CULTURA E EVENTI

Apre il Gem del Cairo, con il mistero di Tutankhamon

Nell’ultimo video di presentazione appena realizzato un drone penetra attraverso le pareti e conferma che il 3 luglio, dopo tanti anni di attesa, sarà ufficialmente inaugurato il Grande Museo Egizio, il Gem del Cairo, il più grande al mondo dedicato a questa antica civiltà.

Centomila reperti per 500mila metri quadri di superficie: non c’è ancora il tesoro della tomba di Tutankhamon, a cui sarà dedicato un padiglione a parte del Gem, ma che sarà l’ultima cosa ad essere trasferita dal vecchio Museo Egizio di Piazza Tahrir che pure rimarrà aperto con il suo fascino polveroso e una collezione che non è certo di secondaria importanza.

Anche se secondo Tarek El Awadi, ex direttore del Museo Egizio del Cairo, la maschera di Tutankhamon potrebbe rimanere nella vecchia sede, “perché è tra gli oggetti che hanno un vincolo di legge e sono irremovibili”.

Spiega El Awadi – che è anche il curatore della grande mostra Tesori dei Faraoni che sarà a Roma alle Scuderie del Quirinale dal 24 ottobre – che comunque “nel nuovo museo re Tutankhamon avrà uno spazio enorme, degno della sua bellezza e del suo valore, un intero padiglione”.

Ma altri studiosi invece sono certi che anche la maschera sarà trasferita al Gem, con tutto il resto del tesoro e su questo quindi rimane ancora il mistero: la maschera ci sarà o non ci sarà?

Tutankhamon a parte, il Gem a definirlo faraonico non si fa certo torto a nessuno: ti accoglie nel suo atrio gigantesco la statua di Ramses II, il faraone più longevo nella storia dell’antico Egitto con i suoi 75 anni di regno.

Alta 12 metri per 83 tonnellate di granito, fu scoperta nel 1820 dall’esploratore ed egittologo genovese Giovanni Battista Caviglia nel Grande Tempio di Ptah, vicino a Menfi, la capitale dell’Egitto durante l’Antico Regno.

Il Gem sembra quasi nato intorno all’immagine del creatore di Abu Simbel e la statua era stata spostata già nel 2018 dalla posizione in cui si trovava, nella piazza davanti alla vecchia stazione della città.

Qui sembra quasi piccola e si vede in lontananza dall’ingresso che è a forma di piramide, realizzato in alabastro come tutte le finestre di questo edificio modernissimo, frutto del team di architetti guidato da Heneghan Peng Architects (Hparc), uno studio di architettura con sede a Dublino e a Berlino.

Il museo si trova del resto vicino al complesso delle Piramidi e della Sfinge di Giza che si intravedono dall’interno del Gem attraverso una spettacolare vetrata che collega virtualmente il museo al sito. Intanto è in costruzione un ponte che collegherà veramente Piramidi a Gem, entrambi vicini all’aeroporto di Giza e ad un nuovo polo alberghiero che si candida ad essere una tappa turistica di primo piano, decongestionando il centro dell’affollata quanto caotica città.

All’interno del museo, nelle 20 sale già ora disponibili, si penetra attraverso una gigantesca scalinata accessibile anche con un tappeto mobile.

Il percorso della visita si snoda quindi in una tripla organizzazione dell’allestimento, che permette tre diversi modelli di analisi, molto interessante quindi, con reperti che, oltre dal Museo del Cairo, vengono da Luxor, Minya, Sohag, Assiut, Beni Suef, Fayoum, Delta e Alessandria e vanno dalle statue di grandi dimensioni agli oggetti della vita quotidiana.

Il piano cronologico, quello tematico legato all’area spirituale, quello sociale possono essere visitati scegliendo il taglio preferito. Grande accessibilità, grande uso della realtà virtuale, illuminazione di spettacolare bellezza: tutto questo fa del Gem un museo veramente moderno.

Il 5 gennaio 2002 l’allora presidente egiziano Hosni Mubarak pose la prima pietra; ora, dopo una serie di rinvii ed una parziale apertura il 16 ottobre scorso, ad annunciare la data dell’inaugurazione era stato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi lo scorso 27 gennaio, spiegando che sarebbero stati invitati molti capi di Stato per “eventi che si protrarranno per diversi giorni”. Appuntamento con il mistero di Tutankhamon al 3 luglio.

ANSA

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