Crollo prezzo latte: Cia, in allarme allevatori lucani bovini

Il crollo del prezzo del latte, precipitato da 0,68 centesimi litro di luglio ai 0,48 cents. litro di novembre allarma gli allevatori di bovini in Basilicata che sono complessivamente 2.608 con una produzione totale di latte vaccino consegnato alle aziende lattiero-casearie che ammonta a circa 152mila tonnellate di latte. Per Cia-Agricoltori questa dinamica evidenzia un mercato fuori controllo, schiacciato da eccessi di offerta e fenomeni speculativi che stanno erodendo la redditività delle aziende. A questo, si somma la questione del latte “sfrattato” dal 1° gennaio 2026, una vera bomba a orologeria per le aziende. Nelle principali regioni produttrici, infatti, si prevedono disdette contrattuali per grandi quantità di prodotto: solo in Lombardia, si parla di circa 5.000 quintali senza più destinazione. Una situazione inaccettabile che crea grande caos e preoccupazione tra gli allevatori.
Più in generale, Cia denuncia un’evidente iniquità nei prezzi: mentre il latte alla stalla subisce cali drastici, i prezzi al consumo non scendono con la stessa rapidità, penalizzando gli allevatori e, al contempo, i consumatori. Sul mercato gravano anche le importazioni a basso costo da Paesi extra-Ue.
Per fronteggiare una situazione così complessa, Cia porta al Tavolo latte al Ministero una serie di proposte chiare. Oltre alla prioritaria tutela del prezzo pagato ai produttori nei contratti, serve un coordinamento di sistema per governare la futura sovrapproduzione, mettendo in campo un “patto equo di filiera”. È, quindi, necessario rilanciare l’OCM Latte, per consolidare le Op, aggregare l’offerta e rafforzare la programmazione, migliorare la capacità negoziale degli allevatori e, soprattutto, affrontare attrezzati le crisi. In più, Cia chiede il rifinanziamento del Fondo filiere e del Fondo sovranità alimentare nella manovra con risorse dedicate. È prioritario anche individuare nuovi canali di sbocco per le eccedenze e rilanciare una campagna istituzionale di promozione del consumo di latte italiano.
“Il settore lattiero-caseario è in un momento decisivo -commenta il presidente di Cia, Cristiano Fini-. Serve un’assunzione di responsabilità da parte di tutta la filiera e risposte concrete da subito. Solo così potremo superare l’emergenza e costruire un modello più equo, competitivo e sostenibile per il futuro”.
In Basilicata i prodotti lattiero-caseari generano un mercato di 3 milioni di euro di scambi commerciali.
Il latte non può essere trattato come una commodity e gli allevatori non devono pagare le conseguenze di un mercato squilibrato. Per questo, bisogna difendere il giusto prezzo e gli impegni contrattuali, rilanciare l’OCM Latte e costruire un vero e proprio “patto” di filiera anche per gestire le eccedenze.
