POLITICA
“Tito, da Città dello Sport a motore di sviluppo: la Regione faccia la sua parte”

Nel rinnovare i complimenti all’Amministrazione comunale di Tito e all’intera comunità titese per l‘importante riconoscimento di “Comune Europeo dello Sport 2028”, e in attesa dell’esito della candidatura a Capitale Italiana del Libro, ritengo opportuno, avendolo testato con mano, sottolineare il valore delle infrastrutture sportive e culturali del nostro territorio e del grande lavoro di animazione sociale e crescita culturale portato avanti negli anni dal vivace tessuto associativo titese.
Negli ultimi anni Tito ha investito con continuità nel miglioramento e nell’ammodernamento dell’impiantistica sportiva.
Dall’adeguamento della palestra del Centro Sportivo “Città di Tito”, al nuovo manto erboso dello stadio “Mancinelli”, oggi interessato dai lavori di efficientamento energetico degli spogliatoi; dalla riqualificazione dei campetti e delle aree sportive del Parco Benessere, al parco fluviale e alle piste ciclabili, fino al campo di calcio a cinque di Tito Scalo e a quello di San Vito, entrambi a servizio anche della comunità scolastica, che in questi anni ha visto la riqualificazione della palestra della Scuola “Pascoli” e che vedrà nei prossimi mesi riqualificata la palestra della Scuola Elementare di Tito e realizzata la palestra scolastica a servizio dei plessi di Tito Scalo.
Nella visione di sviluppo perseguita in questi anni, non poteva mancare il miglioramento dei servizi di collegamento verso le principali infrastrutture sportive e culturali del territorio, a cominciare dal Centro Sportivo “Città di Tito” e dal Centro per la Creatività “Cecilia”.
È anche per questo che ci siamo battuti, riuscendo a ottenere l’attivazione di una linea bus suburbana aggiuntiva, rispetto alle corse scolastiche e operaie, che collegherà Tito – Tito Scalo – Potenza, andata e ritorno, tutti i giorni, compresa la domenica.
Dopo oltre sette anni dall’approvazione del Piano di Trasporto Pubblico Regionale, è stato finalmente aggiudicato il lotto comprendente la città di Potenza e, da quanto si apprende, il servizio dovrebbe partire nel luglio 2026. Si tratta di un risultato importante, che rafforza l’idea di un territorio connesso e accessibile, capace di valorizzare appieno le proprie strutture sportive e culturali.
Accanto agli impianti pubblici, meritano una menzione speciale anche le strutture realizzate da privati, come il Tennis Club di Tito Scalo di Carmine Greco o l’area sportiva attrezzata creata con determinazione da Gerardo Lo Tito, esempi concreti di capacità imprenditoriale, passione civica e spirito di comunità.
A questi si aggiungono le tante manifestazioni sportive di rilievo regionale e nazionale che negli anni hanno dato lustro a Tito – dal Memorial Vincenzo Calienni., promosso dall’Associazione Five Rings con Michele e Massimo Buono, al Trofeo di slalom automobilistico “Coppa Città di Tito”, voluto con ostinazione da due appassionati nostri concittadini, Lele Pagano e Simone Fusco, alle tante competizioni sportive regionali e nazionali dove atleti titesi si misurano con risultati brillanti.
Sono solo alcune delle tante buone pratiche che testimoniano come a Tito ci sia davvero tanto sport, a cui si aggiunge tanta cultura, un patrimonio vivo che oggi consente alla nostra comunità di ambire a essere un modello di resilienza territoriale e sociale.
Proprio per questo, leggere in questi giorni le dichiarazioni di rappresentanti istituzionali di ieri e di oggi – dal Presidente Bardi al Presidente Pittella, passando per diversi consiglieri regionali – suscita qualche riflessione.
Se davvero si vuole che questo riconoscimento non resti soltanto simbolico, ma valorizzi il ruolo sociale, educativo ed economico dello sport, è necessario che anche le istituzioni regionali si assumano una responsabilità più forte per superare contraddizioni e ritardi che da anni frenano il pieno sviluppo del nostro territorio.
Un esempio emblematico è quello del Complesso Sportivo “Santa Loja”, un impianto di altissimo livello – con piscina da 30 metri, palazzetto dello sport da 400 posti, centro fitness, area congressi e ristorante – oggi purtroppo interessato da una procedura fallimentare.
Una struttura interamente realizzata con investimenti privati nel 2010, ma che non ha potuto essere completata per l’incapacità, protratta per anni, del sistema pubblico locale di garantire perfino le reti idriche e fognarie, realizzate solo di recente.
Negli anni dei governi Pittella e Bardi, il Comune di Tito ha più volte espresso la volontà di acquisire il complesso al patrimonio pubblico, tramite un finanziamento regionale, statale o comunitario, favorendo un progetto di finanza pubblico-privato, così da completare le opere e garantirne una gestione sostenibile.
Tentativi purtroppo andati a vuoto, evidentemente anche per limiti miei, non per vincoli normativi – che non esistono – ma per scelte politiche miopi, che hanno dirottato risorse verso altri territori, a scapito di una visione comprensoriale che manca in molte delle strategie di sviluppo regionale.
Non possiamo continuare a finanziare impianti onerosi in piccoli comuni senza un piano gestionale ed economico sostenibile.
Come ebbi modo di affermare anni fa, anche nel dibattito sulla piscina olimpionica di Potenza, era ed è più razionale puntare su una struttura già esistente, come quella di Tito Scalo, riconoscendone il valore comprensoriale e intercomunale, al servizio della città capoluogo e dell’intero hinterland.
Oggi quell’obiettivo resta valido e raggiungibile per il 2028, anche perché le amministrazioni pubbliche, alla pari degli investitori privati che mi auguro mostrino il proprio concreto interesse a rilevare la struttura, possono partecipare a procedure d’asta per acquisire immobili privati destinati a funzioni di pubblico interesse.
Sarebbe dunque il momento giusto per il Sindaco, la giunta e l’intero consiglio comunale di Tito di chiamare il Presidente della Giunta Regionale, Vito Bardi, e il Presidente del Consiglio Regionale, Marcello Pittella, a una piena assunzione di responsabilità nei confronti della nostra comunità, attivando gli strumenti finanziari e amministrativi già disponibili, cogliendo anche gli aspetti economici più vantaggiosi, considerato che il costo del complesso sportivo intanto si è già dimezzato.
Nell’ottica di una continuità amministrativa che deve restare principio cardine di ogni buona amministrazione, è giusto ricordare che diversi impianti realizzati dai nostri predecessori hanno negli anni visto interventi migliorativi, volti a valorizzare quanto di buono era stato già fatto.
È questo lo spirito con cui si costruiscono comunità solide, dove le opere pubbliche diventano patrimonio condiviso e non terreno di contrapposizione politica.
Con particolare riferimento al Centro Sportivo “Città di Tito”, ritengo opportuno inoltre che la Regione possa sostenere, attraverso le procedure negoziate di cui dispone, anche la realizzazione di un ulteriore campo da calcio, complementare a quello esistente, per rispondere meglio alle esigenze delle associazioni sportive locali e migliorare la gestione complessiva del centro, oggi sempre più punto di riferimento per le attività sportive e aggregative del territorio.
Completare questo percorso significherebbe non solo arricchire la dotazione di impiantistica sportiva a Tito, ma anche contribuire in modo decisivo al processo di riconversione industriale in chiave di servizi avanzati, oggi messo a rischio dalla vertenza Smart Paper e dal progressivo ridimensionamento di presenze produttive e occupazionali nell’area industriale.
Un impegno vero per Tito e per la riconversione della zona industriale deve includere anche la riqualificazione ambientale dell’area ex Liquichimica e il sostegno al progetto del Green Digital Hub, per il quale lo Stato ha già assegnato 25 milioni di euro al CNR di Tito, ma di cui la Regione non ha ancora garantito il promesso cofinanziamento di ulteriori 30 milioni.
Il titolo di “Città Europea dello Sport” rappresenta un riconoscimento importante, che deve tradursi in una visione di sviluppo integrato per Tito, fondata su sport, cultura, innovazione e coesione sociale, i veri pilastri di una comunità che vuole continuare a crescere nel rispetto delle proprie vocazioni territoriali e in sinergia con quelle dei comuni limitrofi, a cominciare da Potenza, Pignola, Picerno e Satriano, che tanto contribuiscono in ambito sportivo, rafforzando così una funzione strategica per la città capoluogo e per l’intera Basilicata.
Graziano Scavone
Già Sindaco di Tito