CRONACA

Aspat Basilicata : basta polemiche sulla salute dei cittadini lucani

In merito alle  dichiarazioni dell’assessore alla Salute Cosimo Latronico e al recente comunicato dell’ASP Basilicata sui tetti di spesa e sulla rimodulazione delle prestazioni nei centri privati accreditati, l’Aspat Basilicata ritiene necessario fare chiarezza con le Istituzioni e soprattutto, fare un atto di correttezza nei confronti dei cittadini lucani.

Le rassicurazioni diffuse in questi giorni dall’Assessore e dall’Asp di Potenza non tengono conto della realtà: molti pazienti – evidenzia la nota dell’Aspat a firma della presidente Antonia Losacco – vedranno interrotti percorsi di cura già avviati o annullati esami radiologici e visite prenotate da tempo.

Con l’adozione della dgr n. 473 del 5 agosto e l’invio della nota del 21 agosto, con cui l’ASP ha comunicato a ogni struttura accreditata il budget assegnato, fissando un tetto massimo di spesa per l’acquisto di prestazioni, rappresenta un danno concreto alla salute delle persone e alla serenità delle famiglie. L’ ASP ha  comunicato alle strutture che hanno già superato quel limite con l’attività svolta fino a luglio di sospendere  l’erogazione delle prestazioni.

La conseguenza – sottolinea Aspat – è evidente, le strutture che hanno raggiunto il tetto di spesa non possono più garantire servizi, lasciando senza risposte tanti pazienti che si trovano con esami diagnostici  rimandati o terapie interrotte. Non si tratta, quindi, di una “narrazione distorta”, ma della realtà quotidiana che cittadini e operatori stanno vivendo.

Il comunicato dell’ASP, pur volto a rassicurare i cittadini, non affronta il nodo centrale e il disorientamento che questa situazione sta creando ha un impatto diretto sulle persone.

Si sostiene che “nessuna prestazione sanitaria verrà penalizzata” e che i cittadini potranno “rivolgersi ad altre strutture”. Ma – chiede Losacco – ci si rende davvero conto di cosa significhi per un paziente fragile, magari con un percorso terapeutico in corso, dover ricominciare tutto daccapo in un’altra struttura?

L’ Aspat B. ribadisce che il diritto alla salute dei cittadini deve restare la priorità, al di là di ogni polemica e di ogni tentativo di minimizzare un problema che è ormai sotto gli occhi di tutti.

Molti pazienti gia’ in cura, a metà ciclo  terapeutico vengono lasciati di colpo e invitati ad andare altrove. Si pensi, ad esempio, a chi sta affrontando cicli di riabilitazione fisioterapica per esiti di fratture, traumi o interventi chirurgici di PTA o PTG, interrompere la terapia o cambiare struttura rischia di compromettere i progressi ottenuti, lo stesso vale per prestazioni specialistiche di vario tipo, esami diagnostici di radiologia, visite, etc., dove dover “cambiare struttura” non è come cambiare negozio di abbigliamento.

Il cambio di Operatore o di medico ha un impatto rilevante, dietro ogni percorso di cura c’è una scelta ponderata, fatta di fiducia, continuità terapeutica e attenzione personalizzata. Interrompere questo processo significa causare un danno reale alla salute dei pazienti. Non si tratta di gestire un budget, ma di garantire il diritto alla salute.

Si sostiene che esistono “altri centri con budget disponibili”, ma quali e dove? Se i centri che hanno già esaurito il budget, sono quelli scelti dal paziente o più vicini al domicilio, dirottarli altrove significa, tra l’altro, costi aggiuntivi, difficoltà di accesso e disagi concreti, soprattutto in un territorio come la Basilicata, dove la distanza e la mobilità rappresentano un fattore critico.

Inoltre, le AA.SS.LL non hanno ancora perfezionato i contratti con le strutture private, generando uno stato di incertezza, danno aziendale economico e occupazionale che non può essere risolto semplicemente invitando i pazienti a “spostarsi”. Il problema non sono le strutture che superano il budget, ma un Tetto Complessivo insufficiente e una Programmazione carente da decenni senza un dialogo costruttivo con chi opera sul territorio.

L’ Aspat B. ritiene che la salute dei cittadini non può diventare oggetto di polemica sia politica che burocratica, la realtà dei fatti è chiara e documentata.

Chiediamo alle Istituzioni coinvolte – è l’appello di Losacco – di affrontare questa situazione con la responsabilità che il ruolo impone, senza minimizzare un problema che ha conseguenze dirette sulle persone. Le strutture non chiedono un aumento dei Fondi Complessivi, ma una redistribuzione basata sui reali fabbisogni di cura.

Le sentenze del TAR Basilicata, spesso citate dall’assessore, che hanno annullato precedenti delibere sui tetti di spesa, non possono sostituire una Programmazione prevista per legge, fondata sui reali bisogni dei cittadini come evidenziato anche da altre sentenze del Consiglio di Stato.

L’ Aspat B.chiede risposte immediate e soluzioni concrete, il Settore della Specialistica Ambulatoriale deve smettere di essere un campo di battaglia tra burocrazia e centri erogatori, ma tornare a essere un servizio efficiente, accessibile e centrato sui bisogni del cittadino.

La salute non è negoziabile.

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