CRONACA

DISLESSIA: CONOSCERLA PER RICONOSCERLA

Lo scorso 14 Giugno, presso la Sala Consiliare “Rosario La Sala”del Comune di San Severino Lucano, si è svolto l’incontro dal titolo:

DISLESSIA: CONOSCERLA PER RICONOSCERLA”, promosso dall’associazione culturale Myosotis.

Il Capogruppo di Maggioranza Francesco Ciminelli, rappresentante dell’Amministrazione Comunale, dopo aver dato il benvenuto ai relatori dell’incontro, ha evidenziato il ruolo importante delle Associazioni (culturali, ambientalistiche) e della Pro Loco, presenti nel piccolo paese da anni ed ha elogiato l’impegno e la presenza sul territorio della Scuola che, oltre a trasmettere passione ed appartenenza dei luoghi, offre conoscenze su temi importanti ed attuali.

Ad introdurre la relazione della Dott.ssa Maria Claudia Viceconti, Logopedista presso l’ASP dell’Area Sud, Tutor dell’apprendimento, perfezionata in Psicopatologia dell’apprendimento e Psicologia della matematica di II Livello, è stata l’insegnante Maria Teresa Ferrari, da sempre sensibile al tema dei disturbi dell’apprendimento e consapevole di quanto sia importante agire appena si presentino, per garantire un futuro, normale, a questi ragazzi e ragazze.

E’ difatti consuetudine che una persona con queste difficoltà, assolto l’obbligo scolastico, senza aver avuto gli strumenti necessari, non potrà continuare a formarsi, a laurearsi, rinunciando così a realizzare il proprio sogno nel cassetto, ad una futuro felice.

Considerando poi, che il percorso scolastico fino all’obbligo, non è affatto facile senza gli aiuti adeguati, incontreranno, tanti ostacoli, che produrranno un senso di inadeguatezza, di inferiorità, con conseguenze sulla loro autostima e nella vita che vivranno.

La Scuola ha perciò il dovere di formarsi in materia e di intervenire nel modo giusto, in quanto prima sentinella di queste problematiche.

Ad oggi, alla fine della seconda classe primaria, è proposto uno screening agli alunni, solitamente un dettato particolare, che rileva le difficoltà che potrebbero esserci ed è il primo passo di un iter che potrà portare ad una diagnosi.

Avuta la diagnosi, la scuola ha quindi il dovere di utilizzare le strategie per rendere il percorso scolastico uguale per tutti, in piena serenità, grazie anche alla legge 170 del 2010 che riconosce molte tutele in materia

la Dott.ssa Maria Claudia Viceconti, in qualità di esperta di tali problematiche, nel corso dell’incontro, ha spiegato al pubblico presente, come oltre alla dislessia esistano altre condizioni definite, DSA acronimo di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, che compaiono in genere con l’inizio della scolarizzazione.

I DSA riconosciuti per legge sono: la disortografia che si manifesta con difficoltà nella corretta applicazione delle regole ortografiche nella scrittura, la disgrafia cioè la difficoltà nella scrittura manuale, nel coordinamento motorio con grafia poco leggibile, la disortografia che non permette di applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta e quindi di riconoscere i suoni che compongono la parola, ed infine la discalculia, che coinvolge l’abilità di calcolo.

L’incidenza è maggiore al Nord dove vengono fatti più screening e ne consegue un maggior numero di identificazioni e certificazioni evitando così la comparsa di sintomi psicologici quali ansia e frustrazione.

Un bambino che ha avuto un disturbo di linguaggio o che conosce poche parole è un “soggetto a rischio”così come chi ha avuto storie di bilinguismo, come negli immigrati.

La Dott. ssa Viceconti indica come fondamentale il coordinamento insegnati – famiglie, che si ritroveranno a gestire una situazione molto delicata, che consisterà nella richiesta di una visita di Neuropsichiatria Infantile e successivamente un consulto dal Logopedista.

Questo approfondimento medico pur essendo essenziale ed imprescindibile nel percorso diagnostico da molti genitori che non sono informati, è visto come un pericolo, un’ansia, tanto da portarli a non completare l’iter diagnostico.

E’ perciò di fondamentale importanza, sapere che questi bambini sono molto intelligenti, a volte con abilità al di sopra della norma, non riescono ad elaborare le informazioni ma non presentano nessuna disabilità intellettiva né deficit neurologici.

Di conseguenza non è necessario essere iper-protettivi, bisogna stare vicino ma nello stesso tempo, far svolgere attività che ogni ragazzo della loro età farebbe, ad esempio imparare a suonare uno strumento, frequentare la scuola calcio.

Altra nota dolente è che l’importanza degli strumenti definiti “compensativi” come Software di videoscrittura o calcolatrici i quali permettono di imparare al pari gli altri non è affatto riconosciuta, anzi spesso sono rifiutati, e così facendo si condanna, inconsapevolmente, il proprio figlio ad un’esistenza infelice, solo per puro stereotipo ed ignoranza.

Ancora una volta, conoscere, sapere, documentarsi farà la differenza.

Gli esperti ritengono infatti che il pregiudizio distruggerà il mondo sociale.

Rosanna Viceconti

 

 

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