indagato direttamente in questo caso, alcuni degli arrestati lo hanno nominato, e sembra che abbia avuto interazioni con le persone accusate di raccogliere fondi a Torino per inviarli a Gaza. La sua figura è stata citata anche nelle comunicazioni intercettate durante l’inchiesta, come riportato dall’edizione locale de La Repubblica.
ANSA