M5S. Crisi idrica: la Giunta Bardi interviene fuori tempo massimo
Da mesi chiediamo alla Giunta regionale di affrontare con serietà la crisi idrica che sta mettendo in ginocchio la Basilicata.
Lo facciamo da primavera, quando era già chiaro che la situazione sarebbe presto diventata drammatica. Avevamo chiesto l’estensione dello stato di emergenza e la nomina di un commissario ad acta per coordinare misure straordinarie, sostenere il comparto agricolo e garantire l’acqua potabile a cittadini e comunità.
Quelle richieste, purtroppo, sono rimaste inascoltate.
Oggi, quando le dighe sono quasi vuote e interi territori sono in sofferenza, arriva la decisione del presidente Bardi di chiedere lo stato di emergenza.
Ma è una mossa fuori tempo massimo.
In questi mesi, mentre la politica restava ferma, i cittadini hanno dovuto fare i conti con rubinetti a secco, agricoltori disperati, raccolti compromessi e costi insostenibili.
Non si può più continuare a trattare l’acqua come se fosse un’emergenza passeggera: è una questione strutturale, che tocca la vita quotidiana delle persone, il lavoro, la salute e il futuro di un’intera regione.
I dati dell’ANBI parlano chiaro: la diga di Monte Cotugno è scesa al 18%, quella del Pertusillo al 26%. Il livello di severità idrica per la Basilicata è ormai “alto” sia per l’agricoltura che per l’acqua potabile.
Eppure la Giunta continua a raccontare di aver “garantito la continuità produttiva” e “programmato interventi”. Ma la realtà, fuori dai palazzi, è ben diversa: i campi sono aridi, le aziende agricole al collasso e le comunità rurali allo stremo.
Le cause di questa crisi non sono un mistero:
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reti idriche obsolete, con perdite che superano il 50%;
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invasi senza manutenzione e opere di derivazione trascurate;
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una governance frammentata, in cui tutti si dividono le competenze ma nessuno si assume la responsabilità;
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un Accordo di Programma con la Puglia che dal 2016 penalizza la Basilicata, togliendole risorse senza garantire adeguate compensazioni.
Come Movimento 5 Stelle, ribadiamo che la gestione dell’acqua deve tornare pienamente pubblica, trasparente e fondata su una pianificazione intelligente, capace di bilanciare tutela ambientale, agricoltura, uso civile ed energia.
Serve un Piano regionale per la tutela delle acque, una revisione seria dei rapporti interregionali e un programma pluriennale di manutenzione degli invasi, finanziato in modo stabile e verificabile.
Perché l’acqua non è solo una risorsa naturale: è un bene comune, è vita, è il segno della capacità di un governo di prevenire i problemi invece di rincorrerli.
Non accetteremo che questa crisi venga raccontata come un semplice effetto del clima. È il risultato di anni di scelte sbagliate e di assenza di visione.
La Basilicata non può più essere il laboratorio delle emergenze permanenti.
Meritiamo una politica che ascolti i territori, che pianifichi, che guardi lontano.
Una politica che riconosca nell’acqua non una voce di bilancio, ma un diritto universale.
Alessia Araneo e Viviana Verri
Consigliere regionali M5S Basilicata
