CULTURA E EVENTI

A Senise un dialogo tra politica e cultura attorno a “L’Imam deve morire” di Enzo Amendola

Grande partecipazione ieri sera a Senise, nel Palazzo della Cultura e della Legalità, per la presentazione del libro “L’Imam deve morire” di Enzo Amendola, deputato ed ex Ministro per gli Affari Europei, promossa dal Gruppo Consiliare di Basilicata Casa Comune in Consiglio regionale.
Con l’autore hanno dialogato Angelo Chiorazzo, Vicepresidente del Consiglio regionale della Basilicata, e Roberto Speranza, deputato ed ex Ministro della Salute.
A moderare l’incontro è stata Lidia Mastrolorenzo, dottoressa di ricerca presso l’Università degli Studi della Basilicata.
Dopo i saluti istituzionali della Sindaca di Senise, Eleonora Castronuovo, il dibattito ha affrontato i grandi temi al centro del romanzo: la libertà, la fede, il rapporto tra religione e potere, la tensione tra identità e dialogo in un mondo attraversato da conflitti e incomprensioni.
Nel suo intervento Roberto Speranza ha ricordato che “questo libro, pur essendo un romanzo, rappresenta un enorme punto di riflessione su un Medio Oriente che ci sembra lontano ma che, in realtà, ci riguarda da vicino. Il Mediterraneo è casa nostra – ha aggiunto – e la Basilicata, che vi si affaccia, non può non interrogarsi sul futuro di questo pezzo di mondo”.
Enzo Amendola ha spiegato come “questa storia mi è entrata nel sangue. ‘L’Imam deve morire’ narra della scomparsa dell’Imam Musa al-Sadr, figura carismatica dell’islam sciita libanese, svanito nel nulla nel 1978 durante una visita ufficiale in Libia. Chi fu a volerne la morte? Forse Gheddafi, la polizia dello Scià o altri poteri occulti? Ma soprattutto: perché? È una spy story che attraversa la Guerra Fredda, il terrorismo e le diplomazie parallele, ma soprattutto racconta i limiti e le paure della politica”.
Amendola ha aggiunto: “L’imam al-Sadr era un uomo che professava la convivenza tra popoli e religioni, una voce fuori dal coro in un Medio Oriente delle trappole d’odio, come lo definisce Liliana Segre. Ed è per questo che disturbava, era una figura rivoluzionaria”.
L’autore ha infine rivelato che “anche grazie ad Angelo Chiorazzo ho potuto accedere ad alcuni documenti conservati nell’Archivio del Presidente Giulio Andreotti, che mi hanno illuminato e fornito notizie incredibili sulla storia dell’imam scomparso”.
Nel suo intervento Chiorazzo ha definito “L’Imam deve morire” un romanzo avvincente che invita a riflettere su quanto accade oggi nel Mediterraneo e nel Medio Oriente.
“In un tempo in cui il linguaggio dell’odio e della paura rischia di prevalere – ha aggiunto – questo libro ci ricorda che la politica e la cultura possono ancora essere strumenti di incontro, di pace e di educazione alla responsabilità. Anche per questo è importante oggi custodire e proteggere gli uomini di pace, come ci ha invitato a fare Papa Francesco con l’ enciclica ‘Fratelli Tutti’”.
Chiorazzo ha concluso sottolineando che “Basilicata Casa Comune continuerà a promuovere momenti di confronto e di crescita culturale in tutta la regione, perché il dialogo e la conoscenza restano i presupposti fondamentali per costruire una comunità più giusta e responsabile”.
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