Inaugurato il Grand Egyptian Museum: un evento straordinario per celebrare la grandezza dell’antico Egitto

Un evento grandioso, che ha mescolato performance artistiche, danze, canti, musica, giochi di luce e spettacolari fuochi d’artificio, ha segnato l’apertura del Grand Egyptian Museum (GEM), una delle opere più ambiziose della storia recente del paese.
Alla cerimonia, che si è svolta davanti a una platea di circa quaranta tra monarchi, presidenti e leader internazionali, ha presenziato anche il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Il nuovo museo, con i suoi 500.000 metri quadrati, ha superato il Louvre come il museo più grande del mondo, sebbene sia interamente dedicato a una sola civiltà: quella egizia.
Il GEM ospita oltre 100.000 reperti archeologici, tra cui il celebre tesoro di Tutankhamon, il faraone bambino, finalmente ricomposto dopo anni di separazione tra il Cairo e Luxor.
Una vera e propria vetrina della magnificenza dell’antico Egitto, che segna un trionfo culturale fortemente voluto dal governo egiziano per attirare l’attenzione internazionale e stimolare l’afflusso turistico, essenziale per l’economia del paese.
L’evento di apertura, che ha visto il coinvolgimento di artisti e organizzatori da tutto il mondo, è stato pensato per sottolineare l’importanza del museo e la sua posizione privilegiata accanto alle piramidi di Giza, che distano appena due chilometri dal nuovo edificio.
La cerimonia, che ha incluso giochi di luci ed effetti spettacolari, ha avuto un tono più internazionale rispetto alla parata delle mummie che, qualche anno fa, aveva attratto l’attenzione mondiale per il trasferimento dei reperti storici dal Museo Egizio di Tahrir alla nuova sede. Il messaggio che si intendeva veicolare è quello di un Egitto “ponte” tra le culture e promotore della pace.
Nonostante l’evento fosse atteso da decenni, il clima di incertezze globali – tra conflitti, crisi economiche, pandemia e false partenze – ha reso l’apertura una vera e propria sfida.
Tuttavia, l’obiettivo di rilanciare l’immagine dell’Egitto e il suo settore turistico è stato, almeno in parte, raggiunto. Le autorità egiziane si aspettano di accogliere circa 18 milioni di turisti entro la fine dell’anno, con il GEM che punta a ricevere circa 5 milioni di visitatori annuali.
La cerimonia ha visto la partecipazione di numerosi leader internazionali, anche se alcuni degli inviti non sono stati confermati.
Tra i presenti c’erano il presidente del Libano Joseph Aoun, il principe ereditario del Bahrein, il capo del Consiglio presidenziale libico Mohamed al Menfi, e rappresentanti di paesi come Kenya, Azerbaigian, Gibuti, Cipro e Armenia.
Degna di nota anche la presenza di Abu Mazen, presidente dell’Autorità Palestinese, e la delegazione degli Stati Uniti, che ha inviato il consigliere per i rapporti con il mondo arabo Mossad Boulos, in sostituzione dell’ex presidente Donald Trump.
Anche il Giappone, che ha investito circa 760 milioni di dollari nel progetto, era rappresentato da Akihiko Tanaka, presidente dell’Agenzia giapponese per la cooperazione internazionale, in un chiaro segno di partenariato culturale internazionale.
L’inaugurazione del museo rappresenta una tappa importante per l’Egitto, che celebra il completamento di un’opera destinata a diventare un punto di riferimento per studiosi e appassionati di storia, grazie anche alle strutture per la conservazione, il restauro e la ricerca.
È un simbolo del progresso del paese, nonostante la sua lunga gestazione iniziata con Hosni Mubarak nel 2002. Come ha sottolineato il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly, l’importante è che la presidenza attuale sia riuscita a portare a termine un progetto tanto ambizioso.
Al termine della cerimonia, gli ospiti sono stati accompagnati in una visita al museo, che aprirà ufficialmente al pubblico lunedì 4 novembre.
Alessandro Giuli, ministro italiano per la Cultura, ha rappresentato l’Italia all’evento, dopo che la presidente Giorgia Meloni ha declinato l’invito all’ultimo momento.
Giuli ha dichiarato: “È un onore rappresentare il governo italiano all’inaugurazione del Grand Egyptian Museum. Questo museo è un tesoro che celebra la grandiosità della civiltà egizia, un patrimonio che il mondo intero riconosce. L’Italia ed l’Egitto sono legati da secoli di storia e cooperazione culturale, un esempio di dialogo costruttivo tra Europa e Medio Oriente.”
Tra gli italiani presenti, anche Matteo Renzi, invitato grazie alle sue relazioni con il mondo arabo, come confermato dal suo staff.

ANSA
