Giovane attivista denuncia: ‘Sui social 100mila messaggi di minacce’

“Minacce di morte, violenza e insulti: l’incubo di Cristina Irrera”
Almeno 100.000 messaggi tra insulti, minacce di morte, stupro, rapimento e persino uccisione del suo cane, con l’indirizzo di casa e la posizione del citofono pubblicati sui social, accompagnati da incitamenti alla violenza: questo è l’incubo che sta vivendo dal mese di febbraio Cristina Irrera, la 26enne segretaria del Comitato Sicurezza per Milano, che ha denunciato la situazione.
“Le minacce sono iniziate a febbraio, ma da luglio sono aumentate”
“Le minacce sono cominciate a febbraio, ma si sono intensificate a partire da luglio”, racconta la giovane, in una dichiarazione rilasciata all’ANSA. “Mi sento continuamente sorvegliata, come se fossi sotto osservazione 24 ore su 24. Ogni volta che pubblico qualcosa sui social, subito arrivano insulti e minacce dirette a me e a chi mi segue, dai miei familiari al mio compagno”, aggiunge Cristina.
Un passato che potrebbe spiegare gli attacchi
Cristina si è avvicinata al Comitato Sicurezza per Milano tre anni fa, dopo essere stata vittima di un’aggressione da parte di alcune borseggiatrici in metropolitana. La giovane siciliana, che si è trasferita a Milano per proseguire gli studi universitari, sospetta che gli attacchi nei suoi confronti siano legati al suo impegno sociale. “Tratto temi scomodi, come i diritti delle donne e i femminicidi, e credo che questo possa aver attirato l’odio”, spiega.
“Forse un singolo, ma penso siano gruppi organizzati”
Cristina ha una sua ipotesi su chi potrebbe essere dietro le minacce. “Potrebbe trattarsi di un utente che ha avuto uno scontro con me, ma sono convinta che non sia una sola persona, ma che si tratti di gruppi organizzati, probabilmente su Telegram”, afferma. La giovane ricorda anche un episodio che potrebbe aver scatenato l’odio: “A luglio ho fatto un video su un gruppo Telegram tedesco, che si chiamava ‘mia moglie’, che è stato poi chiuso. Forse sono stati offesi”.
Minacce provenienti da gruppi su Telegram
Ciò che è certo, secondo Cristina, è che le minacce arrivano principalmente da Telegram. “Lo conferma anche la Polizia Postale: gli account che scrivono sono falsi, rubati da persone che hanno cercato di acquistare pacchetti di follower, ma che hanno visto le loro identità digitali compromesse”, spiega.
Denunce e supporto dalle autorità
Le minacce sono già state denunciate: “A luglio avevo già presentato una denuncia alla Polizia Postale. Questa mattina sono tornata dalla polizia giudiziaria – racconta Cristina durante una pausa dal suo lavoro come barista, che affianca a quello di babysitter e social media manager – mi hanno fornito il numero di un centro antiviolenza per attivare il ‘codice rosso’ per la violenza di genere, dato che mi scrivono che sarò la prossima vittima di femminicidio. Mi hanno anche assicurato che una volante della polizia passerà sotto casa”.
“Qualcosa si è mosso, ma è un processo lento. Io sono disperata – continua – anche oggi ho dovuto sfogarmi in commissariato. Non avrei mai immaginato di trovarmi in questa situazione, con persone che mi scrivono addirittura dicendo che vogliono avvelenare il mio cane”.
Il Comitato Sicurezza: “Atto intollerabile, bisogna proteggere Cristina”
“Quanto sta accadendo a Cristina Irrera è assolutamente inaccettabile”, afferma Nicholas Vaccaro, vicepresidente del Comitato Sicurezza per Milano. “Non solo è un attacco alla sua sicurezza personale, ma anche un tentativo di intimidire chi, come lei, dedica tempo e impegno alla collettività. Si tratta di un fatto gravissimo che mette in pericolo la sua incolumità e che non può essere minimizzato”. “Chiediamo un intervento immediato delle autorità per identificare i responsabili e garantire la piena protezione di Cristina”, conclude il Comitato.
ANSA