Coordinamento Agricoltori della Basilicata: “Non difendiamo un seggio: difendiamo una terra”

Dopo le dichiarazioni del Consigliere Gianuario Aliandro — ruolo che rispettiamo, così come rispettiamo i cittadini che rappresenta — riteniamo necessario riportare il confronto sul terreno più serio: quello dei dati.
La crisi idrica che attraversa la Basilicata non è un imprevisto: da mesi condiziona in modo diretto la vita delle comunità lucane. I numeri sono chiari: nove comuni in turnazione per l’acqua potabile, invasi sotto i livelli stagionali, razionalizzazioni già avviate e criticità tecniche note da tempo.
Non parliamo di un evento improvviso, ma di una crisi prevedibile e misurabile, che non è stata gestita con la programmazione necessaria. Quando un problema ampiamente annunciato esplode comunque, il nodo non è l’evento: è il metodo.
Il Consigliere ha ricordato che lo stato d’emergenza non si attiva “a citofono”. È corretto.
Ma l’aspetto centrale è un altro: senza un sistema informativo trasparente e aggiornato non si distinguono in tempo utile le fasi di criticità.
Senza dati affidabili si procede a vista, e procedere a vista non è governare: è reagire.
Per questo abbiamo indicato strumenti concreti: dati periodici sugli invasi, soglie chiare, decisioni tracciabili, una pianificazione a 30/60/180 giorni. Serve organizzazione, not narrazione.
La realtà — detta con sobrietà — è semplice: la crisi dura da mesi ed era prevedibile.
Quando accade qualcosa di prevedibile e non si interviene per tempo, non è il destino a sbagliare: è la governance che non ha avuto gli strumenti, o il coraggio, per anticipare.
È come guidare senza un quadro comandi: si può avanzare per inerzia, ma prima o poi la rotta si perde. Ed è ciò che è accaduto.
A questo si aggiunge un elemento che rende ancora più evidente il problema del metodo: la richiesta di stato d’emergenza inviata dalla Regione lo scorso 30 settembre.
Sono trascorsi mesi e non è stato comunicato alcun aggiornamento: quali sviluppi ci sono? Roma cosa dice?
Un’emergenza si affronta con trasparenza e tempi certi, non con pratiche che sembrano addormentarsi lungo il percorso amministrativo.
Lo diciamo con il massimo rispetto istituzionale: quando si parla di crisi idrica, il silenzio non è una strategia.
Ad oggi non sono state adottate misure capaci di evitare che la situazione si ripresenti nelle prossime settimane. È evidente nei territori, ed è evidente anche a chi continua a difendere posizioni che non reggono più.
A questo punto il tema non riguarda più le percezioni, ma la capacità di lettura della realtà.
Senza informazioni verificabili, ogni confronto diventa opinione. E dove avanzano le opinioni, arretrano le soluzioni.
È proprio per evitare questo che abbiamo scelto una linea chiara: chiedere dati, metodo e responsabilità.
Non perché abbiamo un ruolo politico, ma perché chi vive i territori vede ogni giorno gli effetti delle scelte mancate.
E quando non si è parte di una maggioranza né di un’opposizione, si ha un vantaggio reale: la libertà di dire le cose come stanno, senza calcoli.
Il nostro contributo è questo: offrire analisi, proposte e responsabilità, senza interessi di parte.
Non rappresentiamo blocchi.
Non cerchiamo visibilità.
Non costruiamo contrapposizioni.
Siamo cittadini, imprenditori e ragazzi liberi.
Non difendiamo un seggio: difendiamo una terra.
E saremo i primi a riconoscere il lavoro di chi saprà passare dalla gestione dell’urgenza alla programmazione. Governare significa prevedere: rincorrere non basta più.
Continueremo a chiedere, con rispetto ma senza timidezze, ciò che ogni territorio moderno richiede: dati, trasparenza e decisioni.
La Basilicata non si rilancia con le parole:
si rilancia con la responsabilità.
E il futuro — per chi ama davvero questa regione —
non si aspetta: si costruisce adesso.
Coordinamento Agricoltori della Basilicata
