
Non replicheremo sullo stesso tono. Non perché manchino argomenti, ma perché crediamo che le istituzioni e le rappresentanze del mondo agricolo debbano attenersi a un livello di rigore, metodo e sobrietà. Soprattutto quando si affronta una crisi che non è solo idrica, né causata soltanto da fattori meteorologici.
Siamo abituati a prese di posizione che tendono a giustificare determinate scelte amministrative, anche a fronte di evidenti criticità. Ma in un momento così delicato, chi solleva domande fondate e legittime non dovrebbe essere delegittimato.
Nel nostro precedente comunicato abbiamo posto semplici quesiti, chiedendo chiarezza e trasparenza sugli atti. Non accuse, ma richieste.
E alle richieste si risponde con documenti pubblici, non con affermazioni personali. Con trasparenza, non con reazioni nervose. Le imprese agricole e i territori chiedono dati verificabili, non dichiarazioni. Chiarezza, non ambiguità.
Chi esercita ruoli pubblici ha il dovere di rispondere con i fatti. Il confronto – anche quando è critico – non può essere ridotto a un attacco. La trasparenza non è mai una minaccia: è una condizione essenziale per rafforzare la fiducia.
Noi non siamo interessati a posizioni o incarichi. Siamo interessati a un cambiamento di approccio. E con esso, al superamento di modelli gestionali che, nel tempo, hanno mostrato limiti in termini di efficienza e chiarezza.
Nessuno ha mai sottovalutato la gravità dell’emergenza idrica. Ma proprio perché è grave, richiede decisioni rigorose, tracciabili e motivate. L’emergenza non può giustificare tutto. Al contrario: rende ancora più urgente un governo delle risorse improntato alla responsabilità e alla trasparenza.
Non c’è nulla di scandaloso nel chiedere verifiche. Lo sarebbe semmai l’eventuale rifiuto di fornirle.
Serve un cambio di passo. Una gestione fondata sulla responsabilità istituzionale e sull’efficacia, non su automatismi o contrapposizioni.
Il Comitato Spontaneo Giovani Agricoltori Lucani ritiene ormai urgente aprire una fase nuova: un sistema agricolo regionale all’altezza delle sfide ambientali ed economiche, capace di operare su basi oggettive, trasparenti e verificabili. Chi ha a cuore il futuro dell’agricoltura lucana sa bene che l’interesse generale deve sempre venire prima di ogni altra logica. E che il rispetto si costruisce con la coerenza, non con le reazioni.
Per amore dei consorziati e per la credibilità stessa dell’ente in questa fase delicata, riteniamo che – se l’intento fosse quello di tutelare il Consorzio e sottrarlo alle tensioni – un passo indietro da parte di chi ricopre incarichi o ruoli di responsabilità potrebbe rappresentare un gesto utile, non una sconfitta personale.
Un atto di sobrietà e di rispetto che consentirebbe, finalmente, di riportare l’attenzione dove serve: sulla crisi idrica, sulle soluzioni da costruire, sulle aziende agricole da salvare. Un gesto che aiuterebbe a ricostruire quel clima di fiducia che oggi, oggettivamente, manca.
Perché, come ben detto, la crisi idrica è grave. E come ogni crisi seria, va affrontata con lucidità, senso delle priorità e capacità di decisione.