CULTURA E EVENTI

Trump: ‘Zelensky dovrà farsi piacere il piano di pace’. Putin: ‘Base per la pace’

Sei giorni per capire se Volodymyr Zelensky accetterà un piano che potrebbe segnare la fine della resistenza ucraina o se, invece, deciderà di proseguire la lotta, pur senza l’appoggio del suo alleato più potente.

Sei giorni per capire se l’Europa saprà reagire, dopo essere stata colpita dall’ennesima mossa strategica degli Stati Uniti. Il piano di pace proposto da Donald Trump potrebbe diventare un momento cruciale per la storia dell’Occidente. Le ultime indiscrezioni hanno fatto chiarezza, e ora il presidente americano ha confermato la sua proposta, dando un ultimatum a Kiev: accettare entro giovedì, giorno del Ringraziamento.

Trump, infatti, ha dichiarato che Zelensky dovrà accettare il suo piano di pace. “Si dovrà fare andare bene il mio piano”, ha affermato il presidente americano in un incontro con Zohran Mamdani.

Da Mosca, Vladimir Putin ha fatto sapere che anche il Cremlino è coinvolto nella definizione di questo piano di pace. “Il piano può servire come base per mettere fine al conflitto”, ha dichiarato lo Zar, aggiungendo però una minaccia pesante: “Se Kiev non accetterà, conquisteremo ulteriori territori ucraini”.

La strategia di Trump si inserisce in un disegno geopolitico ben preciso, che affonda le radici nei suoi incontri con Putin, partendo dal vertice di Anchorage e passando per il fallito incontro di Budapest. Nonostante la reticenza iniziale, Trump ha operato dietro le quinte, facendo avanzare il suo fido collaboratore Steve Witkoff per negoziare la fase preparatoria della pace, simile al lavoro svolto per Gaza.

Nel frattempo, i dettagli del piano sono trapelati sui media internazionali. Poi, a un certo punto, Trump ha preso parola con più chiarezza: “Giovedì è il giorno giusto per accettarlo”, ha dichiarato a Fox News, minimizzando le cessioni di territorio richieste a Kiev in cambio della pace.

“Probabilmente perderà comunque quei territori, ma in un tempo molto breve”, ha aggiunto. Trump ha ribadito una posizione chiara sulla questione delle sanzioni: “Non intendo revocarle”, ha assicurato. Nonostante ciò, Zelensky non ha avuto contatti diretti con Trump. Al suo posto, è stato il vice-presidente J.D. Vance a dialogare con il leader ucraino.

Poco dopo, Zelensky, parlando al popolo ucraino, ha descritto il difficile bivio che si trova ad affrontare: accettare l’ultimatum di Trump o andare avanti senza il sostegno degli Stati Uniti. “Siamo in uno dei momenti più difficili della nostra storia”, ha dichiarato. “L’Ucraina si trova ora davanti a una scelta molto difficile”.

In queste ore, la partita a scacchi che coinvolge Kiev ha quattro protagonisti principali: le due parti in conflitto, gli Stati Uniti e l’Europa.

Un quarto attore, Johannesburg, ospita il G20, dove i leader europei stanno preparando un piano alternativo per contrastare quello proposto dagli Stati Uniti.

La mossa di Trump ha colto di sorpresa l’Europa, creando una reazione a catena tra i leader. I commenti sono contrastanti: alcuni definiscono il piano “vergognoso” o addirittura “scritto da un russo”, mentre altri lo considerano “pragmatico”, ma con delle riserve. Ci sono anche opinioni più forti, con qualcuno che parla addirittura di “uno stupro che dobbiamo pagare”.

All’interno dei 27 membri dell’Unione Europea, le reazioni sono varie. Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, e Antonio Costa, presidente del Consiglio Europeo, durante il G20, si sono concentrati sul sondare l’opinione degli altri leader per valutare le reazioni globali al piano di Trump.

Questo “sondaggio” potrebbe influenzare le mosse future, comprese le ipotesi di una visita a Washington da parte del gruppo di paesi più favorevoli alla pace, seguendo il modello dell’incontro di agosto.

Intanto, a prendere l’iniziativa sono stati i leader europei Emmanuel Macron, Keir Starmer e Friederich Merz. I tre hanno chiamato Zelensky per sottolineare l’importanza di una “pace dignitosa” che tuteli gli interessi sia dell’Ucraina che dell’Europa. Sebbene non abbiano bocciato totalmente il piano di Trump, hanno ribadito che il piano degli Stati Uniti dovrà essere solo un punto di partenza per il negoziato. “Considereremo ogni proposta realistica”, ha dichiarato Zelensky.

Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, si sta adoperando anche come mediatore, avendo avuto colloqui separati sia con Trump che con Giorgia Meloni, che non ha partecipato alla chiamata con Zelensky.

In serata, von der Leyen e Costa hanno fatto sentire la loro vicinanza a Kiev: “Siamo al tuo fianco, nulla si deciderà senza Kiev”, hanno ribadito, ma il rischio è che queste parole rimangano solo un abbraccio simbolico, mentre il destino dell’Ucraina sembra appeso a un filo.

La partita, insomma, è ancora tutta da giocare. La decisione che Zelensky dovrà prendere nei prossimi giorni potrebbe segnare il futuro dell’Ucraina, e con essa il destino dell’Europa e della sua unità.

ANSA

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