CRONACA

Sanità Polimedica (USC) chiama i sindaci del Vulture-Melfese e Alto Bradano

“Fatelo per noi e per i vostri cittadini la DGR 473 discrimina senza vere motivazioni la nostra struttura e penalizza l'utenza".

Polimedica, poliambulatorio accreditato con il SSR e aderente all’Unione Sanità Convenzionata (USC), ha inviato una lettera a tutti i sindaci del Vulture-Melfese e dell’Alto Bradano per denunciare le conseguenze devastanti della DGR 473/2025, approvata con oltre otto mesi di ritardo e resa ormai operativa dall’ASP di Potenza.

“Le recenti decisioni adottate dalla Regione Basilicata – spiega il presidente Michele Cataldi – stanno mettendo a rischio la continuità delle cure per centinaia di pazienti, con conseguenze drammatiche per la salute pubblica e per il tessuto sociale del nostro territorio.

Ma non solo: colpiscono in maniera ingiustificata Polimedica, poliambulatorio sano, ben organizzato e radicato nel Vulture-Alto Bradano, che viene improvvisamente discriminato nell’assegnazione dei tetti di spesa, senza preavviso, senza istruttoria e senza vere motivazioni.”

La DGR 473/2025 ha ridisegnato i budget sulla base di criteri storici risalenti al 2014 e non sui fabbisogni sanitari reali, destinando a questi ultimi appena il 6% del totale.

L’effetto retroattivo ha creato una condizione di “sforamento indotto” che rischia di annullare centinaia di visite, esami e terapie già prenotate, con un’esplosione delle liste d’attesa e senza alternative praticabili: il ricorso alle strutture pubbliche, infatti, è impossibile vista la già fortissima sofferenza delle agende ospedaliere, che non riescono a garantire tempi accettabili.

Le conseguenze sono immediate: prenotazioni SSR a rischio cancellazione, attività programmate tagliate, riduzione del personale, impossibilità di mantenere turnazioni adeguate e, soprattutto, pregiudizi clinici irreversibili per i pazienti fragili.

A ciò si aggiunge l’assurdità di costringere chi è in cura a Melfi con medici che conoscono il suo caso clinico a spostarsi a Potenza, Lagonegro o Policoro da professionisti che nulla sanno della sua storia clinica. “Che fine fa così il diritto di libera scelta?”, chiede Cataldi.

La discriminazione appare ancora più evidente se si considera che a Polimedica, che eroga specialità cruciali come cardiologia, pneumologia, endocrinologia, oculistica, ginecologia, neurologia, gastroenterologia e molte altre, sono stati sottratti i budget necessari per garantirne la continuità, mentre ad altre strutture vengono assegnate risorse per prestazioni del tutto diverse.

“Se un paziente ha bisogno di una spirometria o di una visita pneumologica, si può davvero rispondere che può fare fisioterapia in un’altra struttura, in un altro comune, solo perché lì c’è ancora capienza di budget?” – aggiunge Cataldi – “È assurdo e inaccettabile.”

Polimedica ha già dato mandato ai legali per promuovere un’azione giurisdizionale con richiesta di sospensione immediata della delibera, e ha interessato i sindacati per aprire lo stato di crisi e chiedere al Prefetto di Potenza l’apertura di un tavolo di concertazione con la Regione.

“Il Vulture-Alto Bradano – prosegue la nota – è il territorio più colpito, già provato da anni di tagli e ridimensionamenti. Indebolire Polimedica significa infliggere un colpo mortale alla sanità di prossimità e alla tenuta occupazionale di un comprensorio intero.”

Per questo motivo, nella lettera ai Sindaci si chiede di:
• sostenere presso Regione e ASP una moratoria immediata che salvi tutte le prenotazioni già acquisite, in particolare dei pazienti fragili;
• sollecitare la revoca o la riadozione della DGR 473/2025 su basi epidemiologiche e di fabbisogni reali;
• mantenere alta l’attenzione pubblica e istituzionale, inviando al Prefetto di Potenza una nota formale per incoraggiare la convocazione di un tavolo di confronto.

“Non possiamo accettare – conclude Cataldi – che una struttura efficiente e radicata come Polimedica venga penalizzata da logiche opache e arbitrarie, privando i cittadini della libera scelta e del diritto a curarsi sul proprio territorio.

La salute non è un gioco: è un diritto costituzionale che oggi viene gravemente violato.”

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