Nuova tesi storica su Vlad III Tepes – Casa Museo Acerenza

ACERENZA – Vlad III Țepeș, meglio noto come Vlad l’Impalatore, il principe di Valachia che ispirò la figura di Dracula (a lui e alla figlia adottiva Maria Balsa sono dedicati la Casa Museo di Acerenza) è sepolto nella tomba situata nel chiostro della chiesa di Santa Maria La Nova nel cuore di Napoli.
Questa tesi che numerosi studiosi romeni ed internazionali sostengono da anni è stata al centro di un convegno di studi nel monastero di Snagov , un monastero ortodosso fondato nel 1408, situato trentacinque chilometri a nord di Bucarest.
L’edificio ha guadagnato una certa fama a partire dal 1933, quando gli scavi archeologici in situ portarono al rinvenimento di una cripta poi identificata come la tomba di Dracula. Tuttavia, quando il corpo fu riesumato, furono trovate solo le ossa di un cavallo.
L’artefice di questa scoperta epocale è Mircea Cosma, ex presidente del Consiglio della contea di Prahova per 12 anni, un vero accademico del mito di Dracula, ma anche uno storico d’eccezione. Mircea Cosma è anche presidente della Società Storico-Culturale “Mihai Viteazul” di Ploiești.
Da questa carica, ha collocato circa 300 busti e statue dei grandi sovrani della Romania, ovvero “Coloro che ci hanno dato i nomi”, nel Paese e all’estero.
Più di recente, Mircea Cosma ha inaugurato un busto di Vlad l’Impalatore nel cortile della chiesa di Napoli e ad Acerenza nella Casa Museo.
I ricercatori coordinati da Mircea Cosma hanno decodificato un’antica lapide nel chiostro della chiesa napoletana che mostra simboli considerati insoliti per la tradizione funebre italiana, ma più vicini all’iconografia valacca.
Sui bassorilievi sono presenti incisioni con draghi e riferimenti all’Ordine del Drago, l’antico ordine cavalleresco di cui il padre di Vlad III, Vlad II Dracul, era membro.
I ricercatori hanno anche sottolineato che le iscrizioni presenti sulla lapide non sembrano appartenere a nessuna lingua italiana o latina dell’epoca e potrebbero invece avere connessioni con l’antico alfabeto cirillico slavo.
In pratica, decifrando l’iscrizione sulla tomba di Vlad l’Impalatore a Napoli, la storia della Romania verrà riscritta e, allo stesso tempo, il significato mondiale di Vlad l’Impalatore verrà restituito alla storia.
Secondo questa ipotesi, Vlad III non sarebbe morto in battaglia contro gli Ottomani nel 1476, come generalmente accettato dagli storici, ma sarebbe stato catturato e poi liberato grazie all’intercessione della figlia Maria, che viveva a Napoli.
Si ritiene che la giovane fosse stata accolta dalla nobiltà partenopea e che suo padre, sfuggito alla morte, avesse trovato rifugio proprio nella città campana.
Di qui l’annuncio al convegno di Snagov che è stato accolto con grande entusiasmo da Giovanni Baldantoni (Associazione Lucani nei Balcani – Palazzo Italia) e Carlo Glinni, autori della Casa Museo di Acerenza.
Da Snagov è stato annunciato che si intendono proseguire le ricerche storiche focalizzando l’attenzione sulla figura di Maria Balsa di Acerenza,che lo studioso romeno Mircia Cosma considera, senza ombra di dubbio, figlia del conte (ha mostrato la ricostruzione dell’albo genealogico della famiglia), una figura femminile ancora poco indagata e quindi conosciuta e considerata di grande interesse, determinante per il restauro della cattedrale devastata qualche decennio prima da un terribile terremoto.
Siamo certi che dopo questa scoperta – dicono Baldantoni e Glinni– gli appassionati scopriranno grandi novità sulla nobile donna diventata ad Acerenza simbolo di mecenatismo, solidarietà ed impegno civile.
La Casa Mueo Palazzo Glinni , realizzata nell’ambito del Progetto “La dimensione europea di Vlad l’Impalatore” si avvia verso una nuova e più intensa fase di attività.
Nella biblioteca della famiglia Glinni, in mostra, inoltre, la preziosa copia di un libro che narra della “Famiglia Dragona” che riporta non solo le regole dei cavalieri dragoni ma anche l’elenco ed i nomi dei Cavalieri del Drago.
Il Museo ospita importanti opere come la “Strage degli Innocenti” , ed altre importanti opre d’arte.
Oggi la delegazione composta da piu’ esperti sara’ al Monastero di Comana, nella regione di Giurgiu a sud di Bucarest , dove intorno ad una tomba vuota , continua il mistero della vita e della morte di Vlad Tepes .