CRONACA

Madonna del Monte di Viggiano : le origini tra fede e leggenda

C’è un luogo, in Basilicata, dove il cielo sembra più vicino e l’aria sa di preghiera antica. È il Monte di Viggiano, dove da secoli il cuore di un popolo si arrampica, passo dopo passo, per incontrare la Madonna del Sacro Monte.

La sua storia non è scritta soltanto nei libri, ma nelle rughe dei pellegrini, nei fiori intrecciati dai bambini, nelle zampogne che risuonano all’alba tra i boschi. È una storia che nasce tra fede e leggenda, e che da secoli accompagna la vita di un’intera regione.

Tutto comincia intorno all’XI secolo, quando Grumentum, l’antica città romana, viene attaccata dai Saraceni. Per salvare la preziosa statua della Madonna, allora custodita nella cattedrale, i fedeli la portano lontano, nascosta tra le rocce e i silenzi del monte.

Poi, il silenzio. Passano gli anni. La leggenda racconta che un giorno, alcuni pastori della valle, attratti da una strana luce che brillava in cima alla montagna, salirono fin lassù. E lì, tra le pietre e l’erba alta, trovarono il simulacro della Vergine, intatto, come se fosse stato custodito dalle stesse mani del cielo.

Da allora, quel luogo è diventato sacro. E da quel momento, il cammino della Madonna tra il Monte e il paese scandisce il ritmo della vita lucana: a maggio, la statua torna sulla vetta, a settembre, scende in paese per l’inverno. Sempre portata a spalla, sempre seguita da centinaia di cuori in cammino.

La Madonna del Sacro Monte non è solo una statua. È un volto che parla di dolcezza e sacrificio, di maternità e offerta. Seduta su un trono, con Gesù Bambino sulle ginocchia, la Vergine non lo trattiene a sé, ma lo porge al mondo. Come a dire: “Prendetelo, è per voi”.

I volti della Madre e del Figlio hanno un colore olivastro, che ricorda le origini orientali della fede cristiana. Intorno, l’oro zecchino che riveste la statua crea un contrasto potente con la semplicità del legno: povertà e gloria, umanità e divinità, mescolate come nella vita vera.

Chiunque abbia vissuto anche solo una volta la salita al Monte, non la dimentica più. Centinaia di fedeli, giovani e anziani, famiglie intere, salgono tra i sentieri con gli stendardi al vento, le zampogne che suonano, le mani che reggono i “cinti” di fiori e ceri.

C’è chi sale a piedi scalzi, chi compie il giro tre volte intorno alla cappella, chi entra in ginocchio, chi tocca l’urna con un fiore raccolto nel bosco. Non ci sono distinzioni di paese o di ceto: solo gente semplice, con il cuore grande, che si affida alla “Mamma del Monte”.

Questa devozione popolare non è rimasta invisibile. Dal Medioevo ai giorni nostri, la Chiesa ha riconosciuto la grandezza spirituale del Santuario. Nel 1740 fu unita spiritualmente alla Basilica di Santa Maria Maggiore di Roma; nel 1892 Papa Leone XIII ne decretò l’incoronazione; nel 1965 Paolo VI lo elevò a Basilica Pontificia; e nel 1991 fu Giovanni Paolo II, in persona, a rinnovare il gesto dell’incoronazione a Potenza.

E ancora nel 1995, il Santuario riceveva l’ultimo sigillo d’amore: Viggiano diventava ufficialmente “Città di Maria”, un titolo che non è solo onorifico, ma che riflette l’anima più vera di questa comunità.

La Basilicata è terra di Maria”, scriveva Monsignor Vairo. E aveva ragione. Perché nella Madonna del Sacro Monte si riflette la storia di una terra che ha sofferto, ma non si è mai piegata. Che ha camminato in silenzio, ma con dignità. Che ha imparato ad amare in modo profondo, resistente, eterno.

In quella statua, c’è il volto di ogni madre lucana, il coraggio dei pastori, la speranza degli emigranti, la fede dei contadini, la poesia dei monti.

Il Santuario del Monte di Viggiano non è solo un luogo. È una vetta dell’anima, dove si sale per cercare qualcosa – e si torna con molto di più.“Bella Signora del Monte, veglia su chi cammina. Sostieni chi si arrampica tra le pietre e la vita. Rimani lassù, ma scendi ogni volta nel cuore di chi ti cerca.”

“Bella Signora del Monte, veglia su chi cammina. Sostieni chi si arrampica tra le pietre e la vita. Rimani lassù, ma scendi ogni volta nel cuore di chi ti cerca.”

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