24esima edizione FESTIVAL DI POTENZA: Serata conclusiva

Venti artisti (otto giovani emergenti), cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana, tre gruppi-band di cui un gruppo partenopeo creativo di musica portoricana, una compagnia di acrobalance-danza, generi musicali diversi con spazio all’etnico-popolare, alla canzone napoletana, con la conduzione di una magistrale Paola Delli Colli, hanno tenuto incollato alle sedie per almeno tre ore il pubblico delle grandi occasioni al Teatro Francesco Stabile di Potenza, in sold out.
La 24esima edizione del Festival di Potenza (patrocinio Comune di Potenza ed Apt) – nel cartellone del Comune di Potenza “Autunno Letterario” – ha avuto grandi protagonisti e novità significative di spettacolo.
Come la performance di Tullio Pizzorno (“L’autore che canta” secondo la definizione che gli è stata attribuita da Lilly Greco, noto discografico e produttore) che – accompagnato da musicisti di estrazione jazz/fusion, Gino d’Ignazio, Aldo Fucile, Andrea Giuntini, Sal Pisani – ha presentato un nuovo arrangiamento, realizzato appositamente per il pubblico del Festival, della canzone “Di Vista” scritta per Mina per celebrare il trentennale del brano contenuto nell’album di Mina “Pappa di latte”.
Una performance che ha lasciato il segno e non solo quello di Mina. Mattatore assoluto il direttore artistico Mario Bellitti che ha cantato “Il Vento amico”, canzone tra le più note di Wess (suo amico e collaboratore al Festival) con una entusiasmante coreografia acrobatica di Romina Rinaldi che con Marco Stramacci compongono la Shape company acroabalance stupendo il pubblico.
Poi per l’istrionico Bellitti standing ovation nell’esibizione de La nostra lingua italiana (Chiocchio – Cocciante) poco conosciuta ma di grande efficacia e soprattutto attualità per rilanciare la lingua, la cultura, le eccellenze del nostro Paese.
L’esempio più coinvolgente di come la lingua italiana si trasforma in suono musicale e – ha ricordato l’assessore alla Cultura Roberto Falotico – diventa protagonista dell’evento Autunno Letterario, decine di appuntamenti tutti con pubblico numeroso ed attento.
Un ritorno sul palcoscenico del Festival di Michele Pecora per riproporre un medley (chitarra e voce) dei suoi più grandi successi e “I Poeti” perché – canta Michele – “I poeti sono un soffio di speranza, verità senza certezza.
Non descrivono la vita, ma alla vita danno sogni e leggerezza”. Come è fortemente piaciuto il ritorno degli Ethnos, gruppo storico fondato dal maestro Graziano Accinni che insieme a Franco Accinni ha proposto due brani (Novena di Santa Lucia e A Voria) frutto di ricerca della tradizione popolare di Montemurro.
E c’è chi come Puertorico Tour dell’attore-registra napoletano Raffaele De Luca ha scelto il palcoscenico dello Stabile per iniziare il tour di spettacoli, scegliendo la salsa portoricana come un modo per trasmettere storie, emozioni e identità culturale, creando un legame tra la tradizione culturale napoletana e quella latino-americana.
Un gruppo – Diego Arienzo(chitarrista), Fabio Esposito(batterista), Raffaele Marzano (pianista), Gianluca Russo (bassista), Umberto Bizzarro(sax), Miriam Rigione (cantante), Fabrizia Cherrigna (ballerina), Fabrizia Cherrigna (ballerina), Legna De La Caridad (ballerina) – che divertendo riesce a creare un senso di identità culturale e un punto d’incontro sociale oltre ad inviare un messaggio di riscatto.
Altra novità “Meravigliosamente” Tributo Domenico Modugno con cantanti-musicisti come Peppe Gaeta e Mimmo De Stefano (accompagnati dalla calda voce di Laura De Stefano) che hanno fatto la storia di più di 20 anni di spettacoli in giro per l’Italia e hanno voluto rimettersi in discussione con una grande scommessa di spettacolo per nulla scontato.
Agli otto giovani selezionati dai Festival di regioni e città del Sud – Simone Basso, Serena Ziello, Domenico Capasso, Giorgia Postiglione, Tear (Michele Casamassima), Bianca Petrone, Mario Di Micco, Giovanni Russo, Mariarita D’Onofrio – hanno fatto seguito Pino Persico con due canzoni della storia musicale napoletana, il “sosia” di Edoardo Bennato Francesco Rinaldi e l’esordio di Angelika (l’ultimo metrò di Liboni).
A chiudere a far cantare il pubblico Valerio Liboni con i suoi cavalli di battaglia Donna Felicità e Singapore. Il Festival diventerà presto una produzione televisiva grazie alle riprese tv del regista Carlo Campolongo con l’assistenza tecnica del figlio Alessio e del suo staff.
Per il patron Mario Bellitti – che ha ringraziato l’assessore Roberto Falotico e Margherita Sarli (Apt) per il patrocinio e il sostegno al progetto – una nuova e sicuramente più forte testimonianza che si possono realizzare spettacoli di alta qualità grazie in particolare alla “rete” di artisti costruita con impegno e dedizione durante la sua carriera professionale artistica.
Gli ingredienti del successo – testimoniato dal pubblico – sono la caparbietà nel crederci e il lavoro meticoloso per costruire lo spettacolo.