Nicolas Sarkozy lascia il carcere di La Santé dopo 21 giorni di detenzione preventiva

Intorno alle 15:00, Nicolas Sarkozy ha lasciato il carcere di La Santé a Parigi, dove era stato incarcerato 21 giorni fa a seguito della condanna emessa dal tribunale nel caso dei fondi libici. L’ex presidente della Repubblica è stato rilasciato dopo che la corte ha deciso di accogliere la sua richiesta di scarcerazione in libertà vigilata.
Sarkozy è uscito dalla prigione a bordo di un’auto con i vetri oscurati, scortata da motociclisti della polizia, un’immagine che ha segnato la fine di un periodo di detenzione che lo ha visto diventare il primo ex presidente di uno Stato membro dell’Unione Europea a essere incarcerato.
Il tribunale ha stabilito che non vi fossero rischi di “manipolazione delle prove, pressioni sui testimoni o collusione”. Per questo motivo, i giudici hanno ritenuto che la custodia cautelare non fosse giustificata, accogliendo la proposta di scarcerazione con libertà vigilata. Tuttavia, la corte ha disposto che l’ex presidente sia sottoposto a sorveglianza giudiziaria. Una delle restrizioni principali include un divieto di viaggio, che gli impedirà di lasciare la Francia.
Inoltre, è stato imposto un divieto assoluto di contatti con il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin, che lo aveva visitato in prigione il 29 ottobre. La procura aveva richiesto il rilascio di Sarkozy con l’obbligo di non entrare in contatto con altri imputati o testimoni coinvolti nel caso legato ai fondi libici.
Nicolas Sarkozy era stato condannato in primo grado a cinque anni di prigione per aver tentato di ottenere fondi illeciti dalla Libia di Muammar Gheddafi per la sua campagna elettorale del 2007. La corte lo aveva giudicato colpevole di corruzione attiva, finanziamento illecito della campagna elettorale e abuso di potere. Questo processo riguarda le accuse secondo cui l’ex presidente avrebbe ricevuto milioni di euro dal regime libico in cambio di supporto politico.
Sarkozy ha sempre negato le accuse e ha dichiarato più volte di non aver mai cercato finanziamenti da Gheddafi. Durante l’udienza sulla sua richiesta di scarcerazione, ha ribadito con fermezza la sua innocenza, definendo le accuse un “incredibile errore” e dichiarando: “Non ho mai avuto l’idea folle di chiedere a Gheddafi qualsiasi finanziamento. Mai riconoscerò qualcosa che non ho commesso”.
Nel corso della sua detenzione, Sarkozy ha descritto il periodo in carcere come un’esperienza estremamente difficile. “Non avrei mai immaginato che la mia vita mi avrebbe portato a conoscere il carcere. Questa prova mi è stata imposta e l’ho vissuta. È dura, molto dura. È estenuante, un incubo”, ha dichiarato l’ex presidente durante l’udienza.
Nonostante le difficoltà, Sarkozy ha anche voluto esprimere il suo apprezzamento per il personale penitenziario, che ha definito “eccezionale”. “Voglio rendere omaggio al personale del carcere che ha dimostrato un’umanità straordinaria e che ha reso sopportabile questo incubo”, ha aggiunto.
Mentre Sarkozy lascia la prigione, il caso dei fondi libici non è ancora chiuso. La Corte d’appello di Parigi dovrà esaminare ulteriori ricorsi nei prossimi mesi, e l’ex presidente continuerà a combattere le accuse di corruzione e finanziamento illecito. La decisione sulla sua libertà vigilata non chiude il caso, ma segna un momento cruciale nella lunga battaglia legale che coinvolge uno degli uomini più potenti della politica francese negli ultimi decenni.
La procura ha ribadito che la decisione di rilasciare Sarkozy deve essere basata esclusivamente su criteri giuridici, senza influenze derivanti dalla gravità dei fatti e dalle dimensioni della pena, come stabilito dall’articolo 144 del Codice di procedura penale. Questo articolo prevede che la detenzione preventiva possa essere giustificata solo se vi sono rischi concreti di inquinamento delle prove o di contatti tra gli imputati.
Per ora, Sarkozy dovrà restare a disposizione della giustizia, in attesa di sviluppi futuri.
ANSA
