POLITICA

A proposito del bonus gas: non basta dare un pesce a chi ha fame, bisogna insegnargli a pescare

Questo vecchio proverbio descrive bene quello che sta accadendo in Basilicata con il bonus gas.

In questi giorni non si parla d’altro: conguagli, famiglie penalizzate pur avendo consumato meno, totale incertezza su quanto davvero valga questo beneficio. Eppure, nonostante tutte queste contraddizioni, il bonus continua a essere distribuito a pioggia, a tutti, senza alcuna distinzione di reddito. Ma così non può funzionare.

Non è la prima volta che facciamo questo errore. Ricordate la card benzina? Fu data a tutti i patentati lucani, indistintamente. Alla fine non lasciò nulla e oggi, paradossalmente, la nostra regione è tra quelle con i prezzi più alti della benzina. È la prova che i sussidi generalizzati non costruiscono niente, se non illusioni momentanee.

La verità è che questa misura ragiona solo sull’oggi, con la logica del “dividiamoci quello che c’è adesso, senza pensare al futuro”. Un po’ come nella favola della formica e della cicala: si consuma tutto subito e poi, quando arriva l’inverno, ci si ritrova senza nulla. Così si guarda agli elettori di oggi, dimenticandosi delle generazioni future.

Io credo che dobbiamo avere più coraggio.

La vera compensazione ambientale non è dare gas gratis da consumare, ma sostituire le fonti fossili con energie rinnovabili ed efficienza energetica. Un bonus abitua a consumare, un investimento costruisce libertà.

E allora la mia proposta è semplice:

  • Metà delle risorse alle famiglie con redditi bassi, che non potrebbero mai permettersi un impianto fotovoltaico o una pompa di calore nemmeno con gli incentivi nazionali. A loro dobbiamo dare la possibilità di avere impianti chiavi in mano, che riducano davvero le bollette e diano dignità energetica.
  • L’altra metà alle aziende lucane, quelle che producono, per aiutarle con interventi di autoproduzione e di efficienza. Così diventano più competitive, abbassano i costi e creano lavoro.

Con oltre 100 milioni di euro all’anno potremmo installare migliaia di impianti, generando risparmi veri e duraturi, un indotto importante con le imprese locali e nuove opportunità con le Comunità Energetiche Rinnovabili.

Questo significherebbe anche più posti di lavoro nelle aziende specializzate, più investimenti nella green economy in Basilicata e la possibilità, finalmente, per chi non può permetterselo di entrare nella transizione energetica.

Inoltre, grazie alle adesioni alle CER (Comunità Energetiche Rinnovabili), i cittadini avrebbero un ritorno economico diretto, moltiplicando i benefici.

E non solo: anche le aziende energivore, oggi schiacciate dai costi dell’energia, potrebbero diventare più competitive grazie all’azzeramento delle bollette energetiche, rafforzando l’intero sistema produttivo regionale.

La Basilicata è una regione ricca di risorse ma povera di produttività. Questa può essere la chiave per invertire la rotta: smettere di distribuire sussidi temporanei e iniziare a costruire sviluppo vero e sostenibile, pensando prima di tutto a chi è più fragile.

Le fonti fossili prima o poi finiranno. E il bonus non potrà durare per sempre. Se lo consumiamo oggi senza visione, domani saremo accusati di aver buttato via una grande occasione.

Credo che la vera compensazione ambientale non sia uno sconto che svanisce, ma un investimento che resta. Per famiglie, per imprese, per il lavoro e per il futuro della Basilicata.

Per questo faccio un appello alla Regione: si abbia il coraggio di ripensare al bonus gas, trasformandolo da misura assistenzialista a strumento di autonomia energetica e di sviluppo duraturo per la nostra terra.

Fausto De Maria – Coordinamento regionale Basilicata Casa Comune

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