Trump: ‘Zelensky-Putin non ancora pronti’. Conclusa la riunione dei Volenterosi

Ho seguito la situazione, l’ho vista e ne ho parlato con il presidente Putin e il presidente Zelensky.
Qualcosa accadrà, ma non sono ancora pronti. Ma qualcosa succederà. Ce la faremo”. Così Donald Trump in un’intervista a Cbs, rilanciata sul suo account Truth, prima della riunione dei Volenterosi con il leader ucraino a Parigi.
Si è conclusa a Parigi la riunione dei Volenterosi per l’Ucraina, con 35 leader partecipanti, alcuni in presenza, altri in videoconferenza.
Alle 14, il programma prevede una telefonata con il presidente americano Donald Trump. Alla chiamata al presidente americano – confermano fonti – sarà presente fra gli altri il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.
“Stiamo dando concretezza alle garanzie di sicurezza a lungo termine per l’Ucraina e garantendo già ora il supporto alle nostre Forze di Difesa ucraine”: così in un tweet sul proprio profilo X il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al termine della riunione dei Volenterosi oggi a Parigi.
La riunione della Coalizione dei volenterosi sull’Ucraina è stata presieduta dal presidente francese, Emmanuel Macron, nei saloni dell’Eliseo, e dal premier britannico Keir Starmer, a distanza.
Fra i presenti, l’inviato di Trump, Steve Witkoff. La presidenza francese ha fornito la lista dei leader in presenza: il premier belga, Bart De Wever, la premier danese, Mette Frederiksen, il presidente finlandese, Alexander Stubb, il primo ministro olandese, Dick Schoof, il presidente del Consiglio polacco, Donald Tusk, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e l’inviato speciale del presidente americano, Steve Witkoff.
Collegati in videoconferenza, la premier Giorgia Meloni, il premier albanese Edi Rama, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier australiano Anthony Albanese, il premier bulgaro Rossen Jeliazkov, quello canadese Mark Carney, il presidente cipriota Nikos Christodoulidis, il premier croato Andrej Plenkovic, il capo del governo spagnolo Pedro Sanchez, la premier estone, Kristen Michal, il premier greco, Kyriakos Mitsotakis, il premier irlandese Micheal Martin, quello giapponese Shigeru Ishiba, quella lettone, Evika Silina, il presidente lituano Gitanas Nauseda, il premier lussemburghese Luc Frieden, il montenegrino Milojko Spajic e quello norvegese, Jonas Gahr Store.
Il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, è stato costretto a rientrare a Madrid, dopo la partenza alla volta di Parigi per il vertice dei volenterosi sull’Ucraina, da un’avaria dell’aereo di Stato, informano fonti ufficiali. Il premier parteciperà alla riunione della coalizione dei volenterosi in collegamento in videoconferenza.
“Questa riunione ci consentirà di finalizzare delle garanzie di sicurezza robuste per l’Ucraina”, le prime parole di Macron in apertura. I “volenterosi” per l’Ucraina sanciranno – come ha detto ieri sera lo stesso Macron ricevendo Volodymyr Zelensky – che sono “pronti” per la forniture delle garanzie nel caso di una tregua tra Mosca e Kiev.
“A Parigi per un incontro cruciale della Coalizione dei Volenterosi sulle garanzie di sicurezza.
Abbiamo lavorato su tre compiti fondamentali. Trasformare l’Ucraina in un porcospino d’acciaio, costruire una forza multinazionale per l’Ucraina sostenuta dagli Stati Uniti, rafforzare la posizione difensiva dell’Europa. Ora andiamo avanti”. Lo scrive sui social la presidente della Commissione Ursula von der Leyen.
“Le garanzie di sicurezza richieste dall’Ucraina rappresentano una minaccia per il continente europeo e sono assolutamente inaccettabili”. Lo ha affermato – come riporta la Tass – la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. “Le idee del leader di Kiev, che sono essenzialmente una copia carbone delle iniziative degli sponsor europei, nemmeno degli sponsor ma del partito europeo della guerra, come abbiamo già detto più di una volta, sono assolutamente inaccettabili. Mirano a preservare l’Ucraina come trampolino di lancio per il terrore, per le provocazioni contro il nostro paese”.
“La Russia non discuterà l’idea di un intervento militare straniero in Ucraina in nessuna forma”.
Così Zakharova durante un briefing a margine dell’Eastern Economic Forum. “La Russia non intende discutere l’idea di un intervento straniero in Ucraina, del tutto inaccettabile e che mina la sicurezza, in nessuna forma” ha detto. Inoltre, “la possibile vendita da parte degli Usa di oltre 3.000 missili contraddice l’aspirazione di risolvere il conflitto diplomaticamente”, ha aggiunto Zakharova.
Le voci su un presunto attacco ibrido del Cremlino che ha provocato l’atterraggio dell’aereo della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen utilizzando mappe cartacee “hanno il sapore della disperazione”, ha aggiunto Zakharova.
“Non è la Russia” che può decidere sullo schieramento di truppe occidentali in Ucraina: lo ha sottolineato il segretario generale della Nato, Marc Rutte. In precedenza, la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova aveva affermato che “la Russia non discuterà l’idea di un intervento militare straniero in Ucraina in nessuna forma”.
“Ci dispiace constatare che Kiev e i suoi sponsor europei non hanno ancora la volontà di cercare soluzioni pacifiche alla crisi”: lo ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin, ripreso dalla Tass.
Mosca ha lanciato attacchi notturni sulla città portuale meridionale di Odessa e sulla regione nord-orientale di Kharkiv.
Cinque persone sono rimaste ferite a Kharkiv, ma finora non si segnalano decessi. Lo riportano i media ucraini. Nella notte, la Russia ha lanciato 112 droni Shahed contro l’Ucraina, ha dichiarato l’aeronautica militare, di cui 84 sono stati abbattuti.
ANSA