POLITICA

Bolognetti sospende lo sciopero della fame e della sete

“La lotta per il diritto umano alla conoscenza non si ferma”

Nella giornata di sabato 6 dicembre, dopo un opportuno check up all’Ospedale di Lagonegro, ho deciso di sospendere l’azione nonviolenta che ho condotto per 32 giorni.

Ho inteso così onorare e corrispondere alle preziose parole che mi sono state rivolte dall’assessore regionale alla sanità, Cosimo Latronico, e dal professor Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università dell’Italia Meridionale e già deputato della XII legislatura.

Nel ribadire che dalle affermazioni di Latronico emerge una certa sintonia con le ragioni che ho provato a difendere e rappresentare, gioverà riportare alcuni stralci della lettera inviatami dal prof. Tanzarella, che è stato, tra l’altro, autore della post-fazione al mio libro “Buchi per terra”: “Il tuo esemplare impegno meriterebbe di avere almeno degli interlocutori attenti e, anche se in disaccordo con te, in grado di comprendere.

Cioè dotati di una coscienza. Ma i vertici della politica e del giornalismo nazionale e locale (meglio sarebbe dire degli opinionisti televisivi e della carta velina) ti appaiono in grado di intendere? E anche se lo fossero gli converrebbe ascoltarti?

Certo che no, e la loro vita di tattiche, equilibrismi, passi felpati e in non pochi casi di sordidi interessi lo dimostra con chiarezza […]

Del resto della Costituzione chi più si ricorda? […] disatteso l’articolo 3 ne consegue che anche il primo rigo del 21 sia orami carta straccia [..]

Lo sprofondamento sociale in atto in Italia richiede che tu resti con noi perché abbiamo ancora bisogno di te.

E hanno bisogno di te tutti quelli ai quali libertà e uguaglianza sono tuttora violentemente o subdolamente negate”.

Viviamo in un Paese in cui, ahimé, da oltre settant’anni il dettato costituzionale è stato ridotto a carta straccia e questo vale certissimamente anche per l’art. 111 della Costituzione, che di tutta evidenza impone una separazione delle carriere dei magistrati.

Un provvedimento non contro, ma necessario per garantire l’equità dei processi e la certa parità tra accusa e difesa. Un provvedimento che personalmente auspico dagli anni ’80.

Sospendo, e come sempre ripeto sospendo, perché chi come me pratica quotidianamente la via del Satyagraha prova a volte a nutrirlo anche attraverso la fame e la sete.

Voglio salvaguardare la mia salute dopo 40 anni di lotte, che spesso mi fanno venire in mente le parole di Angelo Tasca: “Mi sono prodigato per più di una quarantina di anni in vicende che sarebbero bastate a logorare parecchi uomini ed ora il corpo, questo intruso, ha iniziato la rivolta”.

La lotta e il dialogo, per quanto ardui, non terminano certo con la sospensione della fame e della sete. Continuerò nei prossimi giorni a rivolgermi alla Commissione di Vigilanza sui servizi radiotelevisivi e ai vertici Rai nazionali e locali.

Continuerò e continueremo come Associazione Radicali Lucani a dar corpo alla nostra fame di verità e democrazia, giustizia e libertà e di certo anche di giustizia sociale.

Continuerò in tutti i modi possibili a sostenere la riforma dell’ordinamento giudiziario e lo farò ricordando a me stesso una lunga militanza politica spesa anche in difesa e per l’affermazione di una giustizia giusta.

Laddove, e gioverà sottolinearlo, il sottoscritto, parafrasando Sciascia, potrebbe rispondere a chi dovesse chiedergli se è garantista: “No, sono solo uno che ha a cuore diritto, diritti, giustizia, stato di diritto democratico e quel diritto umano alla conoscenza che è sinonimo di democrazia”.

Garantismo è termine troppo ambiguo per poterlo sposare.

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