Giornata di Screening a Lagonegro: Cardiologico, Glicemico e Nutrizionale il 28 Settembre

Lagonegro domenica 28 settembre terrà la Giornata di screening cardiologico, glicemico, nutrizionale a Lagonegro presso Palazzo Corrado e in piazza Bonaventura Picardi in collaborazione con il Comune di Lagonegro.
Un’equipe di medici cardiologi e internisti, biologi nutrizionisti, infermieri e volontari, sarà a disposizione per una serie di esami e per una valutazione clinica.
Il volontariato ha un ruolo importante per la prevenzione e la cura delle malattie cardiovascolari che sono la prima causa di morte nel mondo, nonostante i grandi progressi raggiunti negli ultimi decenni nella diagnosi e nella cura.
È dunque molto importante ridurre l’incidenza di queste malattie e per realizzare questo obiettivo la prevenzione diventa determinante. In Italia la mortalità per malattie cardiovascolari è calata sensibilmente negli ultimi decenni.
Tuttavia, il quadro di salute del cuore resta diseguale: il Sud continua a pagare un prezzo troppo alto, sia in termini di cure disponibili che di anni di vita persi.
Il recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, stilato dal Gruppo di lavoro su Equità e Salute nelle Regioni, mette nero su bianco le disparità sanitarie nel Paese, evidenziando i punti deboli di un sistema che, ancora oggi, non riesce a garantire pari diritti e prestazioni a tutti i cittadini.
I dati, elaborati attraverso la sorveglianza Passi, parlano chiaro. Ma se nelle regioni settentrionali si registrano numeri al di sotto della media nazionale, nel Mezzogiorno i progressi sono più lenti e meno strutturali. Il divario emerge anche guardando ai ricoveri per infarto: una diminuzione generalizzata del 20% negli uomini e del 34% nelle donne, ma con valori ancora alti al Sud.
Questo non solo segnala una carenza cronica di prevenzione e assistenza sul territorio, ma genera anche pesanti conseguenze per le famiglie, costrette a spostarsi per ricevere cure salvavita.
Emblematica è la situazione della mobilità sanitaria. Per un intervento di bypass aortocoronarico, nel 2023 quasi il 30% dei pazienti calabresi ha dovuto lasciare la propria regione.
Ancora più drammatica la percentuale per le operazioni su valvole cardiache, con il 60% dei residenti calabresi costretti a migrare per curarsi. Un quadro che si ripete anche in Trentino-Alto Adige, In Italia la mortalità per malattie cardiovascolari è calata sensibilmente negli ultimi decenni.
Tuttavia, il quadro di salute del cuore resta diseguale: il Sud continua a pagare un prezzo troppo alto, sia in termini di cure disponibili che di anni di vita persi.
Il recente rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, stilato dal Gruppo di lavoro su Equità e Salute nelle Regioni, mette nero su bianco le disparità sanitarie nel Paese, evidenziando i punti deboli di un sistema che, ancora oggi, non riesce a garantire pari diritti e prestazioni a tutti i cittadini.
I dati, elaborati attraverso la sorveglianza Passi, parlano chiaro. Ma se nelle regioni settentrionali si registrano numeri al di sotto della media nazionale, nel Mezzogiorno i progressi sono più lenti e meno strutturali.
La Basilicata segue con cifre comunque preoccupanti: il 17% dei pazienti va altrove per un bypass, il 40% per interventi su valvole.
Si tratta di numeri che riflettono un sistema di cure frammentato e fortemente squilibrato, che costringe molti a spostarsi — spesso a caro prezzo, sia economico che psicologico — per ricevere trattamenti fondamentali.
Un ulteriore aggravante è rappresentato dagli stili di vita poco salutari. L’obesità colpisce il 10% della popolazione italiana, con un altro 33% in sovrappeso. Nel frattempo, la sedentarietà è aumentata, passando dal 23% al 28%.
Anche in questo ambito il Mezzogiorno detiene i numeri peggiori, segno di un allarme sociale che tocca educazione, cultura e accesso a stili di vita sani. Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Rocco Bellantone, non ha dubbi: “Le variazioni regionali dipendono dalla prevalenza delle condizioni a rischio, dalla disomogeneità dei modelli assistenziali e dalle risorse organizzative”.
Serve dunque un’azione strategica che sia calibrata sulle reali necessità delle aree più svantaggiate. Secondo Bellantone, i dati del rapporto “potranno essere utili per elaborare strategie che riescano a mitigare le disparità regionali che sono il problema principale della sanità nel nostro Paese”.
L’esperienza dell’Associazione “Cuore Amico” Basilicata in giro sui territori per gli screening è un buon osservatorio sullo stato di salute dei lucani con una risposta sempre numerosa, intorno ad un centinaio di pazienti a giornata.
E’ un’ eccellenza territoriale e anche una “best practice” del volontariato lucano che specie nel sociale sopperisce alle carenze e difficoltà del servizio pubblico.
