Michael Bublè canta in Vaticano. Il Papa: ‘La musica un ponte verso Dio’

Nelle prime file dell’Aula Paolo VI hanno trovato posto circa duemila persone in condizioni di difficoltà, alle quali sono stati offerti una cena solidale e un dono natalizio.
Ma il regalo più atteso è stato quello artistico: una serata di musica che Papa Leone e i promotori dell’iniziativa hanno voluto dedicare agli ospiti del Concerto con le Persone in Situazioni di Fragilità, impreziosito dalla presenza straordinaria di Michael Bublé.
«Questa sera, mentre le note toccavano i nostri cuori, abbiamo percepito l’immenso valore della musica: non un privilegio riservato a pochi, ma un dono del cielo aperto a ciascuno, indipendentemente dalla condizione sociale o dal livello di istruzione», ha dichiarato il Pontefice salutando il pubblico al termine dell’evento.
Un’atmosfera inedita Oltretevere
Una scena così, in Vaticano, non si vedeva da tempo. Papa Francesco non aveva mai partecipato ai concerti, non ritenendoli parte del proprio stile pastorale; Benedetto XVI, invece, prediligeva appuntamenti musicali più formali, quasi sempre dedicati alla musica classica. Papa Leone, al contrario, appassionato di canti e melodie, ha accolto con entusiasmo l’invito a presenziare allo spettacolo swing di Bublé.
Non è forse un caso che la serata si sia conclusa con il coro della diocesi di Roma, diretto da monsignor Marco Frisina, che ha intonato “Feliz Navidad”: lo stesso canto che il futuro Papa eseguiva spesso quando era missionario nella diocesi di Chiclayo, in Perù.
«Questa sera celebriamo l’essere umano», ha detto un emozionato Bublé, scaldando un pubblico che ha risposto con l’energia e gli applausi di un grande concerto dal vivo. Il Papa, più composto, si è limitato a battere le mani dopo ogni brano — da “Feeling Good” alla celebre “Ave Maria” di Schubert, fino alla tradizionale “Silent Night” — ma ha riservato un sorriso complice al cantante quando quest’ultimo ha augurato «Merry Christmas! Buon Natale! God bless you!».
La musica come ponte verso il cielo
Nel suo messaggio finale, Leone ha dedicato parole profonde al valore della musica:
«La musica è un ponte che ci avvicina a Dio. È capace di dare voce a emozioni, sentimenti, perfino ai moti più nascosti del cuore, sollevandoli verso l’alto come una scala ideale che unisce terra e cielo. Sì, la musica ci innalza! Non perché ci distrae dalle nostre fatiche o ci narcotizza, ma perché ci ricorda che non siamo definiti dai nostri problemi: siamo molto di più, siamo figli amati da Dio».
Lo sguardo già rivolto al Natale
Il pensiero del Pontefice è poi corso alle festività imminenti. «Non è un caso che il Natale sia traboccante di canti tradizionali, in ogni lingua e cultura. È come se questo Mistero non potesse essere celebrato senza melodie, senza inni di lode. Anche il Vangelo ci racconta che, mentre Gesù veniva alla luce nella grotta di Betlemme, in cielo risuonava un grande coro angelico. E chi ha ascoltato quel concerto? I pastori che vegliavano nella notte».
Il Papa ha quindi invitato i fedeli a vivere l’Avvento con cuore vigile e aperto: «Prepariamoci all’incontro con il Signore che viene. Liberiamo il cuore da pesi inutili, dall’egoismo e dalle ansie materiali. Restiamo attenti agli altri, a chi ha bisogno, pronti ad accogliere il canto d’amore di Dio: Gesù Cristo. Sì, Lui è il canto d’amore che Dio ha donato all’umanità».
ANSA
