CRONACA

Papa: ‘In Curia cessino le smanie di primeggiare e i sotterfugi’

Talvolta, anche all’interno della Curia, può emergere un senso di disincanto quando, dopo molti anni di servizio, ci si accorge che alcune dinamiche legate all’esercizio del potere, al desiderio di emergere o alla tutela di interessi personali faticano a trasformarsi.

Da qui nasce una domanda sincera: è davvero possibile coltivare un’amicizia autentica nella Curia Romana?

È Papa Leone a porre l’interrogativo, sottolineando come, nella fatica quotidiana, sia prezioso incontrare persone di cui potersi fidare.

Rapporti nei quali cadono maschere e ambiguità, dove nessuno viene strumentalizzato o messo da parte, e in cui si riconoscono il valore e la competenza di ciascuno, evitando di alimentare tensioni e risentimenti.

Richiamandosi all’Esortazione apostolica Evangelii gaudium di papa Francesco, il Pontefice ha voluto soffermarsi su due dimensioni centrali della vita ecclesiale: la missione e la comunione.

Lo ha fatto nel tradizionale scambio di auguri con la Curia romana, il primo del suo pontificato. La Chiesa, ha ricordato, è per sua natura aperta al mondo e orientata alla missione; per questo le sue strutture non devono appesantire o rallentare l’annuncio del Vangelo, ma favorirne il dinamismo e la forza evangelizzatrice.

Anche il lavoro della Curia, ha aggiunto, deve essere animato da questo stesso spirito, promuovendo una sollecitudine pastorale autentica al servizio delle Chiese particolari e dei loro pastori.

È necessario, secondo il Papa, costruire una Curia Romana sempre più missionaria, in cui istituzioni, uffici e incarichi siano pensati in relazione alle grandi sfide ecclesiali, pastorali e sociali del nostro tempo, e non soltanto per garantire l’ordinaria amministrazione.

Il Pontefice ha poi richiamato l’attenzione sul tema della comunione, definendola una sfida costante nella vita della Chiesa.

Talvolta, anche quando tutto sembra procedere con serenità, possono riaffiorare dinamiche di divisione. Si rischia così di oscillare tra due estremi: da un lato l’appiattimento delle differenze, dall’altro l’esasperazione delle diversità e dei punti di vista, a scapito della ricerca di un’autentica unità.

Questo pericolo, ha spiegato il Papa, può manifestarsi nelle relazioni personali, nel lavoro quotidiano degli uffici e nei diversi ambiti della riflessione ecclesiale, dalla fede alla liturgia, dalla morale ad altre questioni.

In tali contesti, si può facilmente cadere nella rigidità o nell’ideologizzazione, con conseguenti contrapposizioni che indeboliscono la comunione e la testimonianza della Chiesa.

ANSA

 

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