CRONACA

Polimedica, il silenzio di una sanità pronta a curare, ma ferma

“Siamo fermi dal 21 agosto, ma potremmo ripartire domani. Basta un atto, una firma, una decisione di buon senso.”

La Rai Basilicata ha visitato venerdì mattina la sede di Polimedica per documentare, con immagini e testimonianze, gli effetti concreti della sospensione delle prestazioni sanitarie in regime di Servizio Sanitario Nazionale a seguito della DGR 473/2025.

La troupe ha trovato una struttura moderna, pulita, luminosa, dotata di apparecchiature all’avanguardia e personale presente alle proprie postazioni, ma ferma. Un luogo pronto per erogare servizi pubblici di qualità, oggi immobile e silenzioso, dove la vita professionale è ferma in attesa di una decisione amministrativa.

Dal 21 agosto, data in cui le prestazioni in convenzione sono state interrotte, Polimedica non ha più potuto assistere i cittadini lucani attraverso il SSN.

Due mesi di sospensione forzata che hanno trasformato un presidio di eccellenza e di prossimità in un simbolo di inefficienza del sistema: da un lato la struttura pronta a lavorare, dall’altro i pazienti che attendono invano visite, controlli e terapie.

In questo tempo sospeso non sono mancate rassicurazioni, incontri, parole di disponibilità e promesse di soluzioni.

Ma nessuna di esse si è tradotta in un atto concreto. Anzi, il tempo trascorso ha acuito la sensazione di ineluttabilità, alimentando nei lavoratori e nei cittadini un sentimento di smarrimento e di impotenza.

Le spiegazioni fornite dall’Azienda Sanitaria Provinciale si poggiano su una deliberazione regionale del 2 settembre, relativa al piano straordinario per il recupero delle liste d’attesa.

Oggi è il 18 ottobre, e quel piano – che dovrebbe essere attuato e concluso entro il 31 dicembre – non è ancora diventato realtà.

Polimedica, che ha sempre collaborato con il sistema pubblico per garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, e l’USC a cui Polimedica aderisce aveva espresso sin da subito forti perplessità sulle modalità operative previste da quella delibera, temendo che potessero rendere inefficace l’intervento stesso e disperdere l’occasione di un lavoro di squadra fra istituzioni e strutture accreditate.

“Quanto più tempo passa, tanto meno ne resta,” commenta la Direzione. “Ogni giorno di ritardo significa un giorno in più di disservizio per i cittadini e di incertezza per chi vorrebbe lavorare.

Noi siamo qui, pronti a ripartire anche domani, ma serve che qualcuno si accorga del deterioramento che si sta causando. Serve un atto, una firma, una decisione di buon senso.”

Nel frattempo, i dipendenti continuano a presentarsi al lavoro, mantenendo viva la struttura e la propria dignità professionale.

Un’immagine paradossale: una sanità pubblica in difficoltà, con liste d’attesa sempre più lunghe, mentre un poliambulatorio perfettamente operativo è costretto a restare fermo.

Non si tratta di una vertenza economica, ma di una questione di diritto alla salute e di efficienza del sistema pubblico.

Negare a strutture accreditate e pronte la possibilità di erogare prestazioni significa rinunciare, nei fatti, a una parte del servizio sanitario pubblico, e abbandonare i cittadini più fragili che hanno bisogno di cure di prossimità.

Significa anche disincentivare decine di professionisti che hanno scelto di restare in Basilicata e di mettere competenze e tecnologie al servizio della comunità.

Polimedica continuerà a confidare nel dialogo istituzionale e nella collaborazione con l’ASP e con la Regione, ma ribadisce con fermezza che la sanità non può vivere di sospensioni, promesse e burocrazia. Servono chiarezza, responsabilità e scelte operative immediate.

“La buona volontà e le parole di incoraggiamento non curano le malattie e non sbloccano la paralisi di un poliambulatorio che è pronto per dare risposte concrete a chi ha bisogno,” conclude la Direzione.
“Siamo pronti a ripartire anche domani. Basta un atto, una firma, una decisione di buon senso.”

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