Alba di un museo, mostra celebrativa a Castel Sant’Angelo

Le sale monumentali di Castel Sant’Angelo ospitano dal 23 settembre al 15 febbraio 2026 la mostra ‘Castel Sant’Angelo 1911-1925.
L’alba di un museo’, realizzata dall’istituto del ministero della Cultura ‘Pantheon e Castel Sant’Angelo’ – Direzione Musei nazionali della città di Roma, che celebra il centenario dell’istituzione del Museo del Castello, avvenuta il 4 maggio 1925.
“Questa mostra – spiega il direttore Luca Mercuri – rappresenta un’occasione preziosa per riscoprire un momento fondativo della storia del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo e per riflettere sul ruolo civile del patrimonio culturale nella costruzione di una memoria condivisa”.
“Il percorso espositivo – prosegue – mette in dialogo opere provenienti da importanti musei italiani con materiali straordinari custoditi nei depositi del Castello, alcuni dei quali restaurati per l’occasione e non esposti al pubblico da decenni. L’operazione culturale restituisce centralità alla funzione pubblica del museo: custodire e al tempo stesso condividere il patrimonio, recuperare il passato per guardare al futuro”.
Durante l’Esposizione del 1911, allestita a Castel Sant’Angelo per i 50 anni dell’Unità d’Italia, il Castello venne trasformato in spazio espositivo con una mostra sull’arte italiana, che coniugava archeologia, arti figurative e decorative, ambientazioni storiche e percorsi tematici.
L’attuale mostra ‘Castel Sant’Angelo 1911-1925. L’alba di un museo’ si ispira proprio a quell’esperimento, rievocandone in chiave contemporanea atmosfere e suggestioni.
L’allestimento espositivo riunisce i raffinati acquerelli di Ettore Roesler Franz, il dipinto di Umberto Prencipe con una veduta di Roma nel Quattrocento, una suggestiva stele tardo antica, eccezionali lastre romaniche scolpite e la scultura in gesso colorato di Giovanni Prini.
Spiccano poi ‘Elia nel deserto’, opera di Daniele da Volterra, la ‘Veduta del Tevere a Castel Sant’Angelo’ del Vanvitelli e una scultura in terracotta del Giambologna. Spazio anche a strumenti musicali, armi e armature storiche, immagini e a due sezioni specifiche: una dedicata alle incisioni di Giovan Battista Piranesi e un’altra a Bartolomeo Pinelli, artista che nella Roma dell’Ottocento rappresentò i mestieri popolari e le scene di vita quotidiana.
La mostra si conclude nella Sala di Apollo, dove è stato riposizionato il grande plastico di Castel Sant’Angelo realizzato nel 1911, che osserva idealmente i busti marmorei di Adriano e Antonino Pio, legati alla fondazione e alla storia del Mausoleo.
ANSA