CRONACA

Editoriale- Strade di Basilicata trascurate: perché non vengono più ripulite dalle erbacce?

C’è un segnale silenzioso che ci racconta molto dello stato di salute di un territorio: le sue strade. Non parliamo solo di buche o asfalto rovinato, ma di qualcosa di ancora più elementare: l’erba che cresce, alta e incolta, lungo i marciapiedi, ai bordi delle provinciali, davanti alle scuole, nei pressi delle fermate degli autobus.

In Basilicata, questa immagine è diventata ormai familiare. Dalle campagne di Tito ai quartieri periferici di Potenza, passando per le strade secondarie di Matera, il verde non curato sembra aver preso il sopravvento. Non si tratta di un caso isolato, ma del sintomo di una disfunzione sistemica. E come spesso accade, i segnali che ci manda la terra – persino un’erbaccia – andrebbero ascoltati.

Una questione di risorse (che non ci sono più)

Negli ultimi anni, le Province di Potenza e Matera hanno subito tagli progressivi ai fondi per la manutenzione stradale. Secondo le stime più recenti, parliamo di milioni di euro in meno rispetto al fabbisogno minimo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: interventi ridotti, sfalci saltati, strade lasciate a se stesse.

Le amministrazioni cercano soluzioni tampone, a volte con l’aiuto dei Consorzi o di operai forestali, ma si tratta di iniziative sporadiche, che non riescono a garantire continuità. E il problema si accumula, stagione dopo stagione.

Non è solo questione di decoro

L’abbandono del verde pubblico non è solo un problema estetico. È una questione di sicurezza, di salute, di dignità dei luoghi. L’erba alta copre segnali stradali, nasconde incroci, rende pericolosi marciapiedi e passaggi pedonali. Ma soprattutto, dà ai cittadini un messaggio chiaro: “qui nessuno si prende più cura di te”.

E questo, in una regione come la nostra, già fragile e spesso ai margini del dibattito nazionale, pesa ancora di più.

Serve una risposta collettiva

È fin troppo facile scaricare ogni responsabilità sulle istituzioni, ed è vero che lo Stato e la Regione devono ristabilire un sistema stabile di finanziamento per la manutenzione. Ma servono anche controlli, collaborazione civica, e soprattutto una nuova cultura del territorio.

Non possiamo accettare che il degrado diventi normalità. Non possiamo rassegnarci al fatto che nelle frazioni o nei piccoli comuni le strade restino abbandonate per mesi. Il diritto a vivere in un luogo pulito, curato e sicuro non è un lusso. È un diritto di cittadinanza.

 il verde che unisce

Forse dovremmo ripartire da qui: da quell’erba che cresce silenziosa, e ci chiede attenzione. Da quel marciapiede che vorrebbe essere percorso da un bambino, non da un rovo. Da quella strada che, se pulita, dice qualcosa in più di mille slogan: che qualcuno ha guardato, ha capito, e ha deciso di prendersi cura.

Perché il verde può separare, se lasciato all’abbandono. Ma può anche unire, se vissuto come responsabilità comune.

R.P

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