Senise, fiaccolata per Borsellino: memoria, legalità e impegno collettivo

SENISE – Una piazza illuminata da fiaccole, voci commosse e cuori uniti nel ricordo di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta, uccisi il 19 luglio 1992 in via D’Amelio.
È stato un momento di forte impatto emotivo e civile quello organizzato a Senise dall’Associazione Senise Unita, guidata da Giuseppe Ponzio, giovane promotore dell’iniziativa.
In tanti hanno partecipato alla marcia silenziosa e alla commemorazione conclusiva in piazza, sotto la lapide dedicata ai giudici Falcone e Borsellino.
Il pensiero di Borsellino: un testamento morale e attuale
Ha aperto gli interventi Giovanna Castelluccio del Presidio Libera Senisese, ricordando il pensiero sempre attuale di Paolo Borsellino:
“La lotta alla mafia deve essere innanzitutto un fatto culturale, che ci insegni a sentire il ‘fresco profumo di libertà’ contrapposto al puzzo del compromesso morale e dell’indifferenza. Il suo pensiero è un vero testamento spirituale, ancora oggi strategico e necessario.”
Il sindaco Castronuovo: «Legalità è vita quotidiana»
Il sindaco di Senise, Eleonora Castronuovo, ha sottolineato l’importanza di vivere la legalità ogni giorno:
“Falcone e Borsellino non sono solo nomi della storia, sono esempi di vita. Hanno sacrificato se stessi per ideali più grandi come la libertà, la giustizia, la legalità. Legalità non come concetto astratto, ma da costruire quotidianamente, nelle famiglie, nelle scuole, nelle istituzioni.”
Nel suo intervento ha voluto ricordare anche Rosario Livatino, “un giovane magistrato che fece della giustizia la sua missione”, e ha ribadito l’importanza del ruolo educativo delle comunità e delle istituzioni:
“Abbiamo il dovere di dare l’esempio alle giovani generazioni. Falcone diceva: ‘Gli uomini passano, le idee restano’. Sta a noi non dimenticare, ma proseguire il cammino da loro tracciato.”
Don Lopinto: «La legalità è come una fiammella fragile»
Commovente e profondo l’intervento del parroco di Senise, don Giovanni Lopinto:
“Abbiamo camminato con una fiaccola tra le mani, simbolo di speranza, di impegno e di coraggio. La legalità somiglia a questa luce: fragile, esposta al vento delle distrazioni e dell’indifferenza. Non possiamo abbassare la guardia.”
Il parroco ha anche allargato lo sguardo ai conflitti attuali nel mondo:
“Viviamo in un tempo segnato da guerre e oscurità. Gaza, Siria, Ucraina, Africa… il mondo è dilaniato da una ‘terza guerra mondiale a pezzi’, come ha detto Papa Francesco. In questo buio, la memoria di Borsellino e Falcone ci offre luce per nuovi percorsi di pace e giustizia.”
Il giornalista Damosso: «Solo insieme si può rinascere»
Piero Damosso, giornalista del TG1, ha partecipato all’evento ringraziando gli organizzatori per la testimonianza collettiva:
“Non possiamo costruire nulla senza memoria. Borsellino era un cristiano autentico, la sua fede silenziosa e operosa era parte del suo impegno per la legalità. Solo la fraternità può unire un popolo: questa serata lo dimostra. La memoria vissuta nella libertà diventa costruzione concreta di democrazia.”
Chiorazzo: «La mafia non è lontana: è anche qui»
Il vicepresidente del Consiglio Regionale di Basilicata, Angelo Chiorazzo, ha offerto un intervento appassionato e diretto, ringraziando in particolare il giovane promotore Giuseppe Ponzio:
“Un ragazzo di vent’anni che ricorda con una fiaccolata Paolo Borsellino e gli agenti della scorta è un segno forte. Li abbiamo nominati uno per uno, come in una processione laica. Non dimentichiamo: non sono solo ‘gli uomini della scorta’. Sono eroi della Repubblica.”
Chiorazzo ha poi affrontato con chiarezza la questione della presenza mafiosa anche in Basilicata:
“Dire che siamo un’isola felice è un errore. La mafia c’è, e anche qui è forte. Gratteri ha parlato chiaramente: c’è la presenza di ‘ndrangheta, Sacra Corona Unita, Camorra e anche una mafia autoctona. Dobbiamo tenere alta l’attenzione.”
Verso una memoria che diventa cultura
L’intervento di Chiorazzo si è concluso con un appello alla responsabilità collettiva, alle istituzioni e ai cittadini:
“Dedicare il complesso di San Francesco a Falcone e Borsellino è stato un atto simbolico forte. La memoria non deve essere sterile, ma cultura. Solo così quelle morti non saranno state vane.”
Ha poi annunciato per il 20 agosto un incontro pubblico a Senise con Giovanni Impastato e Paolo Borrometi, “per non spegnere mai i riflettori sulla mafia”.
Una fiaccola accesa per il futuro
La serata si è conclusa con la canzone Pensa di Fabrizio Moro, simbolica chiusura di un evento carico di emozione e significato.
Una comunità che si stringe intorno alla memoria di due eroi, non per nostalgia, ma per rilanciare un impegno concreto e quotidiano: combattere l’illegalità, costruire cittadinanza attiva, educare le nuove generazioni alla responsabilità civile.
Un gesto semplice, come accendere una fiaccola, può accendere coscienze. E Senise, con questa iniziativa, ha dimostrato che la memoria è viva, e cammina tra le strade del presente.