COP30: le aspettative di Alfredo e Giovanni Cestari

Alla COP30, la 30esima conferenza ONU sul clima che si è aperta a Belem (Brasile), sono presenti Alfredo e Giovanni Cestari (Gruppo Cestari), manager e diplomatici, due generazioni che coltivano il “sogno” di nuovi accordi su misure veramente incisive, sia nella riduzione delle emissioni di gas serra sia nell’aumento dei finanziamenti da parte dei Paesi più ricchi verso quelli più poveri che già stanno sperimentando i costi del cambiamento climatico.
“E’ il tema centrale che riguarda il futuro del Pianeta”: dicono Alfredo e Giovanni che nutrono grandi aspettative sull’annuale conferenza sul clima che riunisce i rappresentanti di quasi tutti i paesi del mondo per discutere le politiche da adottare per affrontare il riscaldamento globale.
Il luogo è simbolico – Belém, la porta dell’Amazzonia – e la data anche: 10 anni dopo l’Accordo di Parigi che impegnò il mondo a contenere il riscaldamento climatico entro i due gradi. Anno dopo anno, nel mondo le emissioni continuano a crescere.
Negli ultimi 30 anni le emissioni di gas serra da attività umane hanno superato quelle fatte registrare nei precedenti 100.
Certo, si registra qualche importante progresso: negli anni Duemila le emissioni erano cresciute del 30%, mentre negli ultimi dieci anni la crescita ha rallentato al 9%.
Tuttavia, secondo i modelli climatici, anche includendo tutte le promesse credibili fatte dai governi fino a oggi, le temperature terrestri entro fine secolo saranno tra 2,2°C e 3,4°C più alte rispetto alla media preindustriale.
Intanto i due esperti di politiche ambientali ed energetiche alternative al fossile non si presentano all’evento “a mani vuote”.
Il Gruppo Cestari continua a contribuire alla diffusione (specie al Sud) delle installazioni di eolico e solare, che anno dopo anno continuano a fare segnare nuovi record, tanto che ormai quasi il 30% della generazione elettrica europea arriva da queste due fonti rinnovabili.
Ma – sottolineano – non è stato ancora raggiunto l’obiettivo previsto dal PNIEC. Se però sull’eolico le installazioni sono sempre rimaste lontanissime dal target, senza discostarsi in maniera significativa dagli stessi bassi livelli di quattro anni fa (0,7 GW l’anno contro un obiettivo di 3), dopo l’invasione russa dell’Ucraina le installazioni di solare hanno conosciuto un rapidissimo aumento, crescendo da circa 1 a quasi 7 GW l’anno.
Sempre più vicine, insomma, all’obiettivo del PNIEC – non fosse che nel 2025 hanno conosciuto anch’esse un brusco rallentamento.
Gestire e affrontare il cambiamento climatico – sottolineano Alfredo e Giovanni Cestari-richiede un’enorme quantità di soldi, un punto su cui la maggior parte dei paesi è restia a fare grandi concessioni.
E alla COP30 saranno definiti i compiti e le modalità di accesso per il Fondo per le perdite e i danni (FRLD), lo strumento internazionale creato per aiutare i paesi più interessati dagli effetti del cambiamento climatico..
L’obiettivo è di arrivare alla fine della conferenza con le regole per consentire ai paesi interessati di fare le prime richieste di indennizzo, coordinandole con gli altri meccanismi previsti per l’adattamento.
