POLITICA

‘Italia tra i complici del genocidio’, bufera su Francesca Albanese

Rapporto all'Onu. Massari: 'Non è imparziale'

Un nuovo clamoroso scontro si è acceso alle Nazioni Unite, dopo le forti accuse lanciate dalla giurista italiana Ancesca Albanese, che ha accusato 63 Paesi di essere complici del “genocidio” israeliano a Gaza.

Tra i Paesi coinvolti figura l’Italia, che ha reagito con fermezza, assieme a Israele e Ungheria, che hanno criticato duramente Albanese, con quest’ultima definita una “strega fallita”.

La controversia è esplosa dopo che Albanese, relatrice speciale dell’Onu, ha presentato un rapporto di 24 pagine, datato 20 ottobre, alla terza commissione dell’Assemblea Generale.

Nel documento, la giurista italiana ha esaminato il ruolo di diversi Paesi, in particolare degli Stati Uniti, nel “crimine collettivo” del genocidio a Gaza, sostenendo che Israele ha “soffocato, affamato e distrutto” la Striscia.

Il rapporto, che è stato presentato in modalità virtuale dal Sudafrica, dove Albanese si trova per la Nelson Mandela Annual Lecture, accusa molti Paesi di complicità.

Secondo la relatrice, tramite azioni illegali e omissioni deliberate, troppi Stati hanno “armato, fondato e protetto l’apartheid militarizzato di Israele”, consentendo così che la sua “impresa coloniale di insediamento” degenerasse in un genocidio nei confronti del popolo palestinese.

Albanese ha poi sottolineato come il genocidio sia stato facilitato dalla protezione diplomatica ricevuta da Israele nei “fori internazionali destinati a preservare la pace”, così come dalle forniture belliche e dal commercio internazionale che continuano nonostante le violazioni.

Al centro delle accuse figura la politica degli Stati Uniti, che secondo Albanese ha fornito una “copertura diplomatica” a Israele, mentre gli altri Paesi coinvolti continuano a rifornire Israele di armi, consentendo il transito di materiali essenziali attraverso porti e aeroporti.

Tra i Paesi citati nel rapporto figurano, oltre all’Italia, Germania, Francia, Gran Bretagna, Olanda, Polonia, Austria, Irlanda, Turchia e vari Stati arabi come l’Egitto, che pur mantenendo relazioni economiche e di sicurezza con Israele, ha continuato a svolgere il ruolo di mediatore.

Le parole di Albanese non sono state ben accolte in Italia, dove l’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Maurizio Massari, ha duramente criticato il rapporto, definendolo “privo di credibilità e imparzialità”.

Massari ha sostenuto che il contenuto del rapporto va oltre il mandato della relatrice, accusandola di aver ecceduto nella critica a Israele e di non essere imparziale, vista la sua lunga posizione pro-palestinese.

Israele ha reagito in modo particolarmente forte, con il suo ambasciatore alle Nazioni Unite, Danny Danon, che ha accusato Albanese di diffondere “retorica antisemita”. In un intervento infuocato, Danon ha dichiarato: “Signora Albanese, lei è una strega.

Questo rapporto è solo un’altra pagina del suo libro di incantesimi. Ogni accusa è un incantesimo che non funziona, perché lei è una strega fallita”. Anche l’ambasciatore ungherese ha espresso preoccupazione per quello che ha definito il “pregiudizio anti-israeliano” di Albanese, lodando al contempo l’approccio di Donald Trump come l’unica vera soluzione per la pace in Medio Oriente.

Nonostante gli attacchi, Albanese ha risposto con fermezza. “L’Ungheria si sbaglia”, ha dichiarato, “non è vero che non ho condannato Hamas, e mi sorprende che l’Italia, mio Paese d’origine, si unisca a questo coro privo di fondamento”.

La relatrice ha poi rivolto una frecciatina a Danon: “Se la cosa peggiore di cui mi può accusare è la stregoneria, la accetto.

Ma stia certo che se avessi il potere di fare incantesimi, non li userei per vendetta, ma per fermare i vostri crimini una volta per tutte e per fare in modo che i responsabili finiscano dietro le sbarre”. Infine, ha concluso con un messaggio di solidarietà ai palestinesi: “La vostra resilienza è onorata e il mondo si sta risvegliando con voi e sarà al vostro fianco, come ha fatto con il Sudafrica fino alla vostra liberazione”, parole che hanno ricevuto un lungo applauso dal pubblico presente.

L’eco della controversia ha avuto ripercussioni anche in Italia, dove la vicenda ha diviso l’opinione pubblica. Il deputato di Fratelli d’Italia Mauro Malaguti ha criticato Albanese, sostenendo che “scredita la stessa Organizzazione delle Nazioni Unite”.

In risposta, il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro, ha espresso solidarietà alla relatrice, mentre il deputato del Movimento 5 Stelle Dario Carotenuto ha lanciato una dura critica a Netanyahu, definendo “gli unici mostri” i leader israeliani, accusandoli di disumanità.

Il dibattito, quindi, non si limita alle aule delle Nazioni Unite, ma rimbalza anche nelle discussioni politiche e sociali in Italia e nel resto del mondo, mettendo in luce le profonde divisioni internazionali sul conflitto israelo-palestinese e sulle politiche globali riguardo alla questione.

ANSA

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