Mercoledì a Baragiano “Il nettare degli dei” e Salvatore Russo quartet in concerto

Proseguono a Baragiano le iniziative nell’ambito del ricco cartellone estivo “Il ritorno del re”.
Mercoledì dalle 20, nell’Archeoparco del Basileus, in programma “Il nettare degli Dei”, una serata all’insegna della degustazione di vini lucani, accompagnata da musica, emozioni e tanto divertimento.
Per l’occasione Luigi Chiera guiderà i presenti in un’introduzione leggera e coinvolgente alla cultura del vino, presentando i “nettari” in degustazione dei produttori: Cantine del Notaio, Battifarano, Donato D’Angelo e Cantina di Venosa.
Alessandra Gambacorta condurrà un momento emozionale di gruppo, fatto di sensazioni, profumi e racconti, grazie al suo stile unico di intrattenimento. A conclusione della degustazione, la serata si chiuderà in bellezza con il concerto del Salvatore Russo Quartet.
Un gruppo musicale. composto da Salvatore Russo alla chitarra solista, Peppe Fornaro al clarinetto, Ivan Romanazzi alla chitarra ritmica e Franco Speciale al contrabbasso. L’organico propone un repertorio jazz manouche nello stile francese del grande chitarrista Django Reinhardt, leggenda della chitarra jazz mondiale vissuto in Francia nella prima metà del ‘900.
Il repertorio musicale è ricco di melodie supportate sempre da un forte carattere ritmico così come da tradizione gitana comprende brani in diversi stili, dal bal musette, al tango, dal valzer alla rumba gitana, dallo swing al bolero.
Salvatore Russo, leader della formazione e chitarrista con oltre trent’anni di attività artistica di successo porta dal vivo il suo progetto musicale da più di venti anni vantando collaborazioni artistiche di grande pregio, la più importante quella con il chitarrista Stochelo Rosenberg (il Maestro) con il quale ha registrato insieme nel 2009 l’album “La Touche Manouche”.
Il cartellone estivo è stato inaugurato sabato nella Galleria Civica, con la mostra ‘Finzioni Contemporanee’, di Antonio Bruscella, archeologo originario di Venosa. Da un ventennio esercita la sua attività prevalentemente in Italia meridionale, è autore di numerosi articoli scientifici, e da sempre coltiva la sua passione per l’arte, non solo per quella contemporanea, che resta tuttavia uno dei suoi interessi più sentiti.
Il percorso artistico di Bruscella si incanala verso una pittura astratta orientata al geometrismo.
La sua proposta, fatta di linearità esasperate, è infatti costruita con campiture piatte in uno scenario dominato dal triangolo. Le forme si inseriscono nella discontinuità di un diagramma spazio tempo, le cui linee paiono gazzelle agili volte alla fuga da ciò che le priverebbe, istantaneamente, del senso del movimento.
Sovente compaiono elementi figurativi archetipici di memoria protostorica, arcaica o greco-romana, che in qualche modo irrompono a frangere la linearità, e dargli un senso.
Queste ultime risultano sempre o quasi sospese nel vuoto, a significare la precarietà quale cifra e denominatore comune dei nostri tempi, nel caso di figure singole; il caos centrifugo, già di per sé simbolo di precarietà e rottura degli equilibri, nel caso in cui ve ne fossero più di una.
Le sue opere, intrise di citazioni tratte dal passato, da quest’ultimo tuttavia si affrancano per ridisegnare il presente e il futuro, trame di silenzi mai gridati e di clamori mai taciuti, in uno slancio metafisico che anima la ripartizione del tempo e dello spazio.
Il passato e i suoi refusi trascendono in atmosfere metafisiche che albergano nel futuro, senza però afferrarne il tempo della narrazione.
La pittura di Bruscella narra di spazi immensi, indefiniti e di tempi brevissimi; quanto il dipinto di un pittore cieco che immortala il rumore di un petalo di rosa su un pavimento di cristallo.
Nella sua breve esperienza professionale si annovera la partecipazione ad alcune mostre collettive insieme ad artisti del movimento Contemporaneo Lucano di cui fa parte e diverse personali. A lui sono stati rivolti anche diversi cataloghi legati alla produzione pittorica in generale e ad alcune esposizioni personali.