CRONACA

Bomba distrugge l’auto di Ranucci, ‘contro di me un salto di qualità preoccupante’

Un ordigno artigianale contenente circa un chilo di esplosivo è stato collocato nei pressi dell’automobile del giornalista e conduttore televisivo Sigfrido Ranucci, a Pomezia. L’esplosione, avvenuta nella tarda serata, ha colpito due vetture – quella del giornalista e quella della figlia – parcheggiate davanti all’abitazione di famiglia.

Secondo le prime ricostruzioni fornite dagli inquirenti, il dispositivo esplosivo sarebbe stato posizionato tra un cancello e un vaso, a ridosso delle auto. Non è stato attivato da remoto né tramite un meccanismo temporizzato, ma lasciato con una miccia accesa, rendendo il gesto particolarmente pericoloso e deliberato. L’esplosione ha causato danni significativi anche a un’abitazione adiacente.

I resti del dispositivo sono stati sequestrati e saranno analizzati nei prossimi giorni. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale, sono in mano ai Carabinieri, che stanno acquisendo e visionando i filmati di videosorveglianza della zona, nel tentativo di individuare chi abbia materialmente posizionato l’ordigno.

L’ipotesi investigativa al momento è danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso. Il fascicolo è nelle mani del PM Carlo Villani, sotto la supervisione dell’aggiunto Ilaria Calò.

Ranucci: “Un salto di livello inquietante”

All’uscita dalla stazione dei Carabinieri di via Trionfale, dove ha formalizzato la denuncia, Ranucci ha dichiarato:
«Ho ricostruito con gli investigatori quanto avvenuto. Negli ultimi anni ho ricevuto numerose minacce, sempre segnalate alle autorità. La mia scorta è costantemente al corrente di tutto. Mi sento comunque tutelato: lo Stato non mi ha mai lasciato solo».

Il giornalista, sotto protezione dal 2014 per minacce legate alle sue inchieste, ha sottolineato: «Quello che è accaduto stanotte rappresenta un salto di qualità inquietante. L’auto è esplosa proprio davanti casa, dove già in passato erano stati lasciati dei proiettili».

Ranucci ha aggiunto che la vettura era stata parcheggiata dal figlio nel primo pomeriggio, e che la figlia era transitata nella stessa zona appena venti minuti prima dell’esplosione. «Siamo davanti a un gesto potenzialmente letale – ha affermato –. Le minacce che ho ricevuto sono numerose e difficili da ricondurre a un’unica origine».

Reazioni istituzionali: condanna unanime

La premier Giorgia Meloni, in una nota ufficiale di Palazzo Chigi, ha espresso «piena solidarietà a Sigfrido Ranucci» e «ferma condanna per un atto intimidatorio gravissimo». Meloni ha ribadito che «la libertà e l’indipendenza dell’informazione sono pilastri irrinunciabili della democrazia».

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha parlato su X di «gesto vile, inaccettabile» che «colpisce non solo un giornalista, ma la libertà stessa di informare».

Parole simili dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che ha definito l’attacco «di una gravità inaudita». Anche il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, ha manifestato il suo sdegno: «Nessuna motivazione può giustificare un atto di violenza simile».

Il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che saranno rafforzate le misure di sicurezza intorno al giornalista, promettendo il massimo impegno per individuare i responsabili: «Un attacco così grave e vigliacco non può restare impunito».

Il mondo dell’informazione e la politica: “Un colpo alla democrazia”

La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha parlato di «un attentato alla democrazia e alla libertà d’informazione», aggiungendo che «non possiamo accettare intimidazioni contro chi fa giornalismo d’inchiesta».

Anche la Rai, per voce dell’amministratore delegato Giampaolo Rossi, ha espresso vicinanza a Ranucci e alla sua famiglia: «L’attacco colpisce un nostro professionista, ma anche i valori del servizio pubblico. La Rai continuerà a garantire pluralismo e verità contro ogni minaccia».

L’esplosione poteva uccidere

Sui canali social della trasmissione Report, di cui Ranucci è conduttore, si legge che «l’ordigno era posizionato in modo tale da poter uccidere chiunque fosse passato in quel momento». Nel post si specifica che sono intervenuti sul posto Carabinieri, Digos, Vigili del Fuoco e Polizia Scientifica, e che la Prefettura è stata immediatamente allertata.

Nel filmato pubblicato si vede la parte anteriore della vettura completamente devastata, mentre l’auto della figlia appare pesantemente danneggiata. Anche una porzione dell’edificio accanto ha riportato lesioni.

Ranucci ha dichiarato che, oltre al clima crescente di minacce, «esiste un tentativo di delegittimare il lavoro giornalistico d’inchiesta, isolando chi cerca di raccontare verità scomode».

ANSA

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