POLITICA

I Consiglieri di opposizione: Crisi idrica: seduta sciolta per mancanza del numero legale

la maggioranza si divide e abbandona i lucani senz’acqua e senza risposte

“È davvero grave che il Consiglio regionale, chiamato ieri a discutere della crisi idrica che sta mettendo in ginocchio interi comparti produttivi e territori della Basilicata, sia stato costretto a sciogliersi per mancanza del numero legale, a causa dell’assenza della maggior parte dei consiglieri di maggioranza e, in particolare, del gruppo di Fratelli d’Italia, che ha abbandonato l’Aula all’inizio dell’intervento dell’Assessore Cicala”.

È quanto dichiarano in una nota congiunta i consiglieri di opposizione in Consiglio regionale, che definiscono quanto accaduto “un fatto politicamente gravissimo, che segna una profonda crisi all’interno della maggioranza di centrodestra e, allo stesso tempo, una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini lucani e del loro diritto all’acqua”.

“Proprio ieri – sottolineano i consiglieri di opposizione – Bardi e Cicala hanno finalmente preso coscienza che la crisi idrica non è un fenomeno passeggero, ma una condizione strutturale, e che la diga di Monte Cotugno è ormai agli sgoccioli, come da mesi denunciamo. Un riconoscimento tardivo, che arriva dopo mesi di sottovalutazioni e annunci puntualmente smentiti dai fatti”.

“Da tempo – prosegue la nota – avevamo lanciato un allarme basato su dati previsionali chiari, chiedendo di accelerare i lavori di manutenzione e ripristino della capacità di invaso. Invece di agire, il Governo regionale ha preferito limitarsi a comunicati e promesse, annunciando la conclusione dei lavori in pochi mesi, salvo poi essere smentito da Acque del Sud e rinviare ancora i tempi a dicembre 2026, come confermato ieri dallo stesso Presidente Bardi”.

“Abbiamo proposto mesi fa – ricordano i consiglieri – di estendere lo stato di emergenza all’intero territorio regionale ma solo di recente la Giunta si è finalmente decisa a formulare la richiesta al Governo nazionale, riconoscendo di fatto che il modello commissariale è l’unico realmente efficace, ma con un ritardo inaccettabile.

Abbiamo inoltre chiesto di nominare un Commissario ad acta per velocizzare gli interventi e garantire che le opere strategiche, come la diga del Rendina, non vengano affidate a soggetti che di certo non brillano per capacità gestionale, come il Consorzio di Bonifica. Ma anche su questo la Giunta resta immobile”.

“Fin dall’inizio – prosegue la nota – abbiamo criticato la sottomissione della Giunta Bardi alla nuova governance dell’acqua voluta dal Governo Meloni, che ha escluso la Basilicata da ogni ruolo decisionale nella società Acque del Sud S.p.A..

Da quasi due anni la Regione non ha alcun rappresentante nel Consiglio di amministrazione e non sono state ancora avviate le procedure per la cessione della misera quota del 5% spettante alle Regioni. Intanto, si continua a ignorare la crisi finanziaria di Acquedotto Lucano, sostenuta con continui trasferimenti regionali che sottraggono risorse allo sviluppo e all’occupazione, come accade anche per coprire i buchi della sanità”.

“La crisi idrica – concludono i consiglieri di opposizione – è la cartina di tornasole di una Regione senza visione e di una maggioranza ormai paralizzata, incapace di garantire ai lucani il diritto fondamentale all’acqua, al lavoro e alla dignità”.

 

I consiglieri di opposizione: Alessia Araneo, Antonio Bochicchio, Angelo Chiorazzo, Roberto Cifarelli, Piero Lacorazza, Piero Marrese, Viviana Verri, Giovanni Vizziello.

 

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