Carlo Acutis, il giovane influencer di Dio con felpa e pc

La felpa e le scarpe da ginnastica: così è sepolto ad Assisi, la città che più amava, Carlo Acutis.
Morto nel 2006 a soli 15 anni è il primo santo ‘millennial’. E’ conosciuto come l’influencer di Dio perché parlava di fede attraverso internet; ed infatti è il santo, ritratto così anche nelle statue, sempre con il pc in mano.
A scuola non era il primo della classe, anzi si racconta di una nota affibbiatagli dalla maestra per essersi nascosto in un armadio.
Carlo Acutis nacque a Londra il 3 maggio 1991 da genitori italiani: Andrea e Antonia Salzano, che si trovavano nella City per motivi di lavoro. Nel settembre di quell’anno la famiglia rientrò a Milano dove cominciò a frequentare prima l’asilo e poi la scuola. Nel 1998 ricevette la prima comunione, nel 2003 la cresima.
A 14 anni cominciò a frequentare il liceo classico dell’Istituto Leone XIII di Milano, diretto dai gesuiti. Con uno studente di ingegneria informatica si appassionò ad internet costruendo siti per la parrocchia e per la sua scuola. Trascorreva la maggior parte delle sue vacanze ad Assisi in una casa di famiglia.
Nella cittadina umbra, oltre a divertirsi con gli amici, imparò a conoscere San Francesco. Dal Poverello imparò a rispettare il creato e a dedicarsi ai più poveri che aiutava anche con i soldi risparmiati dalla sua paghetta settimanale.
Faceva ogni giorno la comunione. “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo”, diceva. Scelse poi di utilizzare le sue capacità informatiche per progettare e realizzare una mostra internazionale sui “Miracoli eucaristici”, una rassegna fotografica con descrizioni storiche, che presenta diversi dei principali miracoli eucaristici verificatisi nel corso dei secoli in Paesi sparsi nel mondo e riconosciuti dalla Chiesa.
Recitava il Rosario tutti i giorni. Nell’ottobre 2006 Carlo si ammalò di leucemia di tipo M3, considerata la forma più aggressiva, che inizialmente venne scambiata per una forte influenza. Venne ricoverato alla Clinica De Marchi di Milano ma successivamente, per l’aggravarsi della situazione, fu trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza.
La morte cerebrale avvenne l’11 ottobre 2006, il suo cuore smise di battere il 12 ottobre. I funerali vennero celebrati nella chiesa di Santa Maria Segreta a Milano, il 14 ottobre 2006.
La salma fu sepolta nella tomba di famiglia a Ternengo (Biella), poi nel febbraio 2007 fu traslata nel cimitero comunale di Assisi per soddisfare il suo desiderio di rimanere nella città di San Francesco.
Papa Francesco, quando incontrava i giovani, amava ripetere una frase del giovane Carlo: “Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”.
Papa Leone oggi ha citato un altro motto del ragazzo: “Non io ma Dio”.
ANSA