CRONACA

Continuità assistenziale e riorganizzazione sanitaria

Asp: “Percorso di transizione in atto, necessario il contributo di tutti gli attori del sistema”

Dopo le recenti segnalazioni e le critiche mosse da associazioni, comunità locali e rappresentanti della Chiesa sul funzionamento del sistema sanitario regionale, la Direzione Strategica dell’Asp Basilicata interviene per fare nuovamente chiarezza sulla continuità assistenziale e sull’organizzazione dei servizi territoriali nell’area del Vulture Melfese.

Le osservazioni arrivate nei giorni scorsi – diffuse anche tramite la stampa – vengono considerate dall’Asp come un utile momento di confronto. L’Azienda assicura infatti di essere già al lavoro per analizzare tutte le segnalazioni, con l’obiettivo di ridurre i disagi riscontrati in alcuni presìdi, in particolare riguardo i turni di guardia medica, l’accesso alle prestazioni nei piccoli centri e la continuità assistenziale nelle ore serali e festive.

Si tratta di criticità che, pur non essendo semplici problemi contingenti, permettono di far emergere questioni strutturali più ampie. La Direzione Strategica richiama infatti l’attenzione sul profondo processo di riorganizzazione che sta interessando l’intero sistema sanitario territoriale italiano, e che coinvolge anche la Basilicata.

Con il Decreto Ministeriale 77/2022 sono stati introdotti nuovi modelli e standard per l’assistenza territoriale: case e ospedali di comunità, potenziamento dei distretti, reti di prossimità per rafforzare i Livelli Essenziali di Assistenza e ridurre le disuguaglianze territoriali. Nello stesso anno, la Regione Basilicata – con la DGR 948/2022 – ha recepito il DM 77 approvando il Piano Operativo per l’assistenza territoriale, ridefinendo ambiti distrettuali e rete dei servizi. Successivamente, la DGR 600/2024 ha regolamentato le nuove forme organizzative della medicina generale, introducendo Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), in attuazione dell’Accordo Collettivo Nazionale 2024.

“Queste normative – sottolinea l’Asp – impongono una revisione del modello organizzativo: non si può più basare la sanità territoriale esclusivamente su presìdi fisici tradizionali, come la guardia medica presente in ogni comune, ma occorre costruire una rete integrata, flessibile e multi-ambito, calibrata su densità della popolazione, mobilità dei cittadini e disponibilità professionali”.

La pandemia da Covid-19 ha accelerato questa trasformazione, orientando la sanità verso un modello di prossimità che mette al centro il paziente, la presa in carico domiciliare e la medicina di iniziativa. Nel nuovo sistema, il medico non si limita a erogare prestazioni, ma coordina l’assistenza, collabora con infermieri di famiglia e comunità e opera all’interno di servizi territoriali rafforzati.

Questa transizione – spiega l’Asp – richiede tempo, investimenti, formazione e infrastrutture adeguate, affinché i cittadini percepiscano il cambiamento come un potenziamento dei servizi e non come una loro riduzione. La Basilicata, inoltre, presenta un numero di sedi di continuità assistenziale superiore alla media nazionale: un dato che testimonia l’attenzione ai territori, ma che rende necessaria una razionalizzazione basata su criteri di efficienza, accessibilità e sostenibilità, evitando approcci campanilistici.

La riorganizzazione non è solo strutturale ma culturale e coinvolge in particolare i medici di assistenza primaria. L’introduzione del Ruolo Unico – che unifica le diverse forme della medicina generale – supera la distinzione tra medico “a scelta” e medico ad attività oraria. Il nuovo assetto assegna ai professionisti responsabilità più ampie, che includono la partecipazione alle attività di AFT e UCCP e una presa in carico continuativa dei cittadini.

Per il buon esito della riforma è però essenziale la collaborazione dei professionisti. La disponibilità dei medici ad assumere nuovi modelli organizzativi e a lavorare in équipe territoriali è decisiva per garantire servizi uniformi e di qualità.

“La Asp Basilicata – conclude la Direzione Strategica – è consapevole dello sforzo richiesto e continuerà a sostenere i professionisti in questo percorso. Tuttavia, la qualità dell’assistenza dipende anche dall’impegno di ciascun medico nel partecipare attivamente alla trasformazione in corso. La riorganizzazione territoriale è un obiettivo comune: solo attraverso una collaborazione leale tra istituzioni, operatori e comunità sarà possibile trasformare le criticità emerse in reali opportunità di miglioramento”.

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